EX CASA DEL GRUPPO RIONALE BONSERVIZI A PADOVA 1938 ARCH.QUIRINO DI GIORGIO | renato melai

RECUPERO DEI BASSORILIEVI NELLA SALA ''SACRARIO'' PADOVA / Italy / 2023

0
0 Love 101 Visits Published


Premessa


 


L’opera oggetto di studio è la decorazione murale eseguita da Amleto Sartori nel 1938, ad incisione su pietra di Nanto, rappresentante dei temi allegorici cari alla retorica fascista: un esempio notevole di arte figurativa di regime, inserita in un complesso architettonico tra i più considerevoli dell’architettura fascista degli anni Trenta progettata da Querino De Giorgio a Padova ed edificato nel 1937.


 


Ad eccezione di piccoli saggi di pulitura, eseguiti in passato e che ne lasciano intuire la presenza, l’opera di A. Sartori tuttora non è visibile in quanto, a seguito della caduta del fascismo e dei suoi ideali, nel 1947 venne completamente ricoperta da intonaco e successivamente venne dipinta più volte con della pittura murale ora a noi visibile.


 


Cenni storico artistici sull’opera di Amleto Sartori e Querino De Giorgio


nel Gruppo Rionale Fascista Bonservizi


 


L’opera decorativa di Amleto Sartori è situata nel vano dell’atrio del fabbricato Est, facente parte del complesso architettonico sede del Gruppo Rionale Fascista “Nicola Bonservizi” di Padova (1937-1938) realizzato su progetto dell’architetto  Querino De Giorgio ed inaugurato il 24 Settembre 1938 in occasione della seconda visita di Mussolini a Padova.


Rappresenta un’esemplare realizzazione dell’architettura di regime degli anni Trenta, meritevole di essere considerato uno dei progetti più riusciti di De Giorgio (Fig.1-2).


 


I Gruppi Rionali a Padova erano 14 e costituivano l’articolazione o la sottosezione del partito a contatto più diretto con la popolazione, alla quale portavano le iniziative e la propaganda del regime, offrendo assistenza e momenti di vita ricreativa, sportiva, culturale e di educazione politica 1.


Le attività sportive vengono tutt’ora svolte in questa sede dal CUS Centro Universitario Sportivo di Padova, in particolare nel blocco Sud.


Il blocco Est divenne, nell’immediato dopoguerra, prima Casa della Studentessa “A.Meneghetti” e successivamente Casa dello Studente, sino al 1970 circa.


 


Il complesso architettonico comprendeva: impianti sportivi, la sede del gruppo e un’arena.


 


 


 


1  Baldan L., Bettella R., Dal Piaz V., Pietrogrande E., Il Gruppo Rionale Bonservizi, Costruzione e uso del complesso architettonico sede del fascismo nel “rione nobile”, Padova, Coop Libraria Editrice Università di Padova, 2008.


 


De Giorgio articola l’intervento in tre volumi principali:


il primo per gli spazi ricreativi ed uffici, l’altro con la grande sala per le riunioni ed esercitazioni ginniche, il terzo con la torre littoria 2.


Il progetto originale ha subito nel corso degli anni delle variazioni strutturali più o meno considerevoli.


 


All’angolo tra Via Giordano Bruno e Via D’Acquapendente, nel primo fabbricato, al piano terra è disposto il vano dell’atrio, nodo distributivo e sacrario ove è situata l’opera imponente di Amleto Sartori, oggetto dello studio preliminare qui presentato


I materiali utilizzati per la realizzazione dell’interno di questo ambiente sono di particolare ricchezza: il rivestimento del pavimento è in lastre di giallo di Siena, la scala a sbalzo semicircolare, originariamente senza balaustra, in cipollino con la palladiana in mosaico d’oro. L’aspetto è tuttavia volutamente spoglio, interrotto dalla presenza di tre porte, ora quattro.


Le narrazioni istoriate sulle pareti del vano ad opera di Amleto Sartori, erano proiettate all’esterno dalla trasparenza delle vetrate3 , qui il vano a doppia altezza della casa rionale Bonservizi acquista pienamente la connotazione di sacrario: parte costitutiva essenziale della Casa del Fascio, che rappresentava “il luogo di culto dove venerare la memoria dei caduti e conservare la memoria dei martiri”4, da qui il nome Bonservizi, che simboleggia nel caso specifico tutti i caduti per la causa del fascismo.


 


Le ampie vetrate occupano tutta la parete Sud rivolta verso via Giordano Bruno, pensate per trasmettere all’esterno la ricchezza delle finiture e metafora della trasparenza politico-amministrativa; sulle altre tre pareti, rivestite in pietra di Nanto, sono incise da Amleto Sartori rappresentazioni allegoriche di temi fascisti 5. L’arte come abbellimento di architetture fasciste viene promossa dallo Stato, tramite una direttiva del Duce, che destina una quota amministrativa per la realizzazione di opere, per contrastare così la disoccupazione degli artisti ed esaltare al massimo il regime. Essa rispecchia i nuovi miti e valori proposti dal fascismo, che vanno dall’esaltazione e celebrazione dell’eroismo, della stirpe italica e dell’impero coloniale appena conquistato, alle vicende che hanno portato al nuovo regime e in particolare alla glorificazione del “primo artefice”, il “Duce”, al quale è dovuta ogni cosa.


Il padovano Amleto Sartori (1915-1962)  è un artista di affermato valore, che partendo da un ambito locale ha saputo conquistarsi un prestigio internazionale, conosciuto nel mondo in particolare per la sua ‘riscoperta’ della maschera.


 


L’opera eseguita nel “Sacrario”, un’incisione sulla pietra tenera di Nanto delle pareti, rappresenta quattro allegorie che per il loro contenuto inneggiante il fascismo, sono state completamente ricoperte da intonaco nel 1947.


 


Le dimensioni delle decorazioni sono imponenti e variabili a seconda delle pareti, in funzione ed equilibrio con l'architettura interna dell'atrio. Raggiungono quasi il soffitto alto circa 6,75 metri ne’ “ Il fondatore dell'Impero”, ovvero fino alla metà circa dell'ultimo modulo in altezza della parete, e sono larghe circa 5,5 metri.


 


I materiali utilizzati per la realizzazione dell’interno di questo ambiente sono di particolare ricchezza: il rivestimento del pavimento è in lastre di giallo di Siena, la scala a sbalzo semicircolare, originariamente senza balaustra, in cipollino con la palladiana in mosaico d’oro. L’aspetto è tuttavia volutamente spoglio, interrotto dalla presenza di tre porte, ora quattro.


Le narrazioni istoriate sulle pareti del vano ad opera di Amleto Sartori, erano proiettate all’esterno dalla trasparenza delle vetrate3 , qui il vano a doppia altezza della casa rionale Bonservizi acquista pienamente la connotazione di sacrario: parte costitutiva essenziale della Casa del Fascio, che rappresentava “il luogo di culto dove venerare la memoria dei caduti e conservare la memoria dei martiri”4, da qui il nome Bonservizi, che simboleggia nel caso specifico tutti i caduti per la causa del fascismo.


 


Le ampie vetrate occupano tutta la parete Sud rivolta verso via Giordano Bruno, pensate per trasmettere all’esterno la ricchezza delle finiture e metafora della trasparenza politico-amministrativa; sulle altre tre pareti, rivestite in pietra di Nanto, sono incise da Amleto Sartori rappresentazioni allegoriche di temi fascisti 5. L’arte come abbellimento di architetture fasciste viene promossa dallo Stato, tramite una direttiva del Duce, che destina una quota amministrativa per la realizzazione di opere, per contrastare così la disoccupazione degli artisti ed esaltare al massimo il regime. Essa rispecchia i nuovi miti e valori proposti dal fascismo, che vanno dall’esaltazione e celebrazione dell’eroismo, della stirpe italica e dell’impero coloniale appena conquistato, alle vicende che hanno portato al nuovo regime e in particolare alla glorificazione del “primo artefice”, il “Duce”, al quale è dovuta ogni cosa.


Il padovano Amleto Sartori (1915-1962)  è un artista di affermato valore, che partendo da un ambito locale ha saputo conquistarsi un prestigio internazionale, conosciuto nel mondo in particolare per la sua ‘riscoperta’ della maschera.


 


L’opera eseguita nel “Sacrario”, un’incisione sulla pietra tenera di Nanto delle pareti, rappresenta quattro allegorie che per il loro contenuto inneggiante il fascismo, sono state completamente ricoperte da intonaco nel 1947.


 


Le dimensioni delle decorazioni sono imponenti e variabili a seconda delle pareti, in funzione ed equilibrio con l'architettura interna dell'atrio. Raggiungono quasi il soffitto alto circa 6,75 metri ne’ “ Il fondatore dell'Impero”, ovvero fino alla metà circa dell'ultimo modulo in altezza della parete, e sono larghe circa 5,5 metri.


 


 


 


 


 

0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    Premessa   L’opera oggetto di studio è la decorazione murale eseguita da Amleto Sartori nel 1938, ad incisione su pietra di Nanto, rappresentante dei temi allegorici cari alla retorica fascista: un esempio notevole di arte figurativa di regime, inserita in un complesso architettonico tra i più considerevoli dell’architettura fascista degli anni Trenta progettata da Querino De Giorgio a Padova ed edificato nel 1937.   Ad eccezione di piccoli saggi di...

    Project details
    • Year 2023
    • Status Current works
    • Type Sports Facilities / Restoration of Works of Art
    Archilovers On Instagram