Riqualificazione di via Sparano e degli spazi pubblici del quartiere Murat
Canovaccio murattiano Bari / Italy / 2006
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Il Borgo Murattiano si presenta allo stato attuale, dal punto di vista della forma urbana, quale luogo consolidato nel tempo all’interno della sua maglia ottocentesca.
Una maglia giocata su una scacchiera fatta di pieni e vuoti, di parti da edificare e di parti da lasciare a spazi aperti dove la comunità all’epoca insediata poteva celebrare il proprio rituale collettivo. Consolidato quindi, nelle sue emergenze planimetriche e funzionali, ed in un isolamento legato alla propria formogenesi.
Il Borgo finisce per cristallizzarsi nella propria individualità, senza riuscire peraltro in tempi più recenti ad interagire con gli usi possibili che la comunità contemporanea rivendica a questo sito.
Un Borgo forte nel suo schematismo dunque, ma difficile dal punto di vista della fruizione, un luogo che reclama oggi un rinnovato ruolo sia pure all’interno di problematiche da affrontare e pianificare.
E’ su questa struttura che si interviene, immaginando all’esistente un nuovo schema che,
senza contraddire la matrice originaria dell’impianto ottocentesco, costruisce occasione di
disvelamento delle potenzialità mute.
Una trama quindi per una città già scritta, un canovaccio sul quale il Borgo Murattiano possa riammagliare le proprie lacerazioni.
Si tratta di un processo di riqualificazione che a partire dalla conversione di una strada in
piazza, dal mettere quindi una piazza in strada, una piazza allungata che da subito, riconnette, strappandolo dal suo isolamento, il centro storico con piazza Aldo Moro.
Nominare quindi un luogo che alla quota del marciapiede, si avvalora del rinnovato essere
sede privilegiata delle interazioni antropiche, è questo l’interesse del progetto.
Salotto urbano, dove tappeti impostati su declinazioni diverse di basole pugliesi, si dispongono su un unico piano che mette insieme strade e marciapiedi ad identificare un luogo, piazza
Sparano, di passeggiata e al contempo di sosta, un luogo di svago per riaffermare i valori del vivere civile.
E’ qui che si rovesciano i rapporti convenzionali tra traffico veicolare e traffico pedonale; dove un cambio di materiali afferma la priorità, sulle varie traverse di piazza Sparano, della persona sulla macchina.
Una priorità inverata nelle traverse che sollevandosi lievemente dalla sede carrabile, si
frantumano in fuscelli di luce nell’atto di intercettare piazza Sparano. Le strade trasversali, sono mantenute quindi ad un uso carrabile, ma segnate da un dosso che induce ad un rallentamento prima di raggiungere la nuova quota della piazza allungata. Questi nodi sono sottolineati a volte da elementi puntuali e rimovibili.
Elementi poliedrici che svolgono la funzione di indicatori direzionali.
Origami con un programma d’uso funzionale alle emergenze urbane.
Sempre all’interno della tensione all’interesse a tessere rapporti con il Borgo Murattiano, ma anche con le parti di città che da questo mutuano il loro destino, piazza Sparano si prolunga fino a Corso Vittorio Emanuele a chiamare in causa, in maniera diretta, il centro antico, grande assente della scena urbana.
Qui il progetto individua un sottopasso, nel quale convoglia la viabilità, consentendo l’accesso diretto del pedone al centro storico.
In questo modo la collettività si riappropria dell’uso di quelle zone a verde intercluse tra corso Vittorio Emanuele ed il centro storico.
Un sistema di piastre verdi abitate da una fitta alberatura che poggiano su un’unica zolla
cristallizzata, una propaggine di piazza Sparano, luogo di coesione tra città ottocentesca e città storica.
All’altro capo Piazza Aldo Moro, uno spazio pedonale che tiene, ipogeo, un parcheggio.
A raso il terminal degli autobus, una sorta di propaggine alla stazione ferroviaria che mantiene qui i rapporti che da sempre si sono radicati con il territorio, ad assecondare il ruolo di interscambio modale.
A raso viene mantenuta una viabilità di servizio e di soccorso, oltre che per raggiungere i
parcheggi di pertinenza.
Per quanto attiene a piazza Umberto I, questa è identificata nel progetto come amplificazione di piazza Sparano; qui le parti pavimentate e le zolle verdi, si propongono come appartenenti ad un unico evento progettuale identificandosi qui come declinazione diversa di un sistema unitario. Più in particolare il progetto identifica la possibilità di un sistema di attività underground, che a partire da un programma d’uso che possa trovare l’interesse di una classe imprenditoriale, può costituire, nel tempo, materiale atto ad un accordo di programma, in maniera tale da permettere all’Amministrazione l’accesso a possibili finanziamenti.
Una piazza per strada, quindi, una sorta di canovaccio in grado di ingenerare molteplici
meccanismi e sistemi alla scala urbana:
-Il sistema dei percorsi e delle aree pedonali;
-Il sistema del verde urbano;
-Il sistema della nuova viabilità.
Il sistema dei percorsi e delle aree pedonali
Piazza Sparano costituisce un'unica area pedonale che intercetta una serie di elementi
indipendenti, le vie trasversali che vengono potenziate rispetto alle emergenze che portano.
Il sistema del verde urbano
Vengono messi a sistema i giardini storici presenti nel nucleo urbano, mentre piazza Umberto I, viene reinterpretata in chiave di "verde attrezzato".
Un posto dove gli usi mutevoli degli spazi collettivi, diventano occasione di incontro e di
scambio.
Un sistema di spazi aperti ma coperti, un paesaggio costruito non-costruito in cui l'immagine è quella del parco urbano dove scompare l'oggetto architettonico.
Il risultato è un azione morfologica, in cui le piantumazioni storiche presenti vengono
mantenute nella stessa posizione; in corrispondenza dei contenitori semi-ipogei le croste a
vista sono state risolte con cespugli e vegetazione bassa.
Qui i percorsi pedonali si organizzano in molteplici direzioni, rampe e scale conduco agli spazi semi-ipogei che ospitano i venditori ambulanti, zone ricreative, bar ed internet-point,
ludoteche e luoghi per esposizioni.
Il sistema della nuova viabilità
Il complesso sistema veicolare del Borgo Murattiano viene preso in esame a partire da un
riordino della gerarchia dei percorsi.
Vengono potenziate le strade che conducono fuori dal nucleo urbano e messi a sistema i
previsti parcheggi interrati.
Una maglia giocata su una scacchiera fatta di pieni e vuoti, di parti da edificare e di parti da lasciare a spazi aperti dove la comunità all’epoca insediata poteva celebrare il proprio rituale collettivo. Consolidato quindi, nelle sue emergenze planimetriche e funzionali, ed in un isolamento legato alla propria formogenesi.
Il Borgo finisce per cristallizzarsi nella propria individualità, senza riuscire peraltro in tempi più recenti ad interagire con gli usi possibili che la comunità contemporanea rivendica a questo sito.
Un Borgo forte nel suo schematismo dunque, ma difficile dal punto di vista della fruizione, un luogo che reclama oggi un rinnovato ruolo sia pure all’interno di problematiche da affrontare e pianificare.
E’ su questa struttura che si interviene, immaginando all’esistente un nuovo schema che,
senza contraddire la matrice originaria dell’impianto ottocentesco, costruisce occasione di
disvelamento delle potenzialità mute.
Una trama quindi per una città già scritta, un canovaccio sul quale il Borgo Murattiano possa riammagliare le proprie lacerazioni.
Si tratta di un processo di riqualificazione che a partire dalla conversione di una strada in
piazza, dal mettere quindi una piazza in strada, una piazza allungata che da subito, riconnette, strappandolo dal suo isolamento, il centro storico con piazza Aldo Moro.
Nominare quindi un luogo che alla quota del marciapiede, si avvalora del rinnovato essere
sede privilegiata delle interazioni antropiche, è questo l’interesse del progetto.
Salotto urbano, dove tappeti impostati su declinazioni diverse di basole pugliesi, si dispongono su un unico piano che mette insieme strade e marciapiedi ad identificare un luogo, piazza
Sparano, di passeggiata e al contempo di sosta, un luogo di svago per riaffermare i valori del vivere civile.
E’ qui che si rovesciano i rapporti convenzionali tra traffico veicolare e traffico pedonale; dove un cambio di materiali afferma la priorità, sulle varie traverse di piazza Sparano, della persona sulla macchina.
Una priorità inverata nelle traverse che sollevandosi lievemente dalla sede carrabile, si
frantumano in fuscelli di luce nell’atto di intercettare piazza Sparano. Le strade trasversali, sono mantenute quindi ad un uso carrabile, ma segnate da un dosso che induce ad un rallentamento prima di raggiungere la nuova quota della piazza allungata. Questi nodi sono sottolineati a volte da elementi puntuali e rimovibili.
Elementi poliedrici che svolgono la funzione di indicatori direzionali.
Origami con un programma d’uso funzionale alle emergenze urbane.
Sempre all’interno della tensione all’interesse a tessere rapporti con il Borgo Murattiano, ma anche con le parti di città che da questo mutuano il loro destino, piazza Sparano si prolunga fino a Corso Vittorio Emanuele a chiamare in causa, in maniera diretta, il centro antico, grande assente della scena urbana.
Qui il progetto individua un sottopasso, nel quale convoglia la viabilità, consentendo l’accesso diretto del pedone al centro storico.
In questo modo la collettività si riappropria dell’uso di quelle zone a verde intercluse tra corso Vittorio Emanuele ed il centro storico.
Un sistema di piastre verdi abitate da una fitta alberatura che poggiano su un’unica zolla
cristallizzata, una propaggine di piazza Sparano, luogo di coesione tra città ottocentesca e città storica.
All’altro capo Piazza Aldo Moro, uno spazio pedonale che tiene, ipogeo, un parcheggio.
A raso il terminal degli autobus, una sorta di propaggine alla stazione ferroviaria che mantiene qui i rapporti che da sempre si sono radicati con il territorio, ad assecondare il ruolo di interscambio modale.
A raso viene mantenuta una viabilità di servizio e di soccorso, oltre che per raggiungere i
parcheggi di pertinenza.
Per quanto attiene a piazza Umberto I, questa è identificata nel progetto come amplificazione di piazza Sparano; qui le parti pavimentate e le zolle verdi, si propongono come appartenenti ad un unico evento progettuale identificandosi qui come declinazione diversa di un sistema unitario. Più in particolare il progetto identifica la possibilità di un sistema di attività underground, che a partire da un programma d’uso che possa trovare l’interesse di una classe imprenditoriale, può costituire, nel tempo, materiale atto ad un accordo di programma, in maniera tale da permettere all’Amministrazione l’accesso a possibili finanziamenti.
Una piazza per strada, quindi, una sorta di canovaccio in grado di ingenerare molteplici
meccanismi e sistemi alla scala urbana:
-Il sistema dei percorsi e delle aree pedonali;
-Il sistema del verde urbano;
-Il sistema della nuova viabilità.
Il sistema dei percorsi e delle aree pedonali
Piazza Sparano costituisce un'unica area pedonale che intercetta una serie di elementi
indipendenti, le vie trasversali che vengono potenziate rispetto alle emergenze che portano.
Il sistema del verde urbano
Vengono messi a sistema i giardini storici presenti nel nucleo urbano, mentre piazza Umberto I, viene reinterpretata in chiave di "verde attrezzato".
Un posto dove gli usi mutevoli degli spazi collettivi, diventano occasione di incontro e di
scambio.
Un sistema di spazi aperti ma coperti, un paesaggio costruito non-costruito in cui l'immagine è quella del parco urbano dove scompare l'oggetto architettonico.
Il risultato è un azione morfologica, in cui le piantumazioni storiche presenti vengono
mantenute nella stessa posizione; in corrispondenza dei contenitori semi-ipogei le croste a
vista sono state risolte con cespugli e vegetazione bassa.
Qui i percorsi pedonali si organizzano in molteplici direzioni, rampe e scale conduco agli spazi semi-ipogei che ospitano i venditori ambulanti, zone ricreative, bar ed internet-point,
ludoteche e luoghi per esposizioni.
Il sistema della nuova viabilità
Il complesso sistema veicolare del Borgo Murattiano viene preso in esame a partire da un
riordino della gerarchia dei percorsi.
Vengono potenziate le strade che conducono fuori dal nucleo urbano e messi a sistema i
previsti parcheggi interrati.
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Il Borgo Murattiano si presenta allo stato attuale, dal punto di vista della forma urbana, quale luogo consolidato nel tempo all’interno della sua maglia ottocentesca.Una maglia giocata su una scacchiera fatta di pieni e vuoti, di parti da edificare e di parti da lasciare a spazi aperti dove la comunità all’epoca insediata poteva celebrare il proprio rituale collettivo. Consolidato quindi, nelle sue emergenze planimetriche e funzionali, ed in un isolamento legato alla propria formogenesi.Il...
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