Rome city vision - Winner

The circle, the town and the ballon Rome / Italy / 2010

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“ Roma è la città delle illusioni, non a caso qui cʼè la Chiesa, il Governo, il Cinema, tutte cose che producono illusione, come fa tu come fa io. (…) quale posto migliore di questa città, morta tante volte e tante volte rinata, quale posto più tranquillo per aspettare la fine da inquinamento e sovrappopolazione. Eʼ il posto ideale per vedere se il mondo finisce o no.” Da “Roma”, di Federico Fellini, 1972 Una nuvola di palloni aereostatici circondano la città, mongolfiere prese in prestito ad un tempo in cui il sogno e la rincorsa al futuro erano dʼobbligo. Quasi un sogno felliniano, una sonata di un celebre compositore suonata su cordiere allentate. Ogni pallone aereostatico è partito da un attracco, corrispondente ad un quartiere periferico, fino a costituire un cerchio immaginario che, riprendendo il diametro del Raccordo Anulare, abbraccia la città. Un trampolino per guardare, contare i caduti e sognare. Per poi scendere a terra, con un pezzetto di questi pensieri nelle tasche. Stretta dai colli in un abbraccio circolare; centro di un lembo di terra scivolato sul Mare, mare nostro. Roma è lʼabbraccio di un antico porticato, verso il mondo. Circondata da un anello di traffico; da montagne di case che non seguono più la direzione dettata dal Fiume, case tutte uguali, con una porta ed una finestra, ammucchiate una sullʼatra; Roma non è Roma ovunque. Il cerchio di strade e palazzi della sua periferia circonda la città dei souvenir e della memoria: senza uno scambio, senza una parola. Come un vecchio ed un giovane, seduti sulla stessa panchina, senza niente da dirsi. Una visione è quel luogo in cui memoria e futuro si guardano, senza paura di parlarsi. A volte ne esce un sogno. Il risveglio è sempre duro: cerchio alla testa e mal di stomaco. La visione che da sempre circonda Roma è fatta di passato, edifici che ti sbattono in faccia la loro storia. Scavi per una tubatura che durano anni, in una corsa ad ostacoli tra ricchezze sepolte. Giovani ragazze americane in sandali e macchine fotografiche internazionali, quasi fossero in un parco a tema. Risvegliarsi da un sogno così significa uscire dalla città storica per andare incontro a quello che noi, e non i nostri padri, stiamo costruendo. Roma non è Roma ovunque. Ci sono luoghi in cui nessun elemento architettonico o plastico ci riporta ad una regione precisa, a paesaggi riconoscibili. Sono luoghi in cui si rivela, senza filtri, la disumanità di una società massificata e globalizzata, in cui il paesaggio è unico, frutto di ideologie che procedevano per semplificazioni o di semplici speculazioni. In questi luoghi lʼunica cosa che ci riconduce ad un punto preciso nel territorio è lo skyline del centro, nella foschia. È il cielo, lʼunico elemento unificante di due realtà parallele ma divise. È sulle periferie e sul cielo che si concentra la nostra visione. La proposta consite nella creazione di una sorta di Raccordo Anulare fluttuante. Un nuovo livello che si somma alla stratificazione della città. Un livello immateriale, costituito soltanto dalla traiettoria circolare delle mongolfiere che si spostano di attracco in attracco, collegando le varie periferie romane. Un sistema posto ai margini della città, che permette di appropriarsi dellʼambiente urbano attraverso nuovi mezzi. La conoscenza, unita allʼimmaginario di un mondo sognate ed effimero, come un tendone da circo, come i taccuini dei viaggiatori, è alla base del nostro sguardo. “ (…) Salvi pure il mondo chi vuole, purché voi riusciate a vederlo con chiarezza e nellʼinsieme.” (da Ernest Hemingway, Death in the Afternoon, 1932) La periferia diventa il centro di una rete infrastrutturale particolare e quasi fine a se stessa: le torri di attracco diventano nuovi simboli architettonici e richiamano la necessaria fisicità dei confini urbani. Allo stesso tempo costituiscono lʼossatura di un sistema di spostamento che può dimostrarsi risolutivo in due direzioni: quella turistica e quella ambientale. Il nuovo sistema, grazie alla possibilità di sorvolare Roma, ha lʼintenzione di decentrare parte del turismo, oggi concentrato nel centro storico della città, creando in questo modo nuove opportunità per i sobborghi. Parallelamente questo nuovo livello infrastrutturale può porsi come alternativa allo spostamento individuale legato allʼautomobile. Un modo rapido e non inquinante di creare nuovi collegamenti nel tessuto urbano. Il sapore antico di questo aeromobile non ci deve fare dimenticare lʼevoluzione che ha portato alla creazione di mezzi sempre più efficaci e tecnologicamente avanzati. Ci sembra fondamentale che lʼaspetto poetico e immaginario di questa proposta, sia affiancato da una particolare attenzione agli aspetti ambientali e di sviluppo tecnologico che devono essere alla base di un qualsiasi progetto urbano. La città, infatti, è un luogo di interazioni in cui esistono molti livelli di connessione: un vero e proprio ecosistema fatto di scambi continui tra la matericità del costruito e gli organismi viventi. Le infrastrutture, gli impianti, le strade, sono il supporto per una molteplicità di attività, spostamenti e processi di evoluzione e involuzione. Oggi appare indispensabile provare a omprenderne la complessità. In questo le nuove tecnologie possono venirci incontro. Immaginiamo di poter leggere porzioni di città con un sistema oggi presente in un qualsiasi Smartphone che possega unʼobiettivo fotografico: quello della realtà aumentata. Immagini scattate dalle mongolfiere vengono riprodotte su uno schermo alla base delle torri di attracco: informazioni ambientali e di ogni altra utilità urbanistica, completano lʼimmagine, effettuando una vera e propria scansione della situazione metropolitana in tempo reale. Un nuovo mezzo conoscitivo, continuo e completo. Le periferie diventano il luogo della lettura della città. La rete si chiude: scambio fisico e virtuale. La continua comunicazione di informazioni tra palloni e stazione e tra stazione e stazione (quindi tra periferia e periferia in un “dialogo suburbano”), pensiamo possa garantire un monitoraggio trasversale della città, permettendo al cittadino di avere una maggiore consapevolezza del proprio ruolo allʼinterno dellʼecosistema urbano. La conoscenza quindi, non solo come creazione di cartoline dallʼalto o viste affascinanti a volo di uccello, ma come punto di partenza di una necessaria partecipazione al cambiamento. I palloni aerostatici si muovono sopra i tetti di Roma. Prova a sfiorare il cielo con in tuo dito più corto e guarda. È il posto ideale per vedere se finisce il mondo o no.
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    “ Roma è la città delle illusioni, non a caso qui cʼè la Chiesa, il Governo, il Cinema, tutte cose che producono illusione, come fa tu come fa io. (…) quale posto migliore di questa città, morta tante volte e tante volte rinata, quale posto più tranquillo per aspettare la fine da inquinamento e sovrappopolazione. Eʼ il posto ideale per vedere se il mondo finisce o no.” Da “Roma”, di Federico Fellini, 1972 Una nuvola di palloni aereostatici circondano la città, mongolfiere prese in prestito ad...

    Project details
    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Urban Renewal
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