OSTERIA MADRE | Diorama | atelier di architettura e design

Osteria Madre nel centro storico di Ostuni è un luogo elegantemente audace, risultato di una visione del tutto singolare che lo studio Diorama ha creato grazie alla sinergia di una squadra di progettisti, cliente e artigiani locali.
L’immersivo progetto d’interni dell’architetto Serena L. Rosato è un elogio alla Puglia: i suoi colori, i paesaggi, il suo fascino più autentico sono stati palette d’ispirazione per forme e materiali.
 
Il corten e il legno noce rappresentano le tonalità più scure dei paesaggi, la brillantezza dell’ottone ricrea le sfumature della pietra locale, la profondità del velluto verde richiama il colore della macchia mediterranea, le pregiate finiture in marmo rievocano i pavimenti e gli altari delle chiese barocche.
 
Definito da quattro ambienti adiacenti tra loro coperti da volte a botte lunettate e in pietra, il locale si compone di spazi di preparazione rigorosamente a vista e spazi dedicati al servizio. “Varcata la soglia – racconta il proprietario Adriano Zaccaria – per me è importante che il cliente si senta subito accolto e abbia già chiaro che tipo di cibo serviamo, avendo persino la possibilità di sceglierlo personalmente dal bancone a vista”.
 

Affacciato sulla piazza principale della “città bianca” con quattro grandi finestre, l’osteria mantiene un legame continuo tra l’interno e l’esterno. Serena Rosato, architetto e fondatrice di Diorama, racconta: “Mi piaceva l’idea che l’ambiante fosse elegante e un po’ formale ma che non perdesse l’identità semplice delle nostre tradizioni. Di qui la scelta di mantenere a vista la pietra delle volte come anche la roccia della grotta, certo incorrendo consapevolmente in alcune problematiche che con un po’ di audacia abbiamo risolto con successo”. 
 
Nell’ultima sala una successione di tre volte strombate in ottone, definiscono il punto focale e differenziano l’ambiente. Qui spicca un lungo tavolo ovale realizzato su disegno dell’architetto Rosato, in cui tre finiture diverse di solid surface si compongono in un singolare gioco di geometrie. Ad illuminarlo, un lampadario formato da una successione movimentata di punti luce a forma di nappe montati su una lastra di ottone che ricalca il profilo stesso del piano sottostante. Le lastre in metallo, sono state disegnate al fine di risolvere problemi di infiltrazioni proponendo una soluzione estetica in linea con il design degli ambienti. 
Al piano interrato è stata realizzata la cantina recuperando un’antica cisterna, dove gli interni disegnati ad hoc ne esaltano il fascino.
Il grande tavolo conviviale realizzato in marmo Patagonia caratterizza questo ambiente molto intimo, mentre le pareti sono interamente ricoperte da scaffali bottigliera custom-made disegnati dallo studio Diorama per rispondere alle specifiche richieste del cliente. 
Le pareti del bagno con piastrelle in cotto di color topazio, incise e realizzate con lavorazione artigianale, si mescolano alle superfici in corten e al marmo Rosvedo dei lavandini, tra geometrie e riflessi.