Quadraro: la Q di Roma, CHANGE Architecture Cities Life | Antonio Luigi Stella Richter

Quadraro la Q di Roma è un progetto urbano ideato e progettato da Arch. Antonio Luigi Stella Richter, diretto da Giorgia Dal Bianco in occasione di CHANGE Architecture Cities Life, nato dall’assegnazione del bando Festival dell’Architettura, promosso dal MiBACT – Direzione Generale Creatività Contemporanea e ideato e organizzato da Open City Roma, MAXXI – Museo Nazionale delle arti del XXI secolo e Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia.

La progettazione ha curato tutte le fasi dell'evento: Ideazione del logo, della grafica, identificazione e studio degli edifici e luoghi di interesse per il tour del quartiere, progettazione degli arredi urbani e degli interventi nelle piazze,  curatela dei dibattiti, presentazioni e tavole rotonde sul tema dello spazio pubblico.

L’intervento è mirato alla ricucitura di un quartiere di Roma, il Quadraro, caratterizzato da due anime storicamente differenti: il nucleo storico della resistenza partigiana del 1944 e il nuovo quartiere della sperimentazione INA Casa del dopoguerra. Più di 1.500 Q colorate disegnano un percorso capace di raccontare, tramite circa 60 QR code le varie anime del quartiere (culturale, storico, artistico, architettonico e monumentale).
Tale ricucitura attraversa tre piazze considerate nel quartiere ad alta problematicità. Tramite interventi mirati con operazioni di tactical urbanism, dipingendo più di 3.500 mq di asfalto, costruzione di arredi urbani, con più di 150 cassette di frutta riciclate, si intende generare tre libere piattaforme a disposizione dell’intero quartiere.
Per riuscire ad invertire un circolo vizioso che ha portato al degrado sociale ed urbano di tali aree, il progetto si è imposto, in collaborazione con le associazioni locali, un tassattivo programma: organizzare giornalmente in tutte le piazze eventi per un mese.

Dibattere dello spazio pubblico nello spazio pubblico:
Talk, seminari, dibattiti, presentazione di libri, corsi di formazione, workshop con artigiani e artisti, eventi musicali, teatrali e di danza, sono il tramite con il quale si avvia un percorso di riappropriazione degli spazi pubblici del quartiere da parte dei suoi abitanti.
La modalità con i quali tutti gli eventi vengono svolti dimostra quanto le piazze siano, anche in periodo di piena pandemia, cuore pulsante della comunità ed unico luogo dove, con semplicità ed in sicurezza, si possa superare il distanziamento sociale e vivere pienamente la collettività.

Si considera il Festival ed i suoi eventi la prima tappa di un processo più lungo dove il cambio di testimone alle associazioni di quartiere e a tutti i cittadini è parte necessaria per mantenere vivi questi spazi attraverso il loro uso quotidiano.