CASA NATALE | Massimo Valente

Formello / Italy / 2021

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La casa natale è quella che descrive Gaston Bachelard nella Poetica dello Spazio.
La casa natale ha una rara peculiarità: è quella in cui si è vissuto da bambini ed ora, dopo una ristrut- turazione integrale con ampliamento del volume esistente che ha acquisito quello che prima era lo spazio del protico, Laura ci tornerà a vivere con Alessandro e le gemelle.


La casa rappresenta quindi il passato ed il futuro, il luogo in cui si ritorna e il posto della memoria, è uno spazio intimo, quel luogo in cui è possibile attivare la “rêverie”, l’abbandono al flusso del sogno ad occhi aperti; uno spazio che ha poco a che fare con la geometria e che bisogna saper abitare.


La casa natale è quella in cui questi occhi aperti iniziano ad esplorare il mondo, ed è una delle possi- bili rappresentazioni dello spazio interiore, e la sua struttura fondamentale è caratterizzata dall’essere centrale e dall’essere verticale, una doppia stratificazione: formale e affettiva, materiale e immate- riale.


Stratificazione fisica perché è su diversi livelli e come racconta il filosofo francese, in questo tipo di spazio ritroviamo la duplicità dei piani dell’agire umano:
quello orizzontale, specifico per ciascun piano della casa, materico, illimitato, privo di direzione predominante, e quello verticale, che ricuce i diversi livelli per mezzo della scala e che, per sua natura, sposa una coscienza di profondità.


Stratificazione emotiva perché è penetrazione ed elevazione, simbolicamente associate all’azione dello scavare o del guardare il cielo, alla ricerca profonda di un valore sacrale e psicologico.


La casa di campagna alle porte di Roma viene reinterpretata in chiave urbana, trasformando il luogo oramai deputato alle gite della domenica in uno spazio dove abitare, assecondando le abitudini tipiche della città alla qualità della vita all’aria aperta, integrando l’amenità dei luoghi con una visione contemporanea dello spazio, dove non manca la tecnologia e con evidenti riferimenti alla tradizione. L’intervento ha previsto un ampliamento che al pia- no terra acquisisce il luogo dell’ex portico, ed è qui che il progetto è maggiormente incisivo grazie alla nuova visione della distribuzione che aggiunge, alla composizione esistente, ulteriori due camere da letto e tre bagni.


Un open space circondato da una natura a tratti
selvaggia con la quale intesse un nuovo tipo di relazione: fisica, con lo spazio ad ovest, spontanea estensione della casa, emotiva attraverso la registrazione totale dell’intorno, con aperture diversi- ficate cui corrispondono rispettive modulazioni di luce, cielo e paesaggio.


È il parco di Veio a fare da cornice alla “casa di famiglia”, costruita dal padre di Laura nel corso degli anni, mattone dopo mattone. A pochi passi, la Via Francigena e i sentieri del CAI si dipanano tra momumenti naturali e storici.


I riferimenti alla tradizione li possiamo trovare nel- la generosa dimensione della cucina della Doimo, calibrata più per eventi conviviali, piuttosto che per la vita quotidiana; attorno al tavolo, volutamente fuori scala per declinare all’occorrenza la camaleontica funzione: un pasto frugale, il pranzo della domenica, una cena in famiglia, una festa tra amici, smartworking con vista o come ampliamento delle scrivanie delle gemelle la cui camera è ridotta all’essenziale.


La cucina è organizzata secondo il ciclo logico lavaggio/preparazione/cottura, che si manifesta nel passo verticale dei cestoni e si riflette lungo il piano operativo che occupa l’intera parete ed incornicia a sud, per mezzo delle due finestre quadrate filo top, il fondo prima e il parco poi, fin dove lo sguardo si perde.


Verso ovest sembra proseguire fisicamente all’esterno, si estende verso la funzione corrispondente di pranzo/cena all’aperto, dove il tavolo lineare sottende la circolarità suggerita dalle due aperture che a loro volta internamente, inquadrano le incisioni delle librerie a tutt’altezza.


L’apertura sulla destra è centinata, per dimensione e forma si identifica come ingresso principale alla casa, dilata la linea di soglia con il living che sfuma nello spazio minerale confutando una distinzione netta tra interno ed esterno, favorendo il carattere proprio della casa di campagna: quello di essere dentro e fuori allo stesso tempo.
Il lato nord è invece tratteggiato dal “bosco lineare” di abeti, protezione visiva e barriera frangi vento; qui la relazione con il paesaggio è di tipo verticale attraverso due lame trasparenti che completano ai lati, la grande parete dedicata al camino, pensata come una vera e propria scenografia.


Nonostante il clima non certo rigido di Roma, ci si è lasciati guidare da un’immagine che pian piano si è cristallizzata nella mente; quella di un paesaggio invernale.


Il calore del focolare domestico, i filari innevati ai lati del camino acceso, un silenzio bianco e poi il vento che batte sulle finestre, tutto riporta a quella
sensazione che descrive Baudelaire in “Les paradis artificiels” quando Thomas de Quincy invoca “dal cielo tanta neve, grandine e gelo ... così il suo nido risulterà più caldo, più dolce, più amato”.


Tutto ciò che è esterno è soltanto un pretesto per tornare a casa, un particolare stato d’animo ri- conducibile a quel senso di protezione e forse alla ragione stessa che ha determinato la necessità di costruirla la casa.


La parete/camino è realizzata su misura ma a par- tire da una base industriale, è enfatizzata trasver- salmente dal motivo della panca oversize, rivestita in lastre di grès porcellanato laminato della serie “Metal” della Cotto d’Este, e dalla grande cappa che inquadra la bocca del focolare. 


a panca lungo i suoi 5,00ml ha profondità variabili, si estende idealmente per tutta la lunghezza della parete e conclude il living rapportandosi frontalmente allo spazio del divano, del quale diventa una vera e propria appendice, regalando la qualità di una seduta accanto al fuoco e la possibilità di con- versare stando seduti uno di fronte all’altro.


 


 

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    La casa natale è quella che descrive Gaston Bachelard nella Poetica dello Spazio. La casa natale ha una rara peculiarità: è quella in cui si è vissuto da bambini ed ora, dopo una ristrut- turazione integrale con ampliamento del volume esistente che ha acquisito quello che prima era lo spazio del protico, Laura ci tornerà a vivere con Alessandro e le gemelle. La casa rappresenta quindi il passato ed il futuro, il luogo in cui si ritorna e il posto della memoria, è uno spazio intimo, quel...

    Project details
    • Year 2021
    • Work started in 2019
    • Work finished in 2021
    • Main structure Mixed structure
    • Client Privato
    • Contractor Archedil
    • Cost 200.000
    • Status Completed works
    • Type Single-family residence / Country houses/cottages / Building Recovery and Renewal
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