QIRAT | Sergio Aruanno

Costruzione di importante dimensione se paragonata all'architettura domestica tipica del centro storico di Tortolì, nata da aggregazione di fabbricati di diversa epoca costruttiva, edifici diversi fra loro ma unificati da percorsi spontanei dettati dalla necessità di sviluppo. All'origine, parliamo della metà dell'800, un grande cortile con al centro un edificio, il più vecchio, realizzato in "laddiri" mattoni di fango. Articolato su due livelli, probabilmente ne costituiva il nucleo originario. Poi, contemporaneamente allo sviluppo del centro abitato, una nuova costruzione nasce sul bordo strada, arteria principale di accesso al paese, la facciata diventa la chiusura del terreno e si allinea alle altre facciate formanti una quinta continua sulla strada di accesso, la Via Garibaldi. L'edificio nascituro, prende deboli sembianze riconducibili ad uno stile novecentesco, presenza di cornicione modanato, ringhiere finemente lavorate di provenienza cittadina, simmetria delle aperture, un immagine più adeguata ai tempi. E data l'importanza dimensionale e la posizione strategica di accesso al paese, al piano terra si da una destinazione commerciale alimentare, il tipico piccolo emporio alimentare di paese a conduzione familiare. Famiglia che abita lo stesso dell'edificio, sia il  piano superiore che la vecchia casa originaria probabilmente dimora dei nonni. Ciò fino agli anni 80, quando è stato tutto abbandonato.

 Complesso affascinante per la sua genesi e la sua articolazione, labirintico ma funzionale all'utilizzo dei nuovi acquirenti, giovani attratti dalla possibilità di ridare vita ad un organismo architettonico per destinarlo a propria residenza e aperto all'ospitalità di chi vuol conoscere il nostro paese.

Gli edifici conservano gran parte della storia edilizia di Tortolì, tutto il materiale costruttivo recuperabile è rinato, i legni delle coperture si mostrano in tutta la loro bellezza del materiale indistruttibile, il ginepro, mostrando la maestria degli artigiani dell'epoca. Assistiamo alla compresenza di edilizia povera, realizzata in mattoni di fango con coperture rette da capriate naturali modellate dalla natura ed edilizia cittadina, fatta di blocchi squadrati in granito e capriate realizzate con disegni e canoni costruttivi.

Parte dei pavimenti in cemento decorato e colorato, realizzati nella vicina Blocchiera Falchi di Tortolì, vengono recuperati e ricollocati, così come un vecchio mobile appartenuto all'arredo del negozio.

Le vecchie tegole delle coperture, hanno ripreso il loro posto a svolgere egregiamente la loro funzione.

Anche queste realizzate e cotte in loco, testimoniate da firme ritrovate incise sulle tegole stesse da quelli che allora erano bambini e giocavano nel rione del forno di cottura, "Su Forru 'e Sa Teula".

 L'edificio più antico ha mantenuto il suo aspetto originario di edilizia povera, conservato all'interno del complesso anticipato da due cortili, immagine sorprendente  per chi accede la prima volta dall'ingresso al piano terra.

 La facciata invece, riassume il suo ruolo rappresentativo, si riprendono gli elementi caratteristici delle facciate dei palazzotti novecenteschi, il vecchio cornicione viene recuperato e ricostruito nella parte mancante, le ringhiere originarie di disegno liberti vengono messe in evidenza e caratterizzano la facciata stessa, il basamento viene caratterizzato con bugne in rilievo.