Restauro Palazzo Schifanoia

I lavori di riparazione post sisma, il recupero degli spazi, il nuovo allestimento, la nuova illuminazione, il nuovo giardino Ferrara / Italy / 2022

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Nell'ambito del programma di recupero delle Opere Pubbliche e dei Beni Culturali danneggiati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, l'Amministrazione Comunale della Città di Ferrara - in coordinamento con la Regione Emilia Romagna - ha individuato, tra gli interventi urgenti, la riparazione e il miglioramento strutturale di Palazzo Schifanoia di Ferrara. Per rendere nuovamente visitabile il Salone dei Mesi e l’adiacente Sala degli Stucchi sono stati eseguiti interventi localizzati di consolidamento e risarcitura di lesioni murarie e di controllo/restauro specialistico degli apparati decorativi delle due importanti sale; questi interventi hanno reso possibile nella primavera del 2013 la riapertura del Palazzo a cittadini e turisti, seppure per tale limitata porzione dell’ala quattrocentesca. Il processo di conoscenza dell’edificio, svolto attraverso il rilievo e l’analisi della configurazione strutturale e materico dell’edificio e del quadro fessurativo conseguente agli eventi sismici del maggio 2012, ha portato in evidenza la vulnerabilità dell’intero edificio; sono stati realizzati di conseguenza interventi strutturali mirati al ripristino dei danni subiti e ad un insieme diffuso di interventi di rafforzamento che hanno consentito di ottenere un miglioramento della risposta sismica locale e globale dell’intero edificio. Connesse a questi interventi, sono state eseguite le opere architettoniche ed impiantistiche,  concepite e quantificate ovviamente per ottenere un ragionevole “compromesso” tra nesso di causalità con le opere strutturali e qualità finale complessiva del recupero degli ambienti del prestigioso palazzo. La necessità di intervenire sull’edificio per ripristinare i danni provocati dal sisma ha dato l’occasione alla Direzione del Museo di Schifanoia di ripensare la funzionalità museale. Secondo tale visione gli spazi espositivi della fabbrica trecentesca e gli straordinari ambienti del piano nobile sono stati ampliati  recuperando  ulteriori stanze dell’ala quattrocentesca al piano terra ( eliminando il piano ammezzato e ripristinando la quota dell’originario piano terra ). Gli interventi architettonici , partendo da questa nuova impostazione, hanno permesso  il recupero di una serie di ambienti - con in particolare il restauro e la valorizzazione dei lacerti di pitture murali negli spazi che di quella che fu storicamente la “Stanza della Loggia” e del soffitto ligneo di questa ed altre stanze seguenti attualmente nascosti da “controsoffitti” in canniccio -, i sistemi  di superamento delle barriere architettoniche, la dotazione di servizi igienici. Tra gli interventi strutturali previsti, oltre alle opere di riparazione e ripristino quali iniezione delle lesioni, scuci–cuci, cuciture armate, ristilatura dei giunti di malta, si e’ realizzato l’irrigidimento diffuso dei solai lignei di piano e di sottotetto, il consolidamento delle travi composte e l’inserimento di catene. Considerata l’impossibilità di operare sui pannelli murari portanti, diffusamente decorati ed affrescati,gli interventi hanno interessato principalmente gli orizzontamenti al fine di impedire meccanismi locali per ribaltamento fuori dal piano. I solai del piano nobile sono stati irrigiditi con doppio tavolato disposto in diagonale, ancorato in corrispondenza dei travetti, e connesso alle murature mediante profili metallici perimetrali tassellati. Per le travi composte saranno previsti profili metallici estradossali di connessione e “cinture metalliche” esterne di confinamento per contrastare il distacco reciproco tra i vari elementi che le costituiscono. Nei solai del sottotetto dell’ala quattrocentesca, ove non è stato possibile inserire il doppio tavolato sono state realizzate reticolari di piano. Tutti gli interventi di irrigidimento eseguiti sui solai riusciranno pertanto a limitare gli spostamenti relativi dei due corpi edilizi ( trecentesco e quattrocentesco) in aggregato. Le importanti decorazioni architettoniche delle sale del piano nobile, ed in particolare lo straordinario ciclo pittorico del Salone dei Mesi, hanno imposto un “progetto di prevenzione/protezione” volto ad evitare qualsiasi possibilità di danno conseguente ai previsti interventi strutturali, architettonici, impiantistici, da eseguirvi all’interno.a cura di laboratori di restauro altamente qualificati che hanno già restaurato dette sale del piano nobile e che quindi ben conoscevano specificatamente le problematiche.


 Il progetto di allestimento museale della fabbrica del Palazzo Schifanoia unisce la valorizzazione del contesto alle necessità espositive di sculture, bassorilievi, monete e altre opere legate al patrimonio estense.
Per quanto concerne il ‘300, la presenza dei soppalchi caratterizza fortemente gli spazi e suggerisce percettivamente la suddivisione di un ambiente maggiore che permette la lettura della sala originale ed uno più piccolo, raccolto al di sotto del solaio in acciaio e protetto dalle quinte di lamiera stirata. Il progetto museografico prevede la collocazione delle opere in teche e basi.
Per quanto concerne il ‘400, i lavori di allestimento hanno previsto la realizzazione di teche e basi collocate negli ambienti successivi al Salone dei Mesi, seguendo il percorso espositivo che inizia appunto nell’ala trecentesca. In particolare il percorso espositivo prevede un racconto collegato al periodo di Borso D’Este nelle sale al piano primo, la collezione di quadri e le opere attualmente presenti al Museo Bonacossi nelle sale del piano terra.
L’allestimento prosegue la filosofia espressa dall’allestimento temporaneo realizzato in occasione della mostra “L’Oro degli Estensi”. Il progetto d’allestimento si articola in un sistema espositivo costituito da: Teche alte, Teche base, Pareti espositive, Basi. Le teche alte sono concepite come elementi semplici, costituti da una struttura a C in metallo di altezza 220 cm e larghezza variabile, con vetro sui 3 lati aperti e la schiena opaca chiusa con una lastra di metallo. Le teche integrano i sistemi di illuminazione, cablaggio e quanto necessario al sistema illuminotecnico. Le pareti espositive si articolano come muri e contengono al loro interno teche o spazi appositi destinati all’esposizione delle opere. 


Il progetto di illuminazione del Salone dei Mesi parte dal presupposto dell’ottimizzazione della fruizione visiva del ciclo di affreschi, ma si pone in una dimensione nuova e inedita sotto il profilo delle potenzialità che la regia luminosa di nuova generazione è in grado di offrire oggi. Oltre alla scena museale canonica sono state realizzate scene interpretative, rivelatrici di particolari e di significati simbolici del ricco patrimonio iconografico dei tre livelli pittorici voluti da Borso D’Este. L’impostazione degli apparati e apparecchi, previsti per generare i necessari flussi luminosi, sono stati concepiti e posizionati per generare il minor disturbo visivo possibile, contenendo ai minimi termini gli effetti di abbagliamento molesto. Tra le priorità della valorizzazione degli affreschi nel Salone dei Mesi e’ posta la tutela ed il rispetto dei criteri per la conservazione delle superfici pittoriche. Inoltre, particolare cura è stata rivolta alla scelta della qualità spettrale del flusso luminoso al fine di ottimizzare la resa dei colori delle porzioni affrescate, siano queste integre o particolarmente deteriorate. La soluzione di ospitare i proiettori all’interno di una struttura appositamente progettata, “modulo integrato” posto a pavimento, permette di prefigurare un ampio spettro di opzioni funzionali tra le quali l’inserimento dell’illuminazione di emergenza, dei componenti ausiliari wi.fi e di diffusione sonora ma non solo. Infatti, il dimensionamento costruttivo del modulo integrato è predisposto per accogliere apparecchi aggiuntivi previsti per proiettare immagini o sequenze di immagini coerenti con possibili ricostruzioni storico-percettive delle porzioni di affreschi mancanti.Il progetto esecutivo ha adottato la soluzione con apparecchi di illuminazione dal basso. Infatti, nello svolgimento delle analisi e prove effettuate in loco è emersa la problematica illuminotecnica in base alla quale ogni sorgente posta in quota o addirittura a soffitto è causa di effetti di riflessioni speculari sulle superfici affrescate. Conseguentemente è stata adottata la soluzione tipologica con struttura tecnica a pavimento per l’inserimento remoto degli apparecchi di illuminazione appositamente calibrati. Una soluzione tecnico-formale è stata prevista in corrispondenza dell’ingresso principale del Salone dei Mesi. Si tratta di un portale concepito per caratterizzare l’effetto “sorpresa” prospettico a partire dallo sbarco della scala principale e contemporaneamente mascherare l’apparato tecnico di illuminazione in prossimità della soglia di ingresso al Salone dei Mesi. Nelle sale adiacenti, per la specificità dell’apparato decorativo e della relativa Architettura, è stata adottata una soluzione di illuminazione d’ambiente attraverso soluzioni customizzate per flussi luminosi indiretti. Tale soluzione prevede il posizionamento di piantane customizzate negli spazi per favorire l’ottimizzazione degli effetti di diffusione sugli apparati decorativi.


Nel progettare un giardino per Palazzo Schifanoia le fonti grafiche hanno aiutato ad orientarsi in un contesto in cui alla presenza di un palazzo rinascimentale dalle forme pressoché integre, si contrappone la perdita di qualsiasi elemento formale cui possa essere ricondotto il giardino antico nel suo aspetto originario. Delle fonti a disposizioni la scelta si è rivolta alla Pianta di Ferrara nell’anno 1597 di Filippo Borgatti,  e la Pianta ed alzato della città di Ferrara di Andrea Bolzoni, del 1747. La carta del Borgatti riporta la disposizione delle forme del giardino ancora visibile al 1597, organizzata in una composizione quadripartita di riquadri di manto erboso, percorsi da sentieri a perpendicolo e obliqui con al centro un profilo squadrato o circolare, simmetricamente disposti rispetto ad un asse allineato con l'accesso al giardino dal palazzo. La carta del Bolzoni mostra una diversa superficie che al 1747 si estendeva dal fronte edificato su Via Scandiana all'attuale Via Cisterna del Follo. Il giardino non è più riconoscibile, ha perso la composizione a riquadri disegnati e al suo posto si distingue un'ampia area destinata ad orto, organizzata in appezzamenti in cui coltivazioni varie si alternano ad alberi da frutto; una fascia di più esigue dimensioni, adiacente al palazzo, appare invece quale superficie priva di differenziazione formale al proprio interno. Se si sovrappongono la carta del Borgatti e quella del Bolzoni su una pianta proporzionata secondo lo stato reale dei luoghi si rileva come le misure, le proporzioni e la distribuzione dei comparti del Bolzoni ricalchino quelle dei riquadri della composizione quadripartita ancora leggibile al 1597. 
La presenza di un giardino antico che per un breve tratto della sua forma d'origine ricadeva entro il perimetro di un giardino esistente aveva suggerito, in un primo tempo, che gli elementi formali del suo disegno potessero diventare le linee guida per il progetto. Lo studio di una riproposizione in pianta della forma del tracciato compositivo originario è stato il primo approccio al progetto. 
Le forme introdotte si propongono di comporre un margine lungo il confine Nord del giardino, il tratto più sensibile e disperso, contraltare del palazzo e marcata interruzione dell'assetto originario, disposto lungo la linea dalla quale avevano inizio i riquadri erbosi al 1597, arricchendolo di episodi quali una pergola, siepi, alberi di frutti antichi allevati a spalliera e alberi di frutti antichi in filari associati a siepi, che permettono una composizione rivolta a specie vegetali e pratiche di coltivazione attinte dalla tradizione rinascimentale del fare i giardini.
Per ciò che concerne le forme introdotte nel giardino si è proceduto seguendo misure che rintracciassero proporzioni ed allineamenti presenti nelle forme costruite del palazzo. È il salone d'accesso di Schifanoia a dettare le proporzioni, le misure e il posizionamento della pergola. La pergola fa cominciare il bordo disegnato del nuovo giardino ponendosi come elemento unificatore dell'intero spazio, ora diffuso in un'indistinta superficie a prato.
Le proporzioni della sala suggeriscono le dimensioni per i singoli elementi modulari che danno forma alla pergola. E' questa struttura metallica, insieme ad un filare di alberi di frutti antichi che allineandosi ad essa ne estende la vista in prospettiva, a porsi come nuovo asse per il giardino.
La pergola di metallo, sulla quale crescono rose rampicanti di tre specie, si compone di due ali
simmetriche rispetto all'entrata d'onore al giardino: il braccio a destra che introduce ad uno spazio raccolto, una passeggiata cadenzata da alberi di frutti antichi allevati a spalliera e alberi delle stesse specie accostati a siepi, che accompagnano il fronte del palazzo disegnando per esso una quinta su cui affacciarsi e il braccio a sinistra che conduce all'edificio della ristorazione con un passaggio erboso lungo il quale alberi di frutti antichi sono anch'essi allevati a spalliera a ridosso di una sottile struttura di metallo pensata a mascheramento dell'edificio di servizio accanto.
Per consentire l’accesso al “nuovo giardino” sviluppato dal presente progetto, è stata studiata la realizzazione di un nuovo percorso che si collega a quello esistente sopra citato. Si svilupperà sotto i due pergolati ricoperti di rose, sdoppiandosi poi in due brevi tratti che consentiranno di visionare da vicino gli alberi da frutto posti a spalliera sul muro di confine e gli alberi da frutto isolati. Il materiale utilizzato consente di ottenere una pavimentazione naturale stabilizzata.

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    Nell'ambito del programma di recupero delle Opere Pubbliche e dei Beni Culturali danneggiati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, l'Amministrazione Comunale della Città di Ferrara - in coordinamento con la Regione Emilia Romagna - ha individuato, tra gli interventi urgenti, la riparazione e il miglioramento strutturale di Palazzo Schifanoia di Ferrara. Per rendere nuovamente visitabile il Salone dei Mesi e l’adiacente Sala degli Stucchi sono stati eseguiti interventi...

    Project details
    • Year 2022
    • Work started in 2018
    • Work finished in 2022
    • Main structure Mixed structure
    • Client Comune di Ferrara
    • Status Completed works
    • Type Parks, Public Gardens / Museums / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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