Riqualificazione della Piazza Regina Margherita e Largo Tunisia a L'Aquila | 2STUDIO Ingegneria e Architettura
L’Aquila / Italy / 2022
PREMESSA
Nel ricordo dei mesi successivi al terremoto del 6 aprile 2009 vi è soprattutto quello di una città militarizzata, satura di divieti di accesso, di confini, transenne, cartelli di zona rossa e posti di blocco. La città deserta, con le piazze vuote e le luci spente, sembrava che di notte piangesse i suoi abitanti. Poco dopo, con un ritmo via via crescente, il flusso cittadino ha cominciato a disegnare nuovi percorsi, a costruire nuove routine, seguendo una periferica trama stradale in poco tempo potenziata e resa più agevole al traffico dei veicoli. Lungo questi assi viari, privi di marciapiedi e orientati secondo un sistema centrifugo rispetto al centro della città, sono proliferati centri commerciali fino ad allora disertati dai cittadini, abituati a percorrere le vie del centro storico.
Questi luoghi di intrattenimento chiusi hanno rappresentato per molti un'alternativa di successo alla strada e agli spazi pubblici sino al quel momento vissuti e che a causa dell’inaccessibilità e del potenziale pericolo avevano smesso di attrarre gli abitanti. L'abbandono degli spazi pubblici a favore di luoghi chiusi, sicuri e bene monitorati, ha comportato la graduale scomparsa delle relazioni sociali che in essi avevano luogo: i cittadini in poco tempo si abituavano alla velocità, ai paesaggi degradati, ai marciapiedi delimitati da transenne, al transito fugace privo dell’esperienza dell’abitare.
L’allontanamento dallo spazio pubblico ha avuto come inevitabile conseguenza l’allontanamento dall’interesse comune. Allo spazio pubblico fisico si è sostituito uno spazio virtuale, piattaforme social che negli anni sono diventate veri e propri palcoscenici per haters contrari a tutto, mossi da un dissenso profondo, per quanto fugace, verso ogni trasformazione o innovazione, costruendo e consolidando un clima di diffidenza e ostilità soprattutto nei confronti di ciò che poteva essere inquadrato come diverso rispetto al passato.
Si aggiunga a questo l’ostentata predilezione a cui si è assistito per la ricostruzione dov’era com’era, per l’assurda ripetizione di anonimi edifici degli anni’70 identici a prima.
La scelta poco lungimirante di osteggiare l’affermarsi di nuove soluzioni per l’abitare, la mancanza di un dibattito cittadino che si interrogasse sulle scelte fatte o da farsi, ha generato agli occhi dell’opinione pubblica l’evidenza che l’unica cultura degna di questo nome fosse quella prodotta in epoche remote, confinata in un irriproducibile passato da proteggere ad ogni costo.
La riqualificazione della Piazza Regina Margherita e di Largo Tunisia, grazie al contributo e alla lungimiranza della Fondazione Carispaq, ha voluto mettere in discussione queste consolidate dinamiche attraverso un progetto innovativo, dal linguaggio spiccatamente contemporaneo eppure rispettoso del contesto storico in cui si inserisce: uno spazio pubblico di accoglienza e inclusione, un luogo in cui ricostruire il senso di concittadinanza e di amore verso la cultura e la bellezza, a qualunque epoca storica esse appartengano.
LO STATO ANTE OPERAM
Entrambe le piazze si trovano ai bordi del Corso Vittorio Emanuele, storica arteria del centro storico aquilano che nei secoli ne ha ospitato il passeggio cittadino.
Piazza Regina Margherita era ed è caratterizzata da un’implicita complessità: da un lato la storica facciata del Tritone nata dal parziale recupero delle pietre del prospetto di San Francesco a Palazzo demolito a seguito delle trasformazioni urbane che interessarono la città dell’Aquila a partire dal 1860; dall’altro la concentrazione di bar e attività commerciali nei pressi delle piazze che nel tempo hanno alimentato una vivace vita notturna.
La bella facciata del Tritone risultava pressoché nascosta ai passanti. L’aiuola centrale, recintata a delimitare uno spazio verde poco curato, è sempre stato un ostacolo sia per le visuali che per l’aggregazione sociale.
L’inaccessibilità della piazza, che si traduceva nella negazione della sua valenza di spazio pubblico, favorì l’utilizzo delle strade circostanti come luogo di risulta o junkspace, utile solo al parcheggio selvaggio delle autovetture e al deposito della spazzatura.
Largo Tunisia versava in condizioni del tutto simili alla vicina Piazza Regina Margherita: la piccola aiuola con l’albero centrale è occlusa dalle automobili, la mancanza di decoro urbano e la trasandatezza dello spazio fanno sì che nessuno si ricordi di questo luogo, che pur si colloca in una strategica posizione a ridosso di Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla Fontana Luminosa.
IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE
La presenza dei residenti, dei commercianti e il vivace flusso di cittadini che ogni giorno attraversavano questi spazi segnalò l’urgenza di una riqualificazione urbana capace di creare uno spazio inclusivo.
Il disegno della piazza Regina Margherita ha avuto i seguenti obiettivi:
- Valorizzare la fontana del Tritone non solo attraverso il restauro delle sue superfici ma anche garantendone la vista dal Corso Vittorio Emanuele;
- Creare uno spazio accessibile a tutti, con grandi sedute che potessero ospitare ogni fascia d’età senza pregiudizio né emarginazione;
- Eliminare la presenza delle autovetture e dei parcheggi selvaggi dall’ambito pubblico.
Eliminata l’aiuola centrale, apparve subito evidente e suggestivo il contrasto tra la rigorosa facciata ottocentesca del Tritone e le forme organiche che delineavano le chiome degli alberi. Il disegno della nuova pavimentazione diventa sintesi di questo contrasto: due linee curve, che si generano dai piedi delle lesene della facciata del Tritone, organizzano lo spazio pubblico definendone, in un semplice gesto, le sedute, gli spazi verdi e quelli pavimentati.
Dal corso Vittorio Emanuele queste due linee, che si trasformano in due lunghe sedute di pietra, abbracciano lo spazio pubblico e accolgono il passante invitandolo alla sosta e alla contemplazione.
Ne risulta un’immagine di pacata bellezza, un impulso verso un’identità culturale orgogliosa della propria contemporaneità e rispettosa del proprio passato.
Il progetto di riqualificazione di largo Tunisia propose, con il medesimo linguaggio, la riorganizzazione dello spazio pubblico attorno alla preesistente aiuola centrale, che viene ridisegnata dalla nuova seduta in pietra.
La pavimentazione delle piazze è bicolore: bianca (in linea con la cromia del futuro progetto di ripavimentazione del Corso) e rosa, richiamando i colori della facciata del Tritone, tipici della tradizione aquilana.
La seduta ha una profondità di 50 cm ed è realizzata in blocchi di pietra bianca. Al di sopra delle sedute sono disposte alcune panchine con schienale in legno, per rendere più confortevole la sosta alle persone meno giovani.
Le aiuole sono delimitate da lastre verticali di acciaio corten, che ben si integrano nel contesto storico. L’acciaio corten è riproposto anche nei pali per l’illuminazione: iconici lampioni che rievocano la sagoma dei tronchi degli alberi, minimalisti ed eleganti illuminano lo spazio con proiettori Led evitando fenomeni di inquinamento luminoso e limitando al contempo il consumo energetico.
PREMESSA Nel ricordo dei mesi successivi al terremoto del 6 aprile 2009 vi è soprattutto quello di una città militarizzata, satura di divieti di accesso, di confini, transenne, cartelli di zona rossa e posti di blocco. La città deserta, con le piazze vuote e le luci spente, sembrava che di notte piangesse i suoi abitanti. Poco dopo, con un ritmo via via crescente, il flusso cittadino ha cominciato a disegnare nuovi percorsi, a costruire nuove routine, seguendo una...
- Year 2022
- Work started in 2021
- Work finished in 2022
- Main structure Mixed structure
- Client Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell'Aquila
- Contractor EDILFRAIR Costruzioni Generali SPA
- Cost 292305,1
- Status Completed works
- Type Public Squares
comment