Santa Maria del Belvedere | Luca Soave

Recupero di un'antica pieve Cuneo / Italy / 2019

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La Pieve di Santa Maria del Belvedere è stata restaurata secondo principi di osservazione, documentazione, applicazione tecnica, ricalcando la sua storia, cominciata da una dimensione devozionale e plasmatasi nel tempo fino a diventare un binomio di culto e quotidianità. Riconoscere e ammettere l’autenticità della stratificazione storica è stato il presupposto per i nuovi interventi, secondo il principio della distinguibilità, volti a contemperare l’esigenza di ordine filologico, per assicurare la riconoscibilità delle parti aggiunte senza falsificare l’immagine originale d’insieme.


Si tratta di un costruito molto antico, sorto tra l’XI e il XII secolo, istituito a Pieve nel primo quarto del XIV secolo. Vi si è riconosciuta una soluzione formale adatta al culto, espressa dalla tipologia dell’aula ad unica navata mono absidata con orientamento est-ovest. La copertura era definita da un tetto a due falde in legno e manto in tegole di ardesia; fu estesa con l’addossamento di un nuovo corpo di fabbrica che precluse, prima del 1740, l’originale accesso all’aula; in seguito, la casa colonica costituì un ulteriore, radicale sviluppo del complesso finora raggiunto.


Per ragioni di interesse archeologico intrecciate a necessità strutturali, le indagini condotte sul manufatto hanno rilevato l’intero apparato murario nella sua forma e consistenza e determinato il ritrovamento di un ossario e della fossa di fusione per la realizzazione di una campana: sono ben evidenti i residui delle operazioni di cottura e i resti dello stampo in argilla cotta. In corrispondenza del catino absidale, gli affreschi di metà Quattrocento attribuibili a Pietro da Saluzzo, straordinaria testimonianza che necessita di un restauro conservativo, sono rientrati nella campagna stratigrafica conoscitiva condotta. La paternità della pittura è stata sostenuta da indagini comparative condotte su altre opere del Maestro in Piemonte, come nelle cappelle della SS. Trinità a Scarnafigi e di S. Salvatore a Macra, e ancora nellle chiese dei Santi Filippo e Giacomo a Verzuolo e di Santa Maria ad Nives a Centallo.


Gli interventi di recupero e riuso della fabrica, coerenti nell’impiego di materiali, disegni e modelli, hanno riguardato la porzione orientale del manufatto che denuncia la presenza dell’antica Pieve, con la riapertura di numerose finestre in corrispondenza dell’abside, e si sono estesi all’intero complesso mediante opere di miglioramento statico e di riconversione dei locali a fini abitativi. Il ripristino delle coperture, con reimpiego dell’attuale manto in lose, ha implicato il recupero, ove possibile, di elementi strutturali lignei altrimenti reintegrati con essenze e lavorazioni affini all’esistente. Sul lato nord, una datazione stratigrafica storica delle tettoie ne ha predisposto il riutilizzo mediante un tamponamento contemporaneo in linea con il genius loci, per la reperibilità del legno e la coerenza di questo materiale con le fasi costruttive del complesso.


Internamente, lo spazio del vano fienile è stato ripartito in due livelli attraverso la realizzazione di una struttura indipendente a telaio in profilato metallico, visibile e denunciata per non sottrarre materia alle murature, ma permettere e preservare la loro lettura cronologica. Le partizioni interne sono state strutturate con materiali reversibili e coerenti, gli intonaci rifatti con utilizzo di malte a base di calce idraulica naturale e le tinteggiature, nelle tonalità concordate con la Soprintendenza, eseguite con latte di calce e terre d’ombra.


Nel rispetto dei modelli originali, serramenti e opere lignee sono stati realizzati su disegno con applicazione di tecnologie correnti per necessità di coibenza termica e acustica.


La ripulitura delle parti in pietra a vista è avvenuta con interventi a dosaggio controllato e ristilatura dei giunti. Pavimenti in cotto proveniente da recuperi e tavoloni lignei contraddistinguono gli ambienti interni, differenziati nell’uso; all’esterno, un acciottolato apre uno strascico nel verde, intervallato dalle lastre in pietra a spacco delle trottatoie.

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    Project details
    • Year 2019
    • Work started in 2017
    • Work finished in 2019
    • Status Completed works
    • Type Single-family residence
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