Proposta per il nuovo polo culturale M9

Mestre / Italy / 2010

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Il progetto risponde alla sfida del bando con una soluzione in grado di ottenere un buon equilibrio tra l’utilizzazione conservativa della vecchia caserma per attività commerciali e la costruzione del nuovo museo, la cui originalità architettonica è destinata a creare un luogo memorabile, ancorato alle radici della città.

Il museo è formato da sedici torri, nove delle quali destinate ad accogliere le funzioni principali richieste e sette il sistema distributivo verticale delle scale e degli ascensori. Le torri sono disposte sul piano orizzontale in forma quadrata secondo un’organizzazione studiata per ottenere complessi e suggestivi spazi interstiziali, simili a quelli che si possono ammirare in ogni centro antico come quello di Mestre.

Il piano è incorniciato sui lati nord e ovest da due muri immaginati come assi cartesiani regolatori dei rapporti con il contesto urbano circostante. Una panca di pietra delimita sugli altri due lati una sottile vasca d’acqua. Mentre i due lati murati costituiscono una parentela formale con l’impianto quadrangolare della vecchia caserma e delle scuderie, i due lati aperti consentono di penetrare dall’esterno visivamente e funzionalmente il nuovo complesso. Le torri principali s’incastrano alla base su una piastra a due livelli a forma quadrangolare, che oltre ad accogliere la hall e altre funzioni collettive garantisce la continuità spaziale e funzionale con il piano terra.

Dal quarto al sesto livello, le torri sono connesse tra loro da una trama di passerelle trasparenti, che consentono di ammirare il panorama e il cuore del complesso. La loro trasparenza fa da contrappunto alla materia pesante delle torri in muratura di calcestruzzo armato, rivestite di mattoni dalle superfici levigate, caratteristiche costruttive che garantiscano una lunga durata senza onerosi interventi di manutenzione.

Nello stesso tempo la dimensione variabile degli spazi disponibili consentirà di ottenere una grande flessibilità funzionale anche nel lungo periodo. Una rampa, protetta da una copertura in vetro, consente l’accesso al parcheggio interrato e ai servizi tecnici del museo.

Il progetto garantisce relazioni con la città: due logge alte dodici metri, appoggiate ai muri accolgono i visitatori provenienti da via Brenta Vecchia e da via Pascoli, conducendoli alla piazza coperta collocata all’angolo formato dalle due ali del muro, punto di convergenza tra il museo e il centro commerciale, collegati a piano terra da varie aperture, e al secondo da un’ampia passerella. È prevista l’apertura di un varco pedonale su corte Legrenzi. Attraverso piazzale Donatori di Sangue e calle Legrenzi il nuovo percorso viene protetto da una copertura a vetro tesa tra le due vecchie scuderie adibite a bar e ristorante. Un altro accesso, da intendersi come proposta integrativa rispetto alle richieste del bando, può essere ottenuto da via Poerio lungo il fianco est della chiesa di Santa Maria delle Grazie con la demolizione di un piccolo volume addossato al fianco della Chiesa, per realizzare una loggia che giunga fino al retrostante muro a L del museo.

Per quanto riguarda l’intervento sulla vecchia caserma è necessario considerare che la sua qualità è costituita dalla griglia delle murature portanti con le aperture che la traforano e dalla trama degli orizzontamenti in legno dei vari piani fino alle coperture, sostenute da capriate in legno di varie dimensioni. Seguendo il nostro metodo di restauro, basato su una rigorosa prassi conservativa, tutte le strutture lignee saranno consolidate con interventi minimi di risarcimento secondo le metodologie sperimentate da decenni in innumerevoli restauri.

Per segnalare l’ingresso principale all’antico convento propongo di aprire il breve tratto di muratura compreso tra la chiesa e il loggiato per ottenere un triplo volume che consentirà di penetrare visivamente il corpo edilizio fino alla corte scoperta, sul quale si affacceranno gli ambienti adiacenti, in comunicazione con la scala principale attuale adeguatamente conservata e integrata nelle vicinanze con un grande ascensore trasparente.
Al primo piano, ma soprattutto al secondo, caratterizzato dal tetto a capriate, la maglia distributiva principale viene ottenuta sul lato est della corte con una sequenza articolata di diaframmi trasparenti in ottone e vetro, come una grande vetrina continua degli spazi commerciali connessi alle murature perimetrali da una copertura orizzontale trasparente, senza intercettare le strutture lignee. Al contrario, negli spazi di maggior dimensione, grandi scatole trasparenti di ottone e vetro disposte con cura contengono le funzioni commerciali.

All’interno della corte è prevista l’installazione di una galleria vetrata a sezione semiellittica, strutturalmente indipendente. Le due ali laterali a mensola proteggeranno l’anello aperto del chiostro dalla pioggia senza impedirne la ventilazione. L’illuminazione durante le ore notturne la renderà visibile dall’intorno e dalle aree centrali della città, quasi come una grande lanterna.


Gruppo di progettazione
Massimo Carmassi, capogruppo
Lorenzo Carmassi e Lilian Nakashima, collaborazione progettazione
Cristian Pajaro, Klaus Costantini, Marco Chiuso, collaborazione grafica

Impianti
Acale s.r.l.
Andrea Gaggiotti, collaborazione progettazione impianti e prevenzione incendi
Livio Gambacorta, collaborazione progettazione fondazioni speciali e geotecnica
Zakhia Bassil, collaborazione progettazione strutture
Andrea Mondini, collaborazione relazione computi e capitolati

Plastico
Studio M s.r.l
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