AERtetto per l’ex Archivio Notarile a Treviso | AERtetto

Treviso / Italy / 2022

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Siamo nel centro storico di Treviso e in particolare nel quartiere di San Nicolò, all’interno di una porzione di tessuto urbano difficile e compromesso da tempo che rischiava di divenire causa di degrado per tutta la zona. Un rione sul quale sono stati avviati da tempo e conclusi interventi di riqualificazione e recupero delle importanti strutture esistenti, differenti per caratteristiche e rapporto con il contesto, tipologia funzionale e periodo di costruzione. Come la trasformazione in auditorium e sala mostre dell’ex Chiesa di San Teonisto ad opera di Benetton, la ristrutturazione di villa Sardone Albuzio ad opera di Patrizio Bof, ora diventata la nuova sede di Banca Generali, o ancora la trasformazione dell’ex Zanotti nel Residence Città Giardino della Pesce Costruzioni.

Operazioni immobiliari puntuali hanno recuperato i fabbricati esistenti ma devono essere lette in un piano strategico e di visione di questa parte di città. Mancava a questo piano un ulteriore tassello, il recupero del palazzetto nobiliare a Porta Calvi che ospitava, e ospiterà ancora, l’Archivio Notarile. Stiamo parlando di un edificio di pregio, immerso in un giardino con alberi secolari e in stato di totale abbandono da circa dieci anni, un complesso per il quale gli unici interventi realizzati consistevano nella manutenzione, per altro scarsa, del verde.

Questo palazzetto dei primi del Novecento era in realtà stato concepito come una villa nobiliare, una struttura compatta, con un corpo centrale e due corpi laterali. Nel corso degli anni l’edificio ha più volte cambiato destinazione d’uso divenendo nei momenti più bui anche quartier generale delle truppe tedesche durante le operazioni militari nel nostro Paese. La sua collocazione strategica all’interno delle mura lo rendeva infatti molto ambito. Intorno alla metà del secolo scorso l’edificio fu destinato ad Archivio Notarile e da quel momento in poi questa è rimasta la sua destinazione d’uso fino all’abbandono e al successivo restauro di questi anni.


Un’opera attesa da tempo, e di gestazione lunghissima se si pensa che il bando di gara lanciato dal Ministero delle Infrastrutture (proprietario dell’immobile) per rimettere in sesto il palazzetto è datato 2015. Ora però ci siamo e anche se tutti i lavori non sono stati ancora completati gran parte dell’organismo edilizio è stato recuperato e in proiezione esprime tutte le sue potenzialità, non solo per la funzione primaria di archivio che andrà a ricoprire al meglio ma anche per il contributo che potrà dare alla riqualificazione dell’intera area.

L’intervento di recupero e consolidamento
Gli obiettivi principali dell’intervento sono riassunti dall’Arch. Mauro Serafini del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che è subentrato a intervento avviato come Direttore Lavori e pur non avendo seguito tutto l’iter progettuale e realizzativo ce li sintetizza così: “Si tratta di un progetto molto importante in ottica di rigenerazione urbana ma anche per quello che l’edificio, da tempo abbandonato, rappresenta per la collettività. I lavori, che non ho seguito dall’inizio, sono stati richiesti per ampliare gli spazi dell’edificio da utilizzare come archivi, recuperando anche il seminterrato così da accrescere la capienza complessiva. In concordato con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici non è stata stravolta la distribuzione funzionale dell’immobile del quale sono stati mantenuti i caratteri identitari. Le scelte effettuate sono state indirizzate anche per aumentare il grado di sicurezza del palazzetto secondo la normativa vigente in materia antisismica”.

Un percorso complesso quindi per un progetto integrato su un bene vincolato. I lavori hanno preso avvio sotto la Direzione dell’Arch. Meneghel, che nel corso del progetto ha lasciato per raggiunti limiti pensionistici, da sempre coadiuvato dal Geom. Pietro Falco che così ci racconta lo spirito del progetto: “Il lavoro sull’Archivio Notarile è un progetto complesso perché dopo anni di abbandono dovevamo affrontare necessariamente tutti gli aspetti. A partire da un consolidamento strutturale delle murature e delle fondazioni, anche sotto gli aspetti antisismici, proseguendo con il rifacimento dei solai in vista dei nuovi carichi da sopportare, passando per tutti i rivestimenti, le pavimentazioni e ovviamente gli impianti, per rispettare le normative vigenti e rendere lo spazio perfettamente fruibile. Dovevamo quindi migliorare notevolmente la fruibilità dello spazio rispettandone i caratteri identitari e i volumi. L’edificio è schematizzabile in tre blocchi. La parte centrale e le ali Est e Ovest. Proprio sul nucleo centrale sono state eseguite le maggiori opere di demolizione per inserire una struttura portante in acciaio che si sviluppa sui tre livelli dell’edificio”.

I lavori sono stati svolti dall’impresa Boato Costruzioni srl. Il Geom. Enrico Simionato, Direttore Tecnico di Cantiere così li descrive “Abbiamo lavorato sostanzialmente attorno a due grandi temi. Da una parte l’adeguamento strutturale delle parti portanti, dall’altro la ridistribuzione degli spazi, o meglio delle funzioni per ospitare il nuovo archivio con carichi e quantitativi di documentazione da tenere bene in considerazione. Le due tematiche sono strettamente connesse perché il posizionamento degli scaffali incide ad esempio sul dimensionamento dei nuovi solai ma anche sulla tipologia delle stanze chiamate ad aumentare la propria capienza in modo considerevole. Lo stesso discorso è stato fatto per intervenire sulle fondazioni, con un consolidamento calcolato in virtù dei carichi futuri.

Tutti gli interventi strutturali dovevano poi tener conto dei vincoli di tutela ai quali il bene è sottoposto, indirizzandoci verso soluzioni che mantenessero l’esistente e lo integrassero con tecniche poco invasive. Tutto l’intervento infatti nasce con lo spirito del restauro conservativo che riguarda non sollo gli esterni ma anche gli interni del volume. Grande attenzione è stata dedicata alle facciate e al recupero degli intonaci esistenti ai quali si è affiancato, dopo un’approfondita attività di indagine, il restauro degli apparati decorativi come cornici, dettagli e particolari estetici che caratterizzano i prospetti. I lavori prevedono negli step successivi anche la sostituzione degli infissi con profili che riprendano l’estetica delle aperture originali.

Al fine di ottenere uno spazio adeguato sia per la corretta conservazione dei documenti, sia per il personale che lavorerà in questi ambienti abbiamo pensato fin da subito a un progetto impiantistico che tenesse conto dei temi di sicurezza e confort oltre che di risparmio energetico ed efficienza. Proprio per questo è stato necessario prevedere fin dall’inizio tipologia e dimensionamento dell’impianto, da integrare al rifacimento di alcuni solai e strutture. Nel sottotetto della parte centrale dell’edificio sono state posizionate le unità di trattamento dell’aria e i nuovi impianti tecnologici”.

La nuova copertura
Il Geometra Falco entra nel merito dell’intervento sulla copertura: “La copertura versava davvero in cattivo stato, sia per quanto riguarda la struttura portante sia per il pacchetto soprastante. Abbiamo consolidato strutturalmente le travi lignee principali attraverso la ricostruzione delle teste delle travi e delle parti ammalorate ma anche l’inserimento di tiranti in acciaio, per migliorare il comportamento antisismico. Abbiamo lavorato anche sulla struttura secondaria, anch’essa lignea e composta da travetti che abbiamo sostituito/integrato. Sopra i travetti abbiamo collocato un doppio tavolato ligneo e steso la guina impermeabilizzante ardesiata, al di sopra della quale abbiamo utilizzato il sistema AERcoppo®. Siamo molto contenti della soluzione adottata per la stesura del manto. Il sistema si è rivelato funzionale e perfettamente in linea con gli obiettivi di progetto. La garanzia di tenuta e la possibilità di non forare la guaina ci rassicurano sulla continuità di tenuta agli agenti atmosferici nel tempo e sul mantenimento delle prestazioni del pacchetto”.


In merito alla copertura e in particolare all’impiego del sistema AERcoppo® il Geom. Simionato specifica: “Come già affermato dal DL, la copertura presentava gravi infiltrazioni d’acqua dovute a un manto completamente sconnesso e alla mancanza di impermeabilizzazione. Inoltre le strutture lignee erano ammalorate e necessitavano di interventi puntuali e integrati di consolidamento. L’intervento sulle strutture primarie si è concentrato maggiormente nella parte centrale del fabbricato con il rifacimento di alcune travi mentre sulle porzioni laterali si è trattato principalmente di recupero degli elementi esistenti. Tutte le strutture lignee, nuove ed esistenti, sono state sottoposte a trattamento antitarlo e antiparassitario, al fine di preservarne l’efficienza nel tempo. Abbiamo integrato anche l’orditura secondaria e messo a punto un pacchetto di copertura che prevedeva oltre al doppio tavolato e allo strato isolante termico un irrigidimento antisismico e una guaina impermeabilizzante a protezione delle strutture”.


Il Geom. Simionato entra poi nel merito delle scelte tecnologiche sulla posa dei coppi: “Abbiamo proposto noi il sistema AERcoppo® come variante al progetto originale che prevedeva una posa dei coppi tradizionale con malta cementizia. Avevamo già sperimentato in altri interventi, sempre sul territorio Veneto, il sistema proposto da AERtetto potendone apprezzare le caratteristiche di leggerezza, bassa invasività, e durata nel tempo. Pensavamo potesse essere una soluzione migliorativa anche nell’archivio sotto molti aspetti tecnici e siamo molto contenti che sia stata accettata. Abbiamo lavorato con velocità e attenzione per stendere il manto nel miglior modo possibile e siamo contenti dei risultati ottenuti. La geometria della copertura è piuttosto semplice ma abbiamo la presenza di comignoli e lucernari; nel complesso siamo riusciti a mantenere gli allineamenti e a garantire l’uniformità del manto. Abbiamo realizzato ex-novo anche tutti gli elementi di lattoneria così da prevedere il corretto smaltimento delle acque. I coppi utilizzati sono quasi del tutto nuovi, proposti nella finitura antichizzata, perché è stato praticamente impossibile recuperare i vecchi elementi troppo danneggiati”.


Conclude l’Arch. Serafini: “Anche se non ho partecipato in prima persona alla scelta del sistema AERcoppo®, lo conoscevo per aver approfondito alcuni interventi già realizzati in provincia di Venezia su edifici storici altrettanto, o forse ancor di più, complessi. Mi aveva sempre interessato l’impiego di questa soluzione e le caratteristiche che ne permettono l’inserimento in progetti di questo tipo. A partire dalla possibilità di ventilazione sulla copertura che rappresenta da sola un triplice vantaggio non trascurabile. Migliorare in primis il comfort degli spazi e degli ambienti, assicurare una lunga durata nel tempo della copertura e contemporaneamente garantire efficienza e prestazioni dell’involucro con conseguente risparmio energetico ed economico. Mi sembra che anche qui, nell’Archivio Notarile il sistema abbia fatto la sua parte sia in fase di cantiere, sia per quanto riguarda il risultato finale. Ora aspettiamo di completare i lavori e di verificare le prestazioni complessive con il passare del tempo ma per ora siamo soddisfatti di questa soluzione”.

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    Project details
    • Year 2022
    • Work started in 2022
    • Work finished in 2022
    • Status Completed works
    • Type Government and institutional buildings / Town Halls / multi-purpose civic centres / Restoration of old town centres / Multi-purpose Cultural Centres / Libraries / Conference Centres / Law Courts / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of façades / Structural Consolidation / Building Recovery and Renewal
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