Palazzo dell'Ex Seminario Arcivescovile

L’edificio è caratterizzato da un impianto distributivo di grande dimensione e, nonostante sia il frutto di assemblamenti e sopraelevazioni di più unità edilizie esistenti, mostra una veste architettonica ben riconoscibile.

L’organismo architettonico si presenta in forma allungata e si articola intorno ad un cortile centrale (detto Cortile degli Stemmi) a cui si accede attraverso un androne passante posto sulla facciata laterale, affiancato da uno laterale più piccolo (detto cortile dei gerani). L’impaginato del fronte principale, quello prospiciente corso Garibaldi, è quello tipico delle architetture umbertine, ovvero quelle manifestazioni architettoniche realizzate in Italia nell’arco temporale che va dal regno di Vittorio Emanuele II (1861-78) a quello di Umberto I (1878-1900) che individuano la principale linea di sviluppo nella scelta del linguaggio del neocinquecento romano, una tradizione architettonica legata a organismi e linguaggi di matrice sangallesca, consistente nel tenere tre fasce sovrapposte contenente ciascuno uno o due piani con un ordine gigante innalzato su un basamento bugnato. Lo slancio verticale della facciata è sottolineato dalla presenza di due bande bugnate di colore grigio, che corrono alle estremità di due fasce sporgenti che incorniciano l’intero prospetto; su queste fasce si trovano le balconate con balaustre a pilastrini in ghisa; le bucature sono del tipo a Edicola, talune incorniciate da una cornice con modanature.  Il cornicione di coronamento presenta un notevole aggetto con un motivo decorativo a gattoni a forma di parallelepipedo.

Un rilievo attento e puntuale ha consentito il ridisegno dettagliato di tutti gli elementi decorativi che caratterizzano il fabbricato. Questo permette, oltre che la descrizione e la conservazione agli atti degli aspetti materici e formali del manufatto, la definizione di una diagnosi e quindi delle operazioni di restauro in cui potessero determinarsi tempi e costi dell’intervento.