Villa Unifamiliare | Giuseppe Scalora

tra mathos e metron Syracuse / Italy / 2012

3
3 Love 4,481 Visits Published
(...) • principi e criteri formativi
archetipo_continuità_ possibilità

La casa unifamiliare è il risultato di un processo morfologico-strutturale che produce la forma interpretando criticamente ed in modo originale le determinanti storico-culturali del tessuto urbano ed il suo divenire, nella consapevolezza che l’uomo è il destinatario finale dell’architettura.
Il concept del progetto nasce dall’idea di produrre un organismo unitario in cui interagiscono secondo dinamiche operazionali e relazionali spazi, percorsi, volumi, collegamenti, sistemi verdi e lastricati, con l’intento di creare per l’utente o il visitatore un ambiente spaziale mentalmente stimolante ed emozionale. L’esito architettonico della composizione incarna insieme un’idea di struttura ipotattica, dove ad ogni “pezzo” corrisponde una regola, una categorizzazione (nel caso, la frontalità e l’allineamento delle pareti ai percorsi), un rapporto di subordinazione spaziale delle parti (nel caso, il posizionamento reciproco dei volumi prismatici all’interno del recinto), e un’ipotesi di architettura relazionale che segna gli eventi spazio-temporali in una dinamica composizione (nel caso, lo slittamento e la rotazione dei volumi e la mancanza di punti di vista privilegiati), dove le differenze semantiche e le diversità qualitative dei corpi che caratterizzarono il processo si ritrovano in una «sacra unità» (G. Bateson).
Il modello compositivo trova origine nella storia dei luoghi delle città greche in Sicilia, nel riconoscimento della loro forma epistemica, nell’individuazione della loro chiarezza matematica e concettuale, nell’analisi delle strutture architettoniche e degli spazi urbani, nell’indagine dei processi formativi, nell’identificazione dei caratteri identitari del contesto fisico-sociale che dettano relazioni, associazioni, rapporti, ritmi, trame, analogie, risonanze. Si è cercato di riscoprire alcuni elementi fondativi e di lunga durata dei sistemi urbani residenziali mettendo in rapporto il mutare dei linguaggi e delle forme del costruito con la modifica dei significati e dell’idea di abitazione e di comfort, così da introdurre una diversa possibilità per essi di generare di nuovo figuratività e testualità, di assumere una forma estetica che sia permanenza del passato nell’evento presente, di costituire un campo unitario entro la nostra esperienza storica.
La villa unifamiliare testimonia una viva attenzione nei confronti della “casa a corte” situata all’interno del “recinto” modulare elementare, un archetipo che ha indirizzato nella Sicilia orientale gli esiti spaziali e formali delle opere urbane ed architettoniche, in un processo emergente ma condizionato, mantenendo in questo modo interpretabile e quindi riconoscibile l’identità dei luoghi.
La nostra ricerca storico-urbanistica ha rivelato i principali meccanismi morfologici e compositivi che, pur nella varietà dei casi reali, hanno formato, segnato ed attraversato il movimento della produzione edilizia dal fondamento.
In particolare, i principali elementi di riflessione critica hanno riguardato:
a) l’organizzazione degli isolati della maglia urbana;
b) l’orditura e la dimensione dei recinti;
c) i differenti meccanismi di aggregazione morfologica degli edifici attraverso l’occupazione/insulizzazione dello spazio disponibile della corte;
d) le modalità di tabernizzazione delle aree cortilive sul fronte stradale.
Il tema della casa dinamica e relazionale (per uomini senzienti e carnali) costruisce quindi una propria linea di ricerca generata dall’elaborazione architettonica del mathos della matematica e del metron della geometria degli insediamenti urbani residenziali di fondazione greca.
Tale studio interpreta creativamente entro lo spazio della possibilità i principali aspetti tipologici, spaziali ed ambientali che l’attuale forma urbana ci restituisce in un unicum organico, riconoscendo, laddove il costruito non celi, la complessa dinamica dei rapporti morfogenetici e topologici tra percorsi, aggregati, materiali edilizi e spazi urbani.
Nel progetto proposto, la formazione e la disposizione dei volumi che costituiscono l’abitazione è mutuata dal riconoscimento delle diverse sequenze aggregative di case prodottesi all’interno dei “recinti”, nonché dalla dialettica tra emergenza architettonica e tessuto urbano.
Una simile ricerca si inserisce come integrativa e complementare al tema della casa a patio o della domus romana, in cui il vuoto centrale dello spazio aperto rappresenta l’elemento principale dell’edificio.
Alla base del progetto vi è, quindi, pienamente sviluppata l’idea di continuità come continuità di rinnovamento, per cui l’architettura è determinata da matrici relazionali fungenti una profondità che investe del proprio senso storico e culturale l’organizzazione spaziale e funzionale dell’organismo.
La traditio e l’innovatio sono, dunque, i termini di fondo di una dialettica che vive concretamente nel divenire irreversibile del tempo.

• modello compositivo
recinto_ tracciato_ torre

La casa si basa inizialmente sull’individuazione di uno spazio rettangolare, un recinto costituito da due quadrati di 5 metri di lato ciascuno.
L’innesto di un percorso obliquo fa nascere un’operazione di slittamento e sfalsamento della sua massa solida, da cui emergono lateralmente le forme di due volumi a pianta trapezoidale: il corpo meridionale, modellato tridimensionalmente dalla geometria curva estroflessa del tetto e dal taglio inclinato di una parete, manifesta invero la sua evidente intenzione di radicarsi al suolo, con uno sviluppo prevalentemente orizzontale; il secondo, sul versante settentrionale, fuoriesce dal piano naturale del terreno, come sovrapponendosi ad un basamento archeologico rialzato (vedasi figure 2, 3 e 4).
Una dislocazione generatrice del primo atto formante della villa che trova origine dalla reinterpretazione relazionista delle dinamiche insediative residenziali storiche del luogo, “allusiva” e simbolica dell’orientamento delle vicine Mura Dionigiane, ma, ancor più, capace di organizzare positivamente gli spazi funzionali dell’abitazione.
Il tracciato che si viene a determinare entro lo spazio interno al recinto, incontrando la casa si trasforma in una scala, dal cui pianerottolo si accede ai due blocchi edilizi distinti per lato.
Una mossa contingente, quella del percorso-scala, che permette il dialogo dei volumi fra loro e con gli spazi aperti periferici che si vengono a determinare: la corte collettiva a forma di trapezio e l’area di pertinenza del vano cucina.
L’idea di tessuto svolge il racconto della sua storia anche quando l’emergenza di una torre, un tronco di piramide, si accosta ad un lato corto del recinto.
Amplificando il senso prospettico del varco di accesso principale della casa, la torre ruota agganciandosi ad un vertice superiore del rettangolo di base; apparentemente un gioco formalista, in realtà un esercizio geometrico capace di determinare spazi che, alla naturale risoluzione funzionale, associano la possibilità di un ampliamento percettivo della tensione dinamica dell’organismo.
Lo spazio di distacco fra il corpo principale del recinto e la torre offre l’occasione per arricchire il progetto con un’operazione dinamica di sottrazione (afferente al campo booleano), vale a dire un’occasione geometrica per articolare l’organismo con un’eccezione alle statiche e rigide regole operazionali del campo euclideo.
Il taglio del volume della torre a mò di sezione non vuole apparire gesto plastico autoreferenziale, né far pensare come il gravame terreno inclini una superficie rendendola espressione dolente del disagio esistenziale dell’individuo, ma bensì esprime la contemplazione di un processo che non è mai concluso; la torre è allora la forma possibile, la relazione mai definitivamente data e conquistata per la quale soltanto il processo ha un senso.
Si vengono così infine a determinare tre tracciati regolatori (quello allineato con i fronti principali del recinto, quello interno al perimetro di base, quello di bisettrice dell’angolo fra il lato corto del recinto e la torre) che incrociandosi strutturano la geometria dell’edificio, offrendo la possibilità di alimentare le relazioni fra i tre blocchi in sequenze che conformano lo spazio, interno ed esterno.
Il posizionamento e l’andamento dei tre blocchi, di differente sagoma ed altezza, oramai distinti e destinati ognuno ad un ambiente domestico specifico, determinano percorsi e viste sempre diverse in base alla localizzazione dell’osservatore, in un continuum di relazioni fra uno spazio e l’altro, fra una configurazione e la successiva.
Con la collocazione della torre, lo spazio vuoto della corte occupa un “nucleo” emergente del sistema relazionale dell’organismo, simbolo della ritrovata unità fra il recinto residenziale: primo testo e l’emergenza urbana: secondo testo, senza necessariamente possedere in origine qualità generatrici dell’insieme ed impegnare fisicamente il centro geometrico della costruzione.
Questo focus di relazioni si incrocia sul lato meridionale con il luogo del ristoro (nel caso, il salone), mentre sul fronte settentrionale la corte è definita dal muro perimetrale del recinto, parzialmente perforato con intagli verticali; i lati di oriente e di occidente che la circoscrivano ospitano, infine, i luoghi del dominus della casa (nel caso, il volume della torre) e del riposo (nel caso, il volume prismatico sbalzante).
Verticalmente la piccola corte funge da luogo di connessione fra i terrazzi pensili panoramici situati a differente altezza, alternative sospese al relax del giardino interno, veri e propri binocoli puntati sul Porto Grande di Siracusa.
I tracciati regolatori e le operazioni compositive utilizzate per modellare la fisicità degli edifici si muovono oramai pienamente nella dimensione del testo-racconto: molteplice, complesso, polidirezionato, capace di accogliere anche relazioni latenti o non ancora “catturate” o in evoluzione, giacché interessa il loro manifestarsi creativo e la loro “giocosità” oltre le regole, purché esse abbiano sempre un legame diretto con l’architettura, per proporre la “finzione”
Il testo Uno rielabora le nozioni di spazio recinto, di processo e di identità segnando al suolo un asse topologico di relazione che connette in un linguaggio attuale segno e significato, che determina le forme future che il processo può perseguire nei limiti del proprio condizionamento, che riporta la realtà delle cose a un’autentica concezione fenomenologia della coscienza storica del processo.
Il testo Due procede alla costruzione di un oggetto la cui configurazione spaziale è legata allo sviluppo dinamico delle forme entro quel racconto architettonico che si esprime per allineamenti, obliquità, curvature e proporzioni; un volume edilizio morfologicamente forte (con dei tagli profondi per accentuarne la verticalità) in dialettico confronto con lo spazio circostante ad esprimere una volontà di sintesi fra contenuto e forma.
L’interesse del progetto volge dunque integralmente verso una composizione dei volumi e non soltanto dei piani: i corpi sono modellati su tre dimensioni proiettando nello spazio assi, angoli ed elementi regolatori del modello compositivo planare; al reticolo tridimensionale, poco adatto a conformare dinamicamente l’impianto, il progetto sostituisce curve ed inclinazioni che ritmano senza alcuna rigidità preconcetta i tre corpi, creando una tessitura relazionale diretta fra gli elementi del sistema, nonché, nel contempo, dilatando le chiavi di lettura del testo architettonico.

• impianto funzionale_linguaggio_sostenibilità
La villa si sviluppa a nord con il corpo delle camere in un’atmosfera più intima, mentre ad est trova spazio la cucina; il volume del salone, sufficientemente ampio da poter accogliere gli ospiti della casa, si apre sulla corte, proteggendosi a sud con un muro cieco.
La torre, riservata ai padroni di casa, ospita a primo piano una camera, la cabina armadi e la sala da bagno, mentre a piano terra è situato lo studio.
I singoli blocchi edilizi dispongono di un proprio ingresso.
L’intervento prevede un piano interrato destinato a parcheggio pertinenziale della costruzione, che occupa in pratica l’intero spazio del blocco destinato alle camere; quest’ultimo in aggetto sovrasta l’accesso all’autorimessa.
Per la definizione estetica ed architettonica dei corpi edilizi, il progetto predilige materiali duraturi, sobri e in linea con la tradizione costruttiva.
Il volume a prevalente sviluppo orizzontale utilizza un materiale tipico quale l’intonaco, prediligendo tonalità chiare; il secondo volume prismatico presenta un rivestimento color lavagna; sovrapposto allo zoccolo rivestito in pietra con tessitura ad opus incertum, così da evidenziare i legami materiali con il suolo (nel caso, i banchi calcarei affioranti), il corpo aggettante esprime con la sua figuratività la netta separazione dal terreno.
Sulla facciata della torre è previsto un rivestimento in pietra bianca a lastre sfalsate per creare un fondale materico quasi scultoreo.
Dagli elementi di distacco che collegano le diverse stanze dell’abitazione, una sorta di spazio intermedio tra esterno ed interno, emerge una tessitura di vetrate con montanti ravvicinati, come una serra.
Il progetto intende inoltre stabile una forte relazione/integrazione tra la forma dei volumi progettati e le soluzioni individuate relativamente alla sostenibilità dell’intervento.
L’obiettivo è quello di produrre volumi edilizi a basso consumo energetico, puntando a raggiungere un “comfort naturale” attraverso l’utilizzo dei benefici del clima, dei materiali, delle tecnologie costruttive, della forma e dell’esposizione dei singoli blocchi, superando la logica di un impianto di riscaldamento e condizionamento tradizionali.
In particolare, le scelte di progetto prevedono un elevato isolamento, serramenti ad alte prestazioni e utilizzo di materiali ad alta densità.
I materiali ad alta densità costituiscono una vera risorsa passiva della casa; utilizzati come accumulatori di energia termica (caldo e freddo) assorbono e rilasciano l’energia accumulata con tempi lenti ed adeguati, aumentando l’inerzia termica dei corpi edilizi, proprio come avviene negli edifici storici.
Particolare attenzione sarà posta nell’isolamento degli spigoli degli edifici e nei punti di contatto tra materiali diversi.
Verrà valutata, con gli specialisti, la possibilità di impiego di un impianto geotermico (in base alla capacità di trasmissione del calore del terreno in sito) che associato ad una pompa di calore e ad eventuali pannelli solari permetterà il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti con l’utilizzo preferibile di pannelli radianti a pavimento per creare un sistema integrato a bassa temperatura e fornire un maggior benessere termico agli ambienti.
I vantaggi di un tale sistema sono numerosi, sia ambientali, con la riduzione degli elementi inquinanti e il contenimento dei consumi energetici, sia economici, con costi di gestione ridotti.
Un camino per il raffrescamento e la ventilazione naturale dell’edificio (ricavato nel vano cucina), sistemi di recupero di acqua piovana attraverso l’impiego di una cisterna ricavata nello spazio sottostante la corte e la depurazione delle acque reflue completano il quadro di un progetto realizzato anche all’insegna della sostenibilità
3 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image
    Project Authors
    • Giuseppe Scalora

      Giuseppe Scalora

      Principal Architect

    (...) • principi e criteri formativi archetipo_continuità_ possibilitàLa casa unifamiliare è il risultato di un processo morfologico-strutturale che produce la forma interpretando criticamente ed in modo originale le determinanti storico-culturali del tessuto urbano ed il suo divenire, nella consapevolezza che l’uomo è il destinatario finale dell’architettura.Il concept del progetto nasce dall’idea di produrre un organismo unitario in cui interagiscono secondo dinamiche operazionali e...

    Project details
    • Year 2012
    • Work started in 2010
    • Work finished in 2012
    • Client Privato
    • Status Completed works
    • Type Apartments / Single-family residence
    Archilovers On Instagram
    Lovers 3 users