RESTAURO CHIESA SAN ROCCO GIRIFALCO (CZ) | ROCCO CRISTOFARO

STRALCIO DELLA RELAZIONE GENERALE GIRIFALCO / Italy / 2023

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.1   Descrizione del monumento
La Chiesa è localizzata all’interno del centro storico, nella parte a valle tra il presidio dell’ex ospedale psichiatrico e l’attuale Piazza Umberto I°, infatti secondo alcuni manoscritti (allegati di seguito) a firma del rettore Palaia, il sito attuale della Chiesa alle origini doveva essere una palude proprio per effetto della presenza di acque in enorme quantità e, quasi sicuramente, provenienti dal resto dell’abitato. In effetti analizzando il sito della chiesa all’interno della CTR regionale emerge come l’area di interesse ricada su un compluvio (avente la quota più bassa) tra le quote altimetriche dell’intero centro storico e del resto delle aree circostanti. Inoltre l’asse viario di Corso Garibaldi sia da Nord che a Sud ospita al suo interno tutti i sistemi di raccolta delle acque piovane e di sorgente per poi smaltirle proprio nell’attuale Piazza Vittorio Emanuele II° in cui ricade il Plesso della chiesa.


La chiesa è individuabile al C.E.U. al foglio n° 18 mappale D del Comune di Girifalco  ed appartiene alla categoria catastale edilizia definita E/7: il gruppo E include tutti quegli “immobili a destinazione particolare”, il numero 7 identifica i “fabbricati destinati all’uso pubblico dei culti”.


La Chiesa, per come si evince dalla planimetria catastale a fianco, ha l'asse principale in direzione nord-sud, orientata con la facciata a settentrione, che si conclude a capanna coronata da pseudo trabeazione, dietro cui si svolge la copertura a falde inclinate. Al manufatto religioso si accede attraverso due portoni in legno posti sulla facciata principale orientata a Nord e che collega l’attuale sagrato con la piazza pubblica attraverso 3 gradoni realizzati con elementi in cls modanati e pavimento in piastrelle di cls.


Planimetricamente l'edificio della Chiesa è costituito da una navata centrale e una laterale, minore, a sinistra di chi entra, scandita dalla successione di tre arcate a tutto sesto, impostate su pilastri, che si svolge con regolarità a partire dalla facciata fino al presbiterio. Sul lato opposto ritroviamo le medesime arcate, cieche, addossate al muro perimetrale della chiesa confinante col via pubblica (Corso Garibaldi).


La navata laterale, occupata da statue, ha costituito, essenzialmente, articolazione chiaroscurale del vano maggiore, piuttosto che rivestire funzione prioritaria di passaggio, considerate anche le dimensioni contenute. Essa, infatti, è costituita da campate di m. 3,00x3,00 circa. Mentre la larghezza della navata centrale risulta avere un rapporto dimensionale 3:1 circa rispetto alla minore.


La navata centrale è coronata e chiusa, a sud, dallo spazio presbiterale di forma poligonale, mentre la navata laterale risulta chiusa dal locale sacrestia con accesso autonomo dal vico opposto alla facciata principale.


4.1 Analisi dei dissesti
 L’edificio, complessivamente, non presenta vistosi quadri fessurativi in grado di destare preoccupazioni sulla sicurezza delle strutture nel suo complesso. Infatti già nell’intervento di cui al progetto redatto dagli archh. De Gori e Catalano veniva evidenziato lo stato ottimo delle strutture a volta della navata centrale e dell’abside.


Di contro, è stato possibile apprezzare alcune lesioni, se pur di modesta entità, che testimoniano la presenza di alcuni meccanismi di collasso locali e che, principalmente, possono essere ricondotti a meccanismi di ribaltamento semplice.


Sulla stessa facciata posteriore si evidenzia, inoltre, un quadro fessurativo considerevole in corrispondenza dell’attacco tra la navata centrale e la navata laterale, dovuto ad un meccanismo di ribaltamento del paramento murario.


Altre significative lesioni sono quelle lungo la confluenza delle murature trasversali alla parete perimetrale posta ad Est.


4.2 Analisi dei degradi
Lo stato generale del sacro edificio, se non può definirsi di mera fatiscenza, è certamente caratterizzato da un degrado diffuso e che non fa certamente ben sperare, se le condizioni dovessero permanere uguali a oggi, per il futuro.


ll complesso monumentale presenta notevoli fenomeni di degrado, la cui causa principale è rappresentata dall’azione aggressiva dell’acqua, presente sotto varie forme.


L’obsolescenza dei sistemi di raccolta e scolo delle acque meteoriche che scaricano liberamente nel terreno circostante le murature perimetrali, il degrado degli intonaci che non assicurano più la giusta protezione alle murature, e la totale assenza di drenaggi ai piedi delle murature interrate ( facciata  sud e facciata Est ), costituiscono le principali cause di infiltrazione d’acqua, provocando, come effetti, nei paramenti murari estese macchie di umidità, muffe, ed erosioni degli elementi lapidei interni.


I prospetti sono interessati da estese macchie di umidità in corrispondenza degli interventi in facciata riguardanti la presenza degli impianti elettrici sotto traccia e a causa delle gronde mal funzionanti; in alcune zone manca l'intonaco, o si è in presenza di materiali estranei alla conformazione originale, risalenti a interventi precedenti. In alcune zone della facciata principale, in particolar modo sulla torre campanaria in corrispondenza di balaustre e cornicioni ci troviamo in presenza di fenomeni di dilavamento.


Degradi: superfici decorate


Se il degrado delle coperture non presenta problematiche eccessive, successivamente agli interventi del 2002, non meno problematiche sono le forme di degrado relativamente alle superfici decorate e lapidee.


Le superfici decorate e lisce soggiacciono a molteplicità di condizioni quali l'umidità, a cui abbiamo fatto cenno prima, l'umidità di risalita e l'assenza di un adeguato ricambio d'aria che producono e aumentano il degrado in generale e per singola tipologia. L'umidità di risalita è la causa prima del degrado delle superfici che nel nostro caso sono interessate da quegli effetti per un’altezza fino a due metri da terra. L'effetto è amplificato dalla composizione dei materiali che costituiscono l'intonaco, tra i quali, marcata è la presenza di malte cementizie.


Le varie forme di degrado e l'estensione degli stessi sono stati descritti nella apposita tavola grafica (TAV.ARCH.08 E TAV.REST.05) che costituiscono parte integrate della proposta progettuale.


Degradi: superfici lapidee


Le superfici lapidee interne, presentano vaste aree degradate con alveolizzazione, perdita di materiale, alterazione cromatica e croste nere. Il processo di solfatazione è più evidente nella parte di base ed è verificabile anche dimensionalmente per l'evidente cambio di colore della superficie lapidea che si fa più intenso in presenza di acqua. All'esterno, causa sempre l'acqua sia di risalita che discendente, più vistosa è l'alveolizzazione ma anche le croste nere, in particolare sulle aree a più alto rilievo e modanate.


Degradi: superfici intonacate


Le superfici delle facciate sono state ripristinate negli anni '50 del secolo scorso con malte contenenti buone percentuali di legante a base di cemento. Allo stato attuale versano in condizioni di degrado estremo e pertanto si è deciso di rimuoverli avendo cura di preservare quel tanto o quel poco di superfici storiche superstiti o che sarà possibile rintracciare al di sotto di esse. I materiali previsti per la realizzazione degli intonaci in due strati almeno oltre l'arriccio sono a base di calce e inerti naturali e del tipo deumidificante.



 

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    .1   Descrizione del monumentoLa Chiesa è localizzata all’interno del centro storico, nella parte a valle tra il presidio dell’ex ospedale psichiatrico e l’attuale Piazza Umberto I°, infatti secondo alcuni manoscritti (allegati di seguito) a firma del rettore Palaia, il sito attuale della Chiesa alle origini doveva essere una palude proprio per effetto della presenza di acque in enorme quantità e, quasi sicuramente, provenienti dal resto...

    Project details
    • Year 2023
    • Main structure Masonry
    • Client PARROCCHIA S. MARIA DELLE NEVI GIRIFALCO
    • Type Churches / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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