"Valencia 2007 - Marina Real Juan Carlos I"

Gruppo di Progettazione: Capigruppo: Gaspare Masciarelli, Andrea Mammarella Progettisti: Giuseppe Sipala, Massimo Tocco, Manuela Ianni, Dario Magnacca, Alessia Di Gianfilippo, Gaetano Suffoletta. Collaboratori: Valerio Bracci. Il grande tema che sembra porsi nel caso molto particolare della Valencia del Mar è esattamente quello legato al mondo delle infrastrutture. La scommessa del concorso dà la possibilità di superare un vecchio schema concettuale che considerava l’infrastruttura come un tubo che collegava un punto A con un punto B senza preoccuparsi del suo intorno. Nella città contemporanea – così come nel chiarissimo esempio di Valencia – questo schema non è più proponibile. Le infrastrutture assomigliano sempre più a delle “spugne” urbane capaci di assorbire i flussi e le dinamiche proposte dallo spazio urbano contemporaneo. Continuare nel costruire i diversi pezzi della città autonome ed indipendenti, adattandole alle nuove esigenze ma senza integrarle tra loro e senza gestire il sistema delle variabili che le condizionano, rischia di porre in essere una incontrollabile esplosione dello spazio urbano, o al contrario la frustrazione di alcune esigenze. La proposta di intervento, dunque ha provato a soddisfare tutte le esigenze manifestate dalla città, attraverso una “invenzione” architettonica capace di risolvere, con le sue forme, tutti i possibili conflitti tra le diverse aspirazioni. Il progetto proposto può essere sintetizzato attraverso l’immagine di due grandi elementi urbani: • Una rete articolata di infrastrutture (costruita ed organizzata per gestire la viabilità alla scala urbana ed extra urbana, interrata in sorta di trincea specializzata. • Sei grandi “placche” modellate attorno e sopra le infrastrutture che sostengono sulla loro superficie esterna altrettanti sistemi di verde che costituiscono nel loro insieme la nuova immagine e il nuovo ambiente urbano del fronte del porto. Le attività che rendono possibile l’ operazione sono contenute ed assorbite nei sei grandi Parchi Urbani e si sviluppano anche al di sotto dei grandi tetti giardino che si elevano dal piano della città coprendo volumi e nuovi spazi pubblici. Anche le residenze, nella quantità richiesta, sono assorbite ed integrate in uno di questi sei parchi, raggruppati in 26 differenti edifici, gli spazi residenziali sono stati mantenuti in stretta relazione tra di loro, così da realizzare il tipico “effetto città” fatto di facciate, strade principali e secondarie, basamenti commerciali e collegamenti diretti con i sistemi ambientali in cui sono immersi (nuovo parco del Grao e gli esistenti giardini del fiume Turia). Il molo della Nuova Marina viene liberato dai padiglioni della Coppa America; il grande spazio aperto così recuperato si trasforma in una grande piazza semicircolare su cui si affacciano padiglioni, chioschi, elementi leggeri e piccoli volumi ricavati anche all’interno ed a margine dei “tinglados” esistenti. Le stesse strategie di progetto sono utilizzate per collegare i bordi nord e sud del porto con le spiagge della “Malva Rosa” da un lato e le nuove strutture della Stazione Marittima e del centro culturale museale dall’altro, quest’ultimo e anche caratterizzato da sistema di grandi teche trasparenti in cui sono ospitate le imbarcazioni dei protagoniste della Coppa America.