Ricerca sull'architettura | piergavino cherchi

villa anni 30 Grottaferrata / Italy / 2007

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1 Un architettura di Angiolo Mazzoni “il villino del Castagno”.

Come già detto nelle pagine introduttive la sua figura solo recentemente è stata riscoperta, (anche se la piena rivalutazione con la mostra inaugurata a Bologna nel 1984 con relativa pubblicazione di una schedatura di tutte le opere), soprattutto per l’originalità delle sue architetture, contemporaneo di Arturo Miraglia, nasce a Bologna nel 1895 da genitori senesi, la sua formazione fu influenzata: da Mackintosh a Berlage, sino alla secessione viennese e passando per Wright,( Ufficio delle Poste di Varese) risulta evidente come egli abbia seguito con attenzione movimenti quali il futurismo il costrutivismo russo e la scuola di Amsterdam, punti fondamentali anche nella formazione culturale di Arturo Miraglia come dimostra il piano per Fertilia, del 1935/36 riguardo l’architettura dei singoli edifici. Queste componenti, insieme alla “capacità” di esprimere con coerenza anche attraverso i particolari e l’uso dei materiali tutto il carattere dell’opera sono a nastro giudizio evidenti anche nella villa considerata(fig.2 ) Il villino sorge nel territorio comunale di Grottaferratta, conosciuto con il nome del “il Castagno” costituisce un esempio significativo della poetica mazzoniana come riportato dal contributo del Chiarini “ l’uso degli elementi semplici della geometria piana e di quella solida, giocati cosi sapientemente da riuscire a determinare tensioni e contrasti di volumi e superfici volti a raggiungere un equilibrio dinamico. (fig. 3) Gli elementi murari inizialmente previsti in intonaco rustico, sono stati successivamente ricoperti da una cortina di laterizi, le parti metalliche all’epoca della costruzione erano costituite da leggeri elementi verticali come messo in evidenza dalla ricostruzione virtuale, oggi completamene sostituite. (fig. 4).
L’accesso diagonale lungo l’angolo sud-ovest, risalta nel percorso, il prospetto(fig.5). più caratterizzante, l’accentuazione delle vedute diagonali, all’esterno e all’interno e una caratteristica ricorrente del “Castagno”. Un esempio della teoria mazzoniana “dell’equilibrio dinamico”, qui perseguita anche con la marcata asimmetria di tutti i fronti e l’introduzioni su tutti gli angoli, convessi e concavi, di elementi, spesso di notevole peso figurativo, che risvoltano impedendo a ciascun prospetto di “chiudersi” visivamente in se stesso, il tema dell’angolo ripropone l’influenza della scuola di Amsterdam, dove viene risaltato o con la sopraelevazione dell’edificio oppure con il suo arretramento, fino a considerare soluzioni monumentali.
Il villino, a due piani è in muratura portante, i paramenti esterni hanno un forte valore “tattile” e “materico”: sono infatti costituiti da fasce di mattoni sabbiati di colore rosso alte 30mm,alternate a giunti orizzontali di malta cementizio mediamente alti 15mm e arretrati di 10mm; i mattoni di ogni fascia sono accostati l’uno a l’altro, senza giunto di dilatazione. Uno zoccolo di travertino segna l’attacco a terra; anche le mostre delle porte e delle finestre e le copertine che concludono i muri facendo da parapetto al terrazzo di copertura sono di travertino con finitura a “toro” sul lato di taglio (una sorta di sigla stilistica che si presenta anche nelle imbotti e nelle cornici interne).
Tra gli elementi di maggiore spicco, è la finestra a “punto esclamativo”, (fig. 6). nell’elemento curvo (testata del corpo scala ) del prospetto sud inclinata in pianta di 45 gradi rispetto all’allineamento della facciata (e rivolta verso il vialetto di accesso). Costituita da due aperture che illuminano il vano scala, un’asola verticale e un oblò essa sembra rappresentare un’icona futurista (a Depero si deve il più avanzato studio dell’applicazione dei caratteri tipografici nell’architettura), ma non solo in quanto il medesimo elemento viene ripreso da Williem Marius Dudox nella finestra del Municipio di Hilversun (1928-31), ancora una volta emergono caratteri provenienti dai Paesi Bassi, e dimostra l’importanza di tale scuola in Italia durante gli anni trenta, confermando ancora una volta l’innovazione delle sue linee. Ampie finestre a nastro, e ad angolo illuminano l’interno della zona giorno dalla direzione sud-ovest, a vantaggio della salubrità del medesimo ambiente, stemperando il rigido orientamento a nord del porticato di ingresso, dimostrando la sensibilità dell’architetto ai problemi legati all’esposizione dell’edificio (come si vedrà nelle schede di approfondimento grafico). (fig. 7)
Dal punto di vista strutturale, attira l’attenzione il portico dell’ingresso principale, asimmetrico sul lato ovest, che sul lato sinistro si collega, risvoltando in un angolo concavo, alla finestra a nastro che illumina il soggiorno-pranzo, si integra con i bracci della struttura muraria in modo da ridurre al minimo l’entità della sbalzo, ma questo non toglie nulla all’aspetto estetico della sottile mensola in cemento armato, avanzante rispetto al nucleo dell’edificio, solidale con esso tramite travi sempre in cemento armato, che sostengono il solaio del primo livello in putrelle d’acciaio e tavelloni, al contrario del secondo in latero-.cemento, forse scelto per l’ultimo livello per le maggiori proprietà isolanti, vista la copertura a terrazza. L’altra soluzione interessante la troviamo nell’ampia finestra angolare dello studio dove il soffitto scende, in corrispondenza del muro esterno della stanza soprastante, per la presenza di una trave ( rispetto alla quale il balcone esterno poggia a sbalzo), appoggiata su due pilastri cilindrici, ciascuno dei quali è costituito da cinque blocchi sovrapposti di travertino.
Importanti elementi costruttivi dell’architettura del Mazzoni come la finestra ad angolo, la finestra ad oblò, il profilo curvo avanzante rispetto al nucleo, oppure puramente estetici come la “polimateria ”, l’uso dei diversi materiali, sono presenti con le dovute proporzioni nella cultura del Miraglia, anche se le finestre ad angolo non hanno le dimensioni di quelle del Maestro bolognese, va sottolineata la sua volontà di intraprendere almeno nelle intenzioni una strada alternativa al linguaggio tradizionale in un periodo storico segnato dalla carenza di materie prime come il c.l.s. o l’acciaio;
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    1 Un architettura di Angiolo Mazzoni “il villino del Castagno”.Come già detto nelle pagine introduttive la sua figura solo recentemente è stata riscoperta, (anche se la piena rivalutazione con la mostra inaugurata a Bologna nel 1984 con relativa pubblicazione di una schedatura di tutte le opere), soprattutto per l’originalità delle sue architetture, contemporaneo di Arturo Miraglia, nasce a Bologna nel 1895 da genitori senesi, la sua formazione fu influenzata: da Mackintosh a Berlage, sino...

    Project details
    • Year 2007
    • Work started in 2007
    • Status Completed works
    • Type Graphic Design
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