Copertura per l’ex caserma Marras a Conegliano

Conegliano / Italy / 2022

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Un edificio che ha condiviso le vicende del territorio cambiando più volte destinazione d’uso, un progetto di recupero integrato che procede per step successivi e verrà alimentato dai fondi del PNRR che contribuiranno a donare alla comunità di Conegliano un nuovo polo culturale con biblioteca che diventerà fulcro di attività, relazioni e incontri.
Il sistema AERcoppo® è stato fondamentale nella realizzazione della nuova copertura dell’ex Caserma Marras, i cui lavori di finitura verranno completati entro il 2022.


Storia e stato di fatto
Le vicende sono complesse, come spesso accade nel nostro straordinario territorio. Le destinazioni d’uso sono molteplici e si sono susseguite nel tempo in base alle committenze, alle vicende storiche, alle necessità delle comunità che si sono evolute nel tempo. Gli edifici originari hanno seguito il corso degli eventi, plasmandosi, trasformandosi come organismi viventi per soddisfare le esigenze funzionali, a volte anche estetiche, e i bisogni di rappresentatività dei proprietari. Tutto il nostro Paese è costellato da queste situazioni che raccontano la storia del luogo, riportano tracce di una memoria da condividere, da non perdere, da alimentare per trascinarla nel futuro. Sono quindi numerosi gli interventi che si sono susseguiti su questi ambienti e testimoniano la loro importanza, il loro ruolo fondamentale, anche se diverso, che rivestivano e rivestiranno ancora nella vita dell’uomo.


Siamo a Conegliano, in provincia di Treviso, in un territorio ricco di storia e di testimonianze che la raccontano. La costruzione dell’edificio denominato “ex Caserma Marras”, già Convento dei Domenicani di San Martino, risale al 1745 su progetto di padre Zanone Castagna. Come da tradizione i materiali erano locali o provenivano comunque dal territorio circostante. Le pietre furono prelevate dal Cervano, uno degli affluenti del Monticano; i legnami trasportati via acqua sul Piave arrivarono dal Cadore, mentre lastre di piombo, stoffe e pietra furono acquistate a Venezia. Il convento, soprattutto per l’appoggio messo in campo dall’ordine domenicano, riuscì ad evitare le soppressioni veneziane del 1769, ma successivamente fu letteralmente depredato dai francesi nel 1797 insieme con la chiesa di San Martino. Nel 1808 a causa delle soppressioni napoleoniche i frati furono costretti ad abbandonare Conegliano e così la chiesa e il convento seguirono destini separati. Quest’ultimo divenne ricovero per le truppe in transito durante il regno Lombardo-Veneto nel 1828 e conservò il suo status di caserma anche con il Regno d’Italia. Vi furono fondati tre corpi e precisamente il Sesto Reggimento Alpini, il Gruppo Artiglieria da Montagna e il Settimo Reggimento Alpini. Una struttura militare che fu adeguata alle esigenze che il tempo richiedeva. Il complesso fu acquistato dal Comune di Conegliano nel 2000 che ne fece sin dall’inizio la sede di alcune associazioni con la prospettiva di adibirlo a usi di pubblico interesse. L’idea era quella di trasformare un bene quasi completamente in disuso in un luogo accogliente, che ospitasse biblioteca e annessi spazi polifunzionali oltre all’archivio storico comunale. La volontà era quella di dar vita a un nuovo polo culturale, attivo e frequentato, con numerose occasioni di incontro e condivisione, che diventasse un luogo di socialità per la cittadinanza ma anche per i comuni limitrofi.


L’edificio conserva ancora l’aspetto di un monastero, con la lunga facciata con due livelli di aperture (monofore a tutto sesto al pianterreno, rettangolari al primo piano) e l’impianto centrale del chiostro ma ha subito nei secoli numerosi rimaneggiamenti, in particolare dopo la II Guerra Mondiale, a seguito dei bombardamenti e ricostruzioni, che ne hanno pesantemente modificato l’assetto originale compromettendone in maniera quasi definitiva la leggibilità e la conservazione dei materiali originali. Il portico del chiostro interno, ad esempio, è stato chiuso con murature di tamponamento e utilizzato come corridoio di distribuzione interno, testimonianza evidente di un cambio di destinazione d’uso e della necessità di avere per motivi militari un ambiente chiuso.
Prima di questo intervento l’immobile era totalmente in disuso, fatta eccezione per il fabbricato che costituisce l’ala nord che è stato risistemato dall’Associazione Nazionale Alpini sezione di Conegliano e adibito a deposito di reperti e documenti dell’attiguo Museo degli Alpini.


Il progetto di recupero delle strutture
Si tratta di un progetto complesso quello sull’ex Caserma Marras, perché prima di effettuare gli interventi di restauro e di conservazione era necessario mettere in sicurezza il bene, compromesso notevolmente da anni di abbandono. Le condizioni dell’edificio da destinare a biblioteca, il primo sul quale si è di fatto intervenuti, erano davvero difficili, sia in termini di strutture portanti, sia per quanto riguardava la copertura, praticamente irrecuperabile. Occorreva pertanto lavorare preventivamente su fondazioni e muratura, poi sulla sistemazione dei volumi interni contemplando le esigenze della nuova destinazione d’uso e la necessità di poter disporre di spazi adeguati per le diverse aree funzionali della biblioteca. Solo da ultimo il progetto interesserà il restauro del cortile interno che rappresenta forse la parte più storica del complesso.


Il progetto è stato affidato allo studio Mate Engineering e il Progettista e Direttore Lavori, l’Arch. Luca Mereu ci sintetizza così gli obiettivi e le prime scelte progettuali: “Ci trovavamo di fronte a un progetto complesso per le caratteristiche del bene da recuperare, le legittime ambizioni della comunità e la volontà di ripristinare l’organicità del complesso che nel tempo era andata perduta. Bisognava comunque procedere con un cronoprogramma per fasi e ci siamo concentrati fin da subito sul primo stralcio del progetto che comprendeva l’edificio più importante. Dopo un’accurata fase di analisi delle condizioni dell’organismo edilizio e verificata la necessità di un consolidamento strutturale piuttosto urgente di tutto l’involucro abbiamo elaborato il progetto. Volevamo migliorare la qualità delle strutture e allo stesso tempo adeguare dal punto di vista sismico tutto l’edificio. Abbiamo altresì dovuto “pulire” lo spazio rimuovendo tutti i detriti contenuti all’interno. Abbiamo poi proceduto al consolidamento delle sottofondazioni e poi delle murature con iniezioni puntuali e barre metalliche così da ottenere una struttura coesa e compatta”.


Gli dà eco l’Ing. Enrico D’Arma, Project Manager impresa esecutrice Atheste Costruzioni s.r.l.: “La composizione delle murature in sasso e pietrame ha richiesto grande attenzione in fase di cantiere e l’adozione di soluzioni che contemplassero le caratteristiche intrinseche dei materiali e che allo stesso tempo garantissero un risultato duraturo nel tempo. Abbiamo quindi proceduto alla rimozione degli intonaci interni e al rifacimento con rete in fibra di vetro e intonaco fibrorinforzato”. Completato l’adeguamento strutturale e il lavoro sulle pareti si è poi proceduto con la realizzazione delle partizioni interne. Ancora l’Arch. Mereu: “L’edificio si compone di piano terra, primo piano e sottotetto per una superficie di 350 mq per ogni livello. Sono stati completamente rifatti i solai interpiano utilizzando una struttura portante in legno, un tavolato e una soletta collaborante. La suddivisione interna dei livelli e la loro accessibilità è stata pensata per soddisfare le esigenze legate alle nuove funzioni della biblioteca”.


La nuova copertura e il sistema AERcoppo®
Sin dai primi rilievi e sopralluoghi è stato immediatamente evidente come la copertura dell’edificio fosse irrimediabilmente compromessa, sia per quanto riguarda il manto, sia per la struttura portante come ricorda l’Arch. Mereu: “Il progetto ha previsto il rifacimento integrale della copertura, non era infatti possibile recuperare quella esistente che era crollata e gli elementi inutilizzabili, tranne alcuni coppi, per anni di disuso. Con l’occasione si è deciso di lavorare con soluzioni e sistemi in grado di garantire solidità e resistenza nel tempo ma anche comfort e benessere per i fruitori delle sale della biblioteca. Volevamo una copertura moderna che rispettasse i caratteri identitari del luogo ma che fornisse prestazioni in linea con le altre componenti dell’involucro edilizio soprattutto in termini di efficienza energetica”.


L’Ing. D’Arma ci racconta le scelte effettuate e le soluzioni adottate per il tetto: “Per quanto riguarda la copertura abbiamo ricostruito il cordolo perimetrale in acciaio sul quale avremmo poi posato la struttura portante in capriate lignee e puntoni. Lo schema scelto dai progettisti riprende quello originario ma ovviamente con caratteristiche tecniche differenti. Si è inoltre deciso di sovradimensionare la struttura per garantire una maggiore resistenza in caso di incendio. Anche la struttura secondaria è costituita da travetti in legno al di sopra dei quali è stato posato un doppio tavolato incrociato, sempre in legno”.


Una scelta coerente come sottolinea l’Arch. Mereu: “Volevamo una copertura sostenibile e l’abbiamo progettata e realizzata con soluzioni integrate che definiscono tutto il pacchetto. Sopra il tavolato abbiamo steso il telo di freno al vapore, abbiamo inserito una coibentazione di 8cm in lana di roccia con la funzione isolante e infine la guaina impermeabilizzante. Tutte le nostre scelte erano finalizzate ad assicurare il comfort ai fruitori della biblioteca e il tetto ventilato ci è sembrato fin da subito la soluzione corretta. Proprio per questo abbiamo pensato al sistema AERcoppo® che non avevo mai utilizzato ma avevo conosciuto approfondendo alcune referenze come i lavori sulle coperture dei Tolentini per lo IUAV a Venezia”. L’obiettivo era duplice: garantire la ventilazione della copertura e farlo attraverso un sistema semplice e poco invasivo che consentisse di mantenere inalterata l’altezza di colmo come espressamente indicato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali.


“La nostra impresa aveva già utilizzato AERcoppo® in altri cantieri” continua l’Ing. D’Arma “ mentre per me personalmente era la primissima volta. Ho fin da subito pensato che potesse essere una soluzione ideale per il nostro intervento e i risultati mi hanno dato ragione. Ho trovato il sistema efficace, semplice da usare e non abbiamo avuto particolari difficoltà durante le fasi di cantiere. Abbiamo lavorato celermente, la copertura è una doppia falda asimmetrica lineare essendo un tetto nuovo e abbiamo agevolmente risolto anche i punti di discontinuità come possono essere i tre lucernari. Nel Dicembre 2021 abbiamo completato la copertura con soddisfazione da parte di tutti”.


Lo conferma l’Arch Mereu a cui spettano le conclusioni “siamo molto soddisfatti delle nostre scelte. Volevamo un sistema leggero, che garantisse una ventilazione senza forare la guaina e garantendone così la perfetta efficienza nel tempo. AERcoppo® si è rivelato facile da usare e anche sulle parti più complesse abbiamo trovato soluzione che consentono di mantenere gli allineamenti. Lucernari, linee vita e comignoli non hanno costituito un grande problema. Una volta posato il sistema abbiamo steso il manto di copertura utilizzando in parte coppi nuovi, in parte elementi di recupero per mantenere un’omogeneità cromatica che rimanda alle tonalità originarie della copertura”.
Oggi che la struttura del primo edificio, che ospiterà sale lettura e uffici, è completata bisogna proseguire con le altre fasi dell’intervento, che prevedono il completamento delle finiture interne e l’inizio dei lavori sulle altre strutture attigue che costituiranno il polo culturale.

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    Project details
    • Year 2022
    • Work finished in 2022
    • Status Completed works
    • Type Structural Consolidation
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