Centro culturale Tor Marancia | studio gamp!

Tor Marancia è un quartiere appartato del quadrante sud est della città di Roma, dove per appartato non si intende periferico, quanto piuttosto permeato da un’atmosfera sospesa, nella quale il tempo si dilata e la natura metafisica di questa città millenaria si coagula in spazio urbano.

Un carattere che nasce in parte dalla sua collocazione, delimitata a nord da via Cristoforo Colombo che, superata la curva di piazza dei Navigatori si dispone a correre verso il mare, e a meridione dalle propaggini dell’Agro romano che si incunea con il suo prezioso carico di resti archeologici nel tessuto edilizio cittadino, fino a toccarne il cuore a piazza Venezia.

Un quartiere che proprio per queste due presenze sente la dimensione di una grandezza interrotta, quella della Roma imperiale e quella forse più velleitaria della città littoria, addossata ai margini della via dell’Impero che avrebbe dovuto collegare il quartiere dell’E42 all’urbe mussoliniana.

Tor Marancia e i quartieri circostanti sono disseminati dei frammenti delle scelte operate in quegli anni e rimaste in larga parte inespresse. Resti costituiti dai grandi fabbricati residenziali, gli “alberghi di massa” pascolettiani di piazza dei Navigatori e della Colombo, dagli istituti S. Alessio e S. Michele di Rapisardi e Calza Bini. Frammenti che si compongono con le architetture successive del palazzo della Regione, con il centro direzionale di viale del Caravaggio, di Barucci, con la chiesa di Nostra Signora di Lourdes di Cancellotti, con il recente edificio terziario che in parte completa il sistema di piazza dei Navigatori.

Architetture d’autore che, con la torre di S. Tommaso, con il vicino mausoleo delle Fosse Ardeatine e con le grandi moli dei resti archeologici della via Appia, definiscono una rete di emergenze architettoniche capaci di strutturare, assieme al più minuto continuum residenziale, il tessuto urbano non molto omogeneo di questo pezzo di città. Una condizione che affonda le sue radici nella storia della città, ben sintetizzato dalla celeberrima mappa di Roma del Du Perac e da alcune opere di De Chirico.

Il centro culturale di Tor Marancia si configura come un tassello di questo insieme di polarità necessarie a dare senso e organizzazione a un tessuto edilizio non disordinato, ma pieno di discontinuità, di lacune.

Queste polarità, che portano inscritto nel loro DNA un carattere monumentale, pur non essendo tali per dimensione, sono essenziali proprio per la natura estensiva del quartiere.

La proposta progettuale intende interpretare questa natura “monumentale”, polare in termini contemporanei, configurando un edificio sintetico, morfologicamente semplice, e come tale riconoscibile.

Tale riconoscibilità, insita nel valore simbolico che inevitabilmente si associa a ogni edificio pubblico, si esplica alla scala urbana nella capacità di adeguarsi ai caratteri dell’area e del tessuto preesistente; alla scala di prossimità di dare ordine agli spazi vuoti adiacenti.

L’edificio si allinea all’asse del viale di Tor Marancia completando il grande isolato del quale costituisce il margine meridionale. Inoltre, compattando le funzioni in esso ospitate, organizza gli spazi pubblici limitrofi: quello a uso della città e dei cittadini, a ridosso del viale di accesso, quello di pertinenza del community hub, a sud e quello del polo formativo del Teatro dell’Opera sul margine nord est. Ambiti contigui, in continuità spaziale tra loro, ma distinti per carattere e dotazioni.