Tavolo Vittorio | giovanni giulioni

Un tavolo per mia madre: mio nonno di mestiere era un marmista, lavorava nella cava romana di Aurisina, questa lastra rotonda è una delle pochissime che abbia mai portato a casa, probabilmente di nascosto sotto la giacca. Mia mamma l'ha conservata a lungo e un anno fa mi ha chiesto di progettarle le "gambe" per costruirne un tavolo, da mettere in terrazzo.

L'aspetto che più mi piace di questo progetto: la sua storia. Un tavolo di tre generazioni, un tavolo ritagliato, conservato, sollevato. 

La geometria gioca un ruolo importante in questo progetto: la forma pura del tondo in marmo è la matrice di una composizione concentrica della struttura in ferro, dal disegno generale a quello di dettaglio dei pilastri cruciforme. 

La struttura in ferro crea un deciso contrasto materico con il piatto in marmo e lo solleva grazie a 4 pilastri angolari collegati tra di loro mediante 4 archi e saldati alla piastra di appoggio del tavolo. I pilastri cruciforme sono ottenuti tramite un sistema di quattro angolari metallici saldati con altrettanti tubolari di profondità inferiore, al centro i due tondini arcuati proiettano nelle due direzioni ortogonali e legano i quattro pilastri reciprocamente. La struttura è  necessariamente molto pesante per sorreggere il piano in marmo di 70kg, ma la sua sensazione risulta alleggerita grazie alla forma non chiusa dell'intera composizione. Anche gli archi di collegamento lavorano in questo senso all'alleggerimento visivo della struttura, dialogando formalmente con il piatto rotondo di marmo.