Ponoramio

Concorso per la migliore proposta ideativa per la realizzazione di un punto panoramico sul fiume Po che incida positivamente sull’estetica del ponte Piacenza / Italy / 2010

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Premessa
Il Ponoramio è la proposta ideativa presentata al concorso per la realizzazione di un punto panoramico sul fiume Po. Il suo nome gioca fra le parole Po e Panoramio il nome del noto sito di condivisione di fotografie geograficamente localizzate. Entrambi i termini hanno, in diversa misura, qualcosa a che vedere con il progetto, vuoi per la posizione, vuoi per la funzione o più semplicemente per l’aspetto ricreativo che ricopre.

INQUADRAMENTO

Il rapporto con il fiume e con le sue dinamiche
Il punto di osservazione progettato si regge su di una pila di sostegno posizionata a valle del nuovo ponte ANAS ed in asse alla prima pila in alveo del ponte a partire dalla sponda piacentina, ricalcandone sostanzialmente le dimensioni e quindi gli ingombri. Ne consegue che non vi è riduzione della luce effettiva disponibile, anche ai fini di ostruzione da parte del materiale trasportato in piena, e che quindi la navigabilità fluviale risulta inalterata rispetto alla situazione precedente. Inoltre la direzione prevalente della corrente assume un andamento pressoché tangente all’asse di entrambe le pile e quindi il suo posizionamento risulta corretto dal punto di vista idraulico.
Nel progetto del nuovo ponte non sono presenti rostri perimetrali alle pile che eviterebbero l’accumularsi di banchi di alberi trasportati dalla corrente e proteggerebbero le stesse da possibili urti di navi, che risulterebbero disastrosi per la loro stabilità, considerando anche l’elevato rischio per la frequente presenza di nebbia. Contrariamente ad ogni logica, per non andare a modificare la navigabilità fluviale, come espressamente richiesto dal bando, non sono state previste tali protezioni nemmeno nel progetto presentato.
Osservando la sezione del progetto si nota come in realtà, il profilo dell’intero volume sia contenuto all’interno della sagoma, oltre che della pila e delle sue fondazioni, anche dell’appoggio della trave reticolare del ponte e del suo intradosso. Questo assicura l’inalterabilità delle dinamiche fluviali rispetto a quelle attuali, sia a regime ordinario, sia in caso di piena. Nella progettazione sono stati adottati come dati di partenza inalterabili, le considerazioni ed i calcoli dei tecnici ANAS in modo da conformarsi ad essi. Così la quota di massima piena fluviale con periodo di ritorno pari a 200 anni (52,84 m slm) risulta inferiore alla quota di attacco del rivestimento esterno, in modo che l’unico materiale a contatto con l’acqua, anche in caso di piena, sia il cemento armato. Mentre la quota inferiore dell’intradosso sub-orizzontale del volume è più alta, rispetto alla medesima quota di riferimento, di 3,55 m (franco idraulico); sostanzialmente è la medesima quota dell’intradosso della trave reticolare del ponte, ed il franco idraulico supera ampiamente la distanza minima fissata per legge (1 m) anche prendendo in considerazione la quota di piena con ritorno di 500 anni (53,25 m slm). Con questi valori è assicurato anche il libero passaggio di possibile materiale trasportato durante le piene (ad esempio alberi sradicati a monte).
Per la redazione dei grafici si è utilizzata la medesima sezione trasversale utilizzata per la progettazione del ponte, sezione fluviale disponibile più vicina a quella reale e sicuramente compatibile con essa, considerando le opere a protezione delle fondazioni della pila n. 1 del ponte come già eseguite (riempimento della buca).

Il rapporto con le caratteristiche costruttive del ponte previsto da ANAS
Il punto panoramico è un elemento strutturalmente autonomo rispetto al nuovo ponte della Via Emilia. E’ invece dipendente da esso dal punto di vista funzionale. Sfrutta infatti la pista ciclopedonale del ponte quale collegamento con le due sponde del fiume. Vi si può quindi arrivare solamente a piedi o in bicicletta dai tre punti di accesso del ponte stesso: Piazzale Milano e la nuova rampa di accesso su Via Nino Bixio, lato Piacenza, e l’argine maestro sinistro, lato Lodi. Si è optato per tale soluzione in quanto diverse strategie avrebbero portato alla previsione di rocamboleschi, costosi e troppo invasivi sistemi di collegamento fra le sponde ed il punto panoramico.
Per rendere possibile il passaggio dal ponte al Ponoramio è necessaria la rimozione di un pannello di policarbonato di protezione. Questa è la sola piccola modifica da apportare al progetto ANAS. La continuità del piano di calpestio è assicurata attraverso una pedana in lamiera, fissata alla rampa del punto di osservazione per mezzo di cerniere e semplicemente appoggiata sulla pista ciclabile del ponte. Si predispone cioè una sorta di passerella nautica appoggiata su un pontile, per rendere autonome le due strutture da vari punti di vista: statico, delle deformabilità (carichi dinamici sul ponte, diversa dilatazione termica dei materiali, fondazioni indipendenti, ecc.) e sismico.
Per agevolare i frequentatori si sono ipotizzati due ulteriori collegamenti (segnalati sull’elaborato grafico come “fuori concorso”) da realizzarsi, anche come stralci successivi ed indipendenti, in corrispondenza della spalla lato Piacenza e della pila n. 3. Essi sono due corpi scala pensati in struttura leggera di metallo sorretta da un muro di spina in cemento armato. I volumi sono racchiusi da lamiera a maglie larghe, in questo modo, dal momento che si trovano in alveo, possono essere allagati dalla piena del fiume senza danneggiamento alcuno. Una volta defluita la piena tornerebbero ad assolvere la loro funzione di collegamento fra il Ponoramio ed il lungofiume da un lato e con l’isolotto (attualmente non facilmente accessibile) dall’altro, creando una continuità, anche di intenti, con la volontà di riqualificare il lungofiume. Essendo elementi allineati alle pile del ponte e contenuti all’interno del loro profilo risultano poco influenti sulle dinamiche fluviali.

RELAZIONE ARCHITETTONICA

Caratteristiche estetiche, funzionali e costruttive
Il Ponoramio è sostanzialmente una grande terrazza dalle forme avvolgenti ispirate alla nautica da diporto. La sua conformazione planimetrica nasce da due aspetti contingenti e da un’esplicita istanza del bando, che si concretizzano in una sorta di triangoloide dai vertici smussati. I primi due sono, naturalmente, le direzioni ortogonali fra loro del Po e del ponte che lo attraversa. Il terzo aspetto è la richiesta del soggetto banditore di privilegiare la vista in direzione Nord|Ovest, la visione del tramonto nelle ore serali.
La sua superficie lorda, di 261 mq, è suddivisa in tre zone: la rampa di accesso, la parte coperta e la terrazza vera e propria.
La rampa di accesso collega la pista ciclopedonale del ponte alla terrazza, è suddivisa in tre tratti con piani orizzontali intermedi ed ha una pendenza massima inferiore a 8%, rispettando le normative vigenti sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Il piano di calpestio del punto di osservazione e del punto di ristoro sono così ad una quota di 1,61 m superiore rispetto quella che ha il ponte nel punto di accesso alla rampa. Da qui si ha una visione rialzata e lo sguardo può così evitare di incrociare la barriera in policarbonato ai margini del ponte ed il flusso del traffico veicolare al di sopra di esso, spingendosi oltre gli argini del fiume. Il collegamento ha una larghezza minima di 2,62 m, cioè quasi quanto quella della pista ciclabile. Può dunque essere agevolmente sfruttata, oltre che dal flusso ciclabile e pedonale, anche per le operazioni di carico e scarico del punto di ristoro.
La parte coperta contiene il punto di ristoro, pensato come una tavola calda: un lungo bancone e retrobancone dai quali si servono i piatti su un piano di appoggio frontistante ad essi. I cibi vengono consumati direttamente su quest’ultimo. L’ingresso è posizionato in una piccola zona coperta ma aperta sui lati, che ospita anche, disimpegnandolo, l’ingresso ai servizi igienici. Con tale soluzione questi ultimi risultano indipendenti dagli orari di apertura del locale. Trovano collocazione all’interno del punto di ristoro la cucina per la preparazione dei cibi ed un vano spogliatoio per il personale addetto.
La conformazione geometrica della terrazza fa sì che questa risulti suddivisa in due zone ideali: la prima, sul proseguimento della rampa, favorisce un affaccio che spazia da Est a Sud|Ovest; la seconda, adiacente alla rampa, privilegia l’osservazione da Sud|Ovest a Nord|Ovest. La prima risulterà soleggiata tutte le ore del giorno, mentre la seconda, solo nelle ore pomeridiane, in quanto coperta a Est dal volume del punto di ristoro.
Inferiormente al solaio del piano di calpestio vi è un altro solaio, di superficie più piccola del precedente ed accessibile dal primo attraverso una botola di servizio dotata di una scala leggera. I due elementi delimitano un vano tecnico atto a contenere ed a nascondere alla vista tutte le componenti impiantistiche ingombranti. Tale vano sarà accessibile a tecnici e ad addetti esclusivamente per motivi manutentivi o di esercizio.
La pila di sostegno è in calcestruzzo armato a vista. Tutte le strutture portanti in acciaio sono nascoste e saranno trattate con uno strato di Primer a contrasto dell’azione di degrado del tempo. I solai sono progettati in lamiera di acciaio irrigidita da nervature tre loro ortogonali (piastra ortotropa), sovrastata da un getto di calcestruzzo armato. Mentre il piano di calpestio del vano tecnico potrebbe rimanere anche grezzo (o eventualmente potrebbe essere posata una pavimentazione di tipo industriale), quello della terrazza e della rampa di accesso verrà impermeabilizzato con uno strato di miscela bituminosa polimerizzata (spessore 2-3 mm) sulla quale verrà steso il sottofondo che accoglierà la pavimentazione in teak nautico (adatto per esterni).
Il materiale più caratterizzante il progetto è sicuramente il rivestimento che costituisce il carter esterno. Si tratta di vetro termocurvato rivestito internamente di resina poliuretanica colorata. La sua lucidità permetterà il riflesso di tutto l’intorno sul volume, regalando notevoli effetti soprattutto nella zona sottostante dove si rifletteranno le caustiche dell’acqua del fiume. Inoltre la sua resistenza statica e la sua alta curvabilità renderanno possibile la suddivisione della superficie in grandi elementi. Il sistema di ancoraggio sarà invisibile all’esterno e sarà composto da profili con sezione a “C” di polietilene (PE) avvitati, seguendone le forme, sul bordo esterno della struttura secondaria. Sopra di essi verrà posto in opera il rivestimento di vetro per mezzo di collanti specifici. Le fughe saranno chiuse con silicone grigio. La colorazione esterna del carter seguirà un gradiente, una sfumatura che andrà dal bianco al ceruleo e di nuovo al bianco. Tale sistema di colorazione richiama, visto dal suolo, quello di un pesce, chiaro sotto e più scuro sopra. La maggior parte del sistema di rivestimento sarà ispezionabile dall’interno.
La produzione di tutti gli elementi costituenti la struttura, il sistema di ancoraggio ed il rivestimento, sarà necessariamente assistita da programmi di gestione informatica 3D.
Le partizioni del punto di ristoro saranno del tipo leggero e montate a secco. Internamente verrà utilizzato del cartongesso, mentre esternamente verrà posato un rivestimento metallico color alluminio. Le partizioni esterne, così come la copertura, verranno opportunamente coibentate.

RELAZIONE STRUTTURALE

Nell’ipotizzare la struttura del progetto si è tenuto conto di tutte le indagini preliminari (geologiche e geomorfologiche, idrografiche ed idrogeologiche, ecc.) svolte dai tecnici ANAS, delle loro considerazioni e delle loro conclusioni.
Il sistema strutturale qui proposto, i relativi grafici ed i render esplicativi sono meramente esemplificativi della tipologia di struttura ipotizzata e non hanno alcuna pretesa ne di esaustività della risposta al problema, peraltro piuttosto complesso, ne tantomeno di esecutività. Il suo grado di approfondimento è però in linea con le richieste del bando e soddisfa gli obbiettivi del tipo di concorso stesso.
Come già accennato precedentemente il Ponoramio è strutturalmente autonomo.

Opere di fondazione
Le fondazioni sono formate da un plinto sostenuto da una serie di pali trivellati a sezione rettangolare, che rispetto ad una sezione circolare, hanno superficie laterale dell’elemento decisamente superiore, con una conseguente ottimizzazione dell’entità dell’attrito disponibile. Essi si spingeranno fino alla profondità richiesta dai carichi verticali agenti. Il ricorso ad elementi trivellati e non battuti è suggerito sia dalla necessita di limitare per quanto possibile rumore e vibrazioni, sia dalla presenza di orizzonti fortemente addensati a poca profondità (cfr. con relazione geologica ANAS) che potrebbero limitarne l’infissione a quote insufficienti per il progetto.
Il punto di inserimento del plinto ricade nella zona dell’alveo di magra definita sulla relazione generale ANAS come «situazione molto grave» in quanto: l’alveo di magra si concentra in un solo ramo della larghezza di soli 160 m (per la presenza dell’isolotto) e l’interazione tra il pennello presente in sponda destra a monte del ponte e la pila del ponte stesso, determina condizioni idrodinamiche anomale che hanno portato, con il trascorrere del tempo, al formarsi di una buca molto profonda. Il progetto ANAS, prevede per questa zona la protezione delle fondazioni dalle azioni di erosione e di scalzamento mediante il riempimento della buca con lo scopo di annullare l’erosione dovuta alla suddetta interazione e di riportare la ricopertura del pozzo della pila in esame entro valori strutturalmente accettabili. Tale riempimento sarà realizzato mediante la messa in opera di sacchi di materiale sintetico riempiti con sabbia demaniale, del volume di circa 2 mc ciascuno. Il volume riempito con sacconi sarà protetto dall’erosione mediante la posa in opera di uno strato di massi alla rinfusa (rip-rap) appositamente dimensionati.
La fondazione del punto panoramico, andrà quindi ad usufruire di queste opere già eseguite. Per la sua posa in opera andranno effettuati lavori di riposizionamento dei sacconi e, se necessario, lavori di espansione dell’area di rip-rap già posato. Per l’ulteriore contenimento del fenomeno di erosione al piede della pila si sono predisposti due collari perimetrali ad essa con il compito di intercettare e deviare la corrente discendente a monte della stessa. Questi due elementi avranno superficie scabra ad aumentare il loro beneficio.
In via cautelativa la verifica statica del progetto dovrà essere sviluppata considerando comunque uno scalzamento di almeno 5 m al di sotto della quota sommitale delle scogliere di protezione.

Strutture in elevazione
Le strutture in elevazione sono composte da più elementi (in calcestruzzo armato ed in acciaio) legati fra loro con vincoli ad incastro in modo da ottenere, staticamente parlando, un unicum strutturale rigido.
La pila sarà incastrata al plinto di fondazione attraverso riprese dell’armatura del calcestruzzo. Il suo spessore e la sua armatura saranno dimensionate tenendo conto del carico che dovrà sopportare anche in funzione del diverso momento inerziale sulle due direzioni ortogonali, della spinta idrodinamica di piena, della sua snellezza, delle azioni sismiche, considerando anche il fatto che la maggior parte delle masse sono concentrate sulla sua sommità. Osservando la pianta ed il profilo del punto panoramico si nota come il volume sovrastante la pila sia geometricamente decentrato rispetto agli assi della stessa. Questo perché avendo uno sviluppo a sezioni variabili si è fatto coincidere il centro delle masse e non il centro geometrico con gli assi della pila.
La parte di pila inondabile, cioè la parte visibile esternamente, è a planimetria asimmetrica e dalle forme arrotondate (per meglio rispondere alla esigenze idrodinamiche in caso di piena), mentre, nella sua parte più alta e nascosta alla vista, la sezione è circolare. Questa porzione sarà perimetrata da un collare di acciaio sul quale verranno incastrate, per mezzo di saldatura, di bullonatura o di chiodatura, le tre travi principali, in acciaio anch’esse.
Ognuna di queste travi si biforca nella parte terminale in modo che i propri assi planimetrici coincidano con le costruzioni geometriche della pianta del solaio.
A questo punto entrano in gioco i due solai (quello del vano tecnico e quello della terrazza). Essi sono perimetrati da un elemento scatolare in acciaio che svolge la doppia funzione di collegamento fra le travi principali e quella di appoggio per la piastra ortotropa e quindi di “cassaforma a perdere” per il getto di calcestruzzo del solaio. Il solaio a quota inferiore interseca la struttura principale svolgendo un’ulteriore funzione di irrigidimento. Il solaio a quota maggiore risulta invece semplicemente appoggiato sopra le travi principali.
La struttura secondaria, anch’essa in acciaio, irrigidisce ulteriormente il sistema. Essa si incastra direttamente nella pila, fornisce l’appoggio al solaio del vano tecnico e lo collega verticalmente a quello superiore. Svolge inoltre l’importante funzione di supporto per la copertura del punto di ristoro e più in generale per tutto il sistema di rivestimento.
Il profilo esterno dell’insieme strutturale ricalca in sostanza la sagoma delle varie sezioni del volume di progetto, ottenendo una sorta di endoscheletro che risponde rigidamente alle sollecitazioni trasmettendole direttamente dal punto di applicazione, alle sottostrutture ed infine al terreno. Il comportamento è il medesimo anche sotto le azioni di applicazione istantanea, quali quelle sismiche.
Al fine di lasciare il debito spazio di deformazione al punto di osservazione (soprattutto in caso di sisma), si è prevista un’opportuna distanza fra questo ed il ponte. Le medesime considerazioni si sono fatte per quanto concerne il punto di passaggio fra il piano di calpestio del ponte e quello della rampa. Per questo motivo il sistema di passaggio è incernierato sulla rampa e semplicemente appoggiato sul ponte ed ha, nel proprio intorno sufficiente spazio di movimento in tutte le direzioni.
Tutte le verifiche geotecniche, strutturali e sismiche andranno condotte secondo il DM 14|08.

RELAZIONE TECNICA IMPIANTISTICA

La localizzazione del progetto rende piuttosto complesso il sistema degli impianti, soprattutto per quel che concerne gli allacci alle reti. Vedremo di seguito le soluzioni pensate per ovviare a quest’ultimo problema per ogni tipologia di impianto. Preme sottolineare come si sia cercato, fin dove possibile, di progettare soluzioni ecocompatibili utilizzando tecnologie che dovrebbero già essere da tempo in uso in tutte le nuove costruzioni, ai fini del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.
L’intera struttura è completamente indipendente dal punto di vista energetico. L’unico elemento di cui necessita dalla rete è l’acqua. Si arriverà alla linea dell’acquedotto attraverso un tubo di adduzione interrato in alveo, passante all’interno della pila fino al vano tecnico dove il flusso dell’acqua verrà smistato là dove necessario. Nel caso l’altezza piezometrica fosse troppo elevata è possibile installare un sistema autoclave. Un’altra soluzione sarebbe quella di installare una cisterna nel vano tecnico ma questo comporterebbe diversi inconvenienti (aumento del carico strutturale), alcune scomodità (il rifornimento andrebbe effettuato da un’autocisterna dal ponte o da una chiatta dal fiume) ed il sicuro montaggio del sistema autoclave. In definitiva l’allaccio alla rete pare essere non solo il sistema più semplice ma, a conti fatti, anche quello più economico.
La vera fonte di energia del Ponoramio sono i 55 mq di copertura del punto di ristoro dove sono collocati i pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica ed i collettori solari termici per la produzione di acqua calda da utilizzare nell’impianto sanitario ed in quello di riscaldamento. L’impianto fotovoltaico sarà del tipo ad isola ed avrà 40 mq di superficie dedicata che produrranno circa 8000 kWh. Il regolatore di carica, gli accumulatori e l’inverter saranno collocati all’interno del vano tecnico. All’impianto solare termico verranno dedicati i rimanenti 15 mq, sufficienti a produrre 1500 L di acqua a 40° C ogni giorno. Anche per questo impianto le componenti, quali il serbatoio di accumulo, la pompa e la centralina elettronica verranno installati nel vano tecnico. L’impianto sarà comunque affiancato da una caldaia elettrica a serbatoio.
Eventualmente si potrebbe pensare anche all’allaccio in rete dell’energia elettrica, con le stesse modalità dell’impianto idrico. Ciò sarebbe utile ai fini dello scambio di energia con il fornitore, quindi a garantire comunque la presenza di corrente elettrica in caso di guasto all’impianto fotovoltaico ed a percepire un guadagno monetario dall’energia prodotta in surplus.
E’ previsto un serbatoio di accumulo per la raccolta dell’acqua piovana da riutilizzarsi ad esempio per gli sciacquoni dei WC o per operazioni di pulizia esterna a getto d’acqua. Verranno raccolte le piogge ricadenti nella sola area scoperta del progetto (terrazza e rampa), predisponendo un canale di bordo continuo, protetto da un grigliato metallico, lungo tutto il perimetro e posto in adiacenza al parapetto in vetro. Le pavimentazioni avranno la pendenza più idonea per favorire il deflusso delle acque meteoriche verso questo canale di raccolta. Nel vano tecnico sarà presente, oltre ad una pompa, un’apposita vasca di decantazione delle sostanze surnatanti e di eliminazione delle prime acque.
L’impianto telefonico e di collegamento alla rete internet può essere effettuato con un sistema Wi-Fi predisponendo un’apposita centralina dedicata all’interno di una cabina situata in un punto dell’argine in prossimità della rete cittadina.
Gli scarichi delle acque nere confluiranno in un depuratore biologico a fanghi attivi ad ossidazione totale posto nel vano tecnico. Considerando un numero di frequentatori giornalieri di 50 unità è sufficiente una vasca in vetroresina del diametro di 1,60 m per un’altezza di 1,90 m. Naturalmente saranno predisposti dei pozzetti degrassatori, per il trattamento delle acque saponose, frapposti fra i lavabi ed i lavastoviglie e tale vasca. Il liquame depurato in uscita sarà adatto per lo scarico in acque superficiali e sarà immesso in una condotta che scendendo lungo l’interno della pila arriverà in profondità nel fiume.
L’evacuazione dei fumi e dei vapori della cucina sarà effettuato attraverso dei condotti che sfoceranno sulla copertura. In questi punti il rivestimento sarà sostituito con appositi moduli grigliati.
Non è previsto alcun impianto di distribuzione del gas metano. Infatti tutti gli apparecchi saranno elettrici. Eventualmente si rendesse necessario l’allaccio alla rete può essere effettuato utilizzando lo stesso sistema della linea dell’acqua.
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    Project details
    • Year 2010
    • Client Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Piacenza
    • Status Competition works
    • Type Bridges and Roads / Bars/Cafés / Monuments
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