Pax in ponte. | Fabio Cinesu

Ponte pedonale che attraversa il Rio Concias nel Comune di San Sperate. San Sperate / Italy / 2010

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“Pax in ponte”


Anche nel progetto per la realizzazione di un ponte è opportuno porsi con chiarezza il problema del significato, oltre che la ricerca delle forme che lo rappresentano.

D’altronde, il tema del ponte in generale contiene un forte carattere di necessità che nella storia della sua costruzione è sempre rappresentato con evidenza.

La tendenza, quindi, a ritenere importante l’aspetto tecnico costruttivo è conseguenza anche di questa volontà di rappresentazione e pone la questione della possibilità di parlare di “architettura dei ponti”.

Questo è stato il movente del nostro progetto: definire, rispetto a questo tema, il passaggio dall’oggetto necessario alla cosiddetta forma eloquente.

Abbiamo assunto il tema del “sospeso” come matrice tipologica che può condurre a una definizione architettonica “dell’edificio”, così ci piace chiamarlo, anche in merito all’affermazione di Giedion: “un ponte è come una casa”, rispetto al quale trovare il sistema costruttivo più adeguato, che ne esalti il carattere tipologico individuato.

La struttura più adeguata ci è sembrata essere quella composta da due “porte” contrapposte, ancorate all’una e l’altra riva, che come le due “facce” di Giano, il dio degli inizi, materiali e immateriali, vegliano nelle due direzioni, a custodire entrata e uscita.

Le due “porte” di legno di ulivo (ci piace pensare anche alla sacralità parallela ponte-albero) dispongono e accordano lo spazio, spazio diaframmato da una serie di elementi verticali e orizzontali che rammemora l’osteologica essenzialità, su cui poggia, testimone di un rituale perpetuo, la “via”, attraverso cui i “mortali”, possono andare da una regione all’altra; ma anche parafrasando Heidegger, dove i miseri “mortali”, attraversando la “via dell’ultimo ponte”, si presentano davanti alla integrità del “divino”. Anche in tale ultima prospettiva, il ponte, da opera materiale, potrebbe diventare un simbolo.

Così, arricchendosi anche di cose immateriali e eccelse, la forma tecnica diventa forma architettonica.

Queste sono le poche note sul nostro progetto, indipendente dalla possibilità della sua costruzione. Ma certamente non indipendente da un modo di progettare che cerca solo il momento della sua verità.




I materiali

La struttura “dell’edificio” non poteva che essere in legno e ferro, non certo solo per la specifica richiesta concorsuale, ma anche perché è legata all’architettura di questo tipo di ponte, e non in un senso solo funzionalistico (capacità anche di adattarsi al cambiamento territoriale urbano), ma perché esprime questa architettura.

La “via” è di lamiera scatolare su cui è incassato il piano di calpestio ligneo.

Le due “porte”, strutturate con profili scatolari, sono rivestite di legno di ulivo e ancorate su massi di trachite, le cui facce contrapposte potranno diventare creazione di sculture ad opera di artisti locali; mentre gli elementi verticali (chiamati tecnicamente “stralli”) e orizzontali sono di acciaio.

Il sistema di illuminotecnica contempla fasci luminosi ai margini della “via”, generati da corpi illuminanti a tecnologia led, gestito da un controllo elettronico della dimerizzazione, che agisce in tempo reale a integrazione e bilanciamento della luce naturale.
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    Project details
    • Year 2010
    • Client Comune di San Sperate
    • Status Competition works
    • Type Bridges and Roads
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