Chiesa del Buon Pastore, Reggio Emilia | Enea Manfredini

Reggio Emilia / Italy / 1970

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Bibliografia:
1981 - “Parametro”, n. 97, giugno, p. 53;
1983 - Parole e linguaggio dell’architettura religiosa, ed. Faenza, p. 107;
1988 - “L’Architettura: Cronache e storia”, n. 4, aprile, pp. 266-273;
1989 - Enea Manfredini, Architetture 1939-1989, cat. mostra, Electa, Milano, pp. 176-181;
1989 - Bruno Zevi, Tra impegno civile e voglia di trasgressione, “L’Espresso”, n. 46, novembre, p. 129;
1990 - Progettare lo spazio del Sacro, Verona, p. 25;
1991 - S. Zanichelli, Itinerari reggiani di architettura moderna, Alinea, Firenze, p. 143;
1995 - “Edilizia Popolare”, n.241, settembre ottobre, p. 71;
1996 - Architettura per lo spazio sacro, Allemandi, Torino, 1996, p. 106;
2008 - Opera contenuta nella selezione ristretta IBC di opere di valore storico architettonico in Architettura in Emilia-Romagna nel secondo novecento, Clueb, Bologna, 2005;
2011 - A.Zamboni, C.Gandolfi, L' Architettura del Novecento a Reggio Emilia, Mondadori, Milano, pp. 270;
2020 - R. Gargiani, Razionalismo emozionale per l'identità democratica nazionale 1945-1966, Skira, Milano, pp. 558-559.


Se la chiesa di S. Paolo e dell’ospedale di Reggio (…) si pongono come caposaldi dell’edilizia liturgica postconciliare, la chiesa del Buon Pastore si pone, con grande anticipo, come centro parrocchiale integrato (…). Il grande spazio assembleare è in connessione (…) con presbiterio, cappella del S.S., sagrestia, penitenzeria e sala delle grandi adunanze che si pone quale cerniera e filtro tra spazio sacro e profano. Infatti oltre la sala, ci sono le aule per il catechismo, l’alloggio per i sacerdoti, ecc. Dal sagrato (…) esterno si dipartono due percorsi: uno (…) che organizza nella chiesa e dentro la chiesa le attività che in essa si devono svolgere; l’altro che dall’esterno lambisce un fianco della struttura, sale e si dilata in una prima piazzetta, poi si contrae per salire di nuovo e aprirsi in un “largo” più ampio da cui si è risucchiati e proiettati in un ulteriore spazio esterno per le rappresentazioni e la vita di relazione del centro parrocchiale sulla copertura vera e propria della chiesa. Si tratta di un organismo complesso in cui spazio esterno e interno sono fortemente integrati e intrecciati pur nel rigoroso rispetto delle parti e delle funzioni. All’interno lo spazio sacro è fortemente connotato dalla particolare configurazione della copertura che risponde all’esigenza compositiva di calibrare la qualità di un unico spazio architettonico lungo la sua fascia preferenziale di percorrenza, e si pone come reinterpretazione della biblica “scala di Giacobbe”, scandita vigorosamente dalle travi portanti della copertura. L’edificio è completamente in calcestruzzo a vista sia all’esterno che all’interno.
(da Marco Dasso, Chiesa del Buon Pastore: percorso come una “scala di Giacobbe”, “L’Architettura: Cronache e storia”, n. 4, aprile 1988, p. 269)

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    Bibliografia:1981 - “Parametro”, n. 97, giugno, p. 53;1983 - Parole e linguaggio dell’architettura religiosa, ed. Faenza, p. 107;1988 - “L’Architettura: Cronache e storia”, n. 4, aprile, pp. 266-273;1989 - Enea Manfredini, Architetture 1939-1989, cat. mostra, Electa, Milano, pp. 176-181;1989 - Bruno Zevi, Tra impegno civile e voglia di trasgressione, “L’Espresso”, n. 46, novembre, p. 129;1990 - Progettare lo spazio del Sacro, Verona, p....

    Project details
    • Year 1970
    • Main structure Reinforced concrete
    • Status Completed works
    • Type Churches
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