Ospedale civile San Martino, Belluno | Enea Manfredini

Belluno / Italy / 1957

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Bibliografia:
1958 - “L’informatore medico”, n. 18, settembre, pp. 325-336;
1960 - “L’attualità ospedaliera”, n. 12, , pp. 43-44;
1969 - “La Nuova Tecnica Ospedaliera”, n. 12, dicembre, pp. 469-482;
1970 - “Casabella”, n. 345, febbraio, pp. 10-15;
1981 - “Parametro”, n. 97, giugno, pp. 13, 45, 63;
1981 - “Parametro”, n. 98, luglio, pp. 59, 60;
1988 - “Dossier di urbanistica e cultura del territorio”, a.VIII, n. 1, gennaio marzo, p.75;
1988 - Guida all’architettura moderna-Italia: gli ultimi trent’anni, Zanichelli, Bologna, p. 197;
1989 - Enea Manfredini, Architetture 1939-1989, cat. mostra, Electa, Milano, pp. 142-149;
2005 - Edilizia per la Sanità, UTET, Torino, pp. 92-93;
2020 - R. Gargiani, Razionalismo emozionale per l'identità democratica nazionale 1945-1966, Skira, Milano, pp. 256-257.


Quando Manfredini si accinge nel 1957 alla progettazione dell’ospedale i Belluno, lo fa arricchito di una esperienza figurativa eccezionale (…). L’ospedale di Belluno è destinato a divenire, nell’opera di Manfredini, un momento riassuntivo dell’intero suo lavoro progettuale. Tutte le vie tentate nelle opere precedenti raggiungono qui una compiutezza vera. L’opera ha tutto l’aspetto e condensa la sapienza costruttiva di un edificio “tradizionale”: come avverrà qualche anno più tardi per la nuova chiesa dell’ospedale di Reggio, il linguaggio moderno sembra quasi dissolto in una volontà di piegarsi alle suggestioni del genius loci, senza la caparbia provocatoria leggibile nel progetto per il palazzo della Regione di Trento. Se l’asilo di Aiola e la chiesa della Vecchia possono ancora essere riguardati come innocenti esperimenti nella ricerca di un linguaggio “diverso “, l’ospedale di Belluno è chiaramente il punto di approdo di una professionalità scaltrita e sapiente, compiaciuta di sé stessa e per la quale il mestiere non ha più segreti. Gli esecutivi in scala 1:25 che accompagnano il progetto sono pagine da “trattato” ricche di una messe di informazioni quali solo è possibile rintracciare nelle tavole che Ridolfi aveva steso per il manuale dell’architetto(1).
Nell’Ospedale Civile di Belluno, un poliblocco articolato con gli spazi medico-tecnici nel corpo centrale e i servizi logistici al piano interrato, Enea Manfredini usa un linguaggio architettonico che coniuga, in una struttura a vista in cemento armato, elementi dell’architettura locale: la copertura a scandole e gli abbaini, il tamponamento laterizio, i bow-window (previsti nel progetto in tutte le camere di degenza a richiamo della “rotonda” tipica dell’architettura cadorina) (2).
(1- Giuliano Gresleri, La sospensione premeditta delle forme: il mestiere di Enea Manfredini, “Parametro”, n. 97, giugno 1981, p. 63;
2- M. Chiara Torricelli, “Gli organismi edilizi”, Edilizia per la Sanità, UTET, Torino, 2005, pp. 92-93)

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    Bibliografia:1958 - “L’informatore medico”, n. 18, settembre, pp. 325-336;1960 - “L’attualità ospedaliera”, n. 12, , pp. 43-44;1969 - “La Nuova Tecnica Ospedaliera”, n. 12, dicembre, pp. 469-482;1970 - “Casabella”, n. 345, febbraio, pp. 10-15;1981 - “Parametro”, n. 97, giugno, pp. 13, 45, 63;1981 - “Parametro”, n. 98, luglio, pp. 59, 60;1988 - “Dossier di urbanistica e cultura del territorio”,...

    Project details
    • Year 1957
    • Main structure Reinforced concrete
    • Status Completed works
    • Type Hospitals, private clinics
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