PROGETTO COLORE PER AGENCIA TRIBUTARIA | CLAUDIA BONOLLO

PAVIMENTO, BAR RISTORANTE, PICCOLO AUDITORIUM E COLOUR CONSULTING PER AGENCIA TRIBUTARIA, MADRID Madrid / Spain / 2002

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In questo caso dovevamo intervenire in uno spazio già costruito e definito, sede istituzionale dell’Amministrazione Pubblica. La sede principale di Agencia Tributaria è un edificio monumentale (e un po’ triste) situato nella zona nord di Madrid. Sul tetto, in un angolo si protende un’enorme statua alata di bronzo, ma nessuno sa dirci cosa rappresenta (la Giustizia? …un Angelo?… la Fenice?).
In una porzione rettangolare di questo grande edificio di mattoni ci richiedono di realizzare una zona di passaggio, un bar ristorante riservato ai funzionari, un deposito cucina e un piccolo auditorium. La zona è animata soltanto per poche ore al giorno in cui c´é una grande concentrazione di persone, per il resto lo spazio è silenzioso e deserto.

Come sempre succede, il programma richiedeva soluzioni differenti per ogni spazio. L’Auditorium (che non ci hanno permesso di fotografare) è stato foderato di legno e, a quanto dicono ha una buona acustica. Il Bar Ristorante aveva bisogno di una cucina e di un deposito funzionali che facilitassero le operazioni di approvigionamento. Gli spazi non si potevano modificare e bisognava approfittare di tutti metri quadrati a disposizione.
Come in passato dovevamo ancora una volta ispirarci alla processualitá astratta del cielo (a Madrid ce ne sono di straordinari) e a qualche suo riflesso sul tumulto delle cose che succedono qui sulla terra.
Prima dell’azione non c’è nulla: non un soggetto o un oggetto, non uno spazio in cui muoversi, un tempo in cui durare. Noi siamo partiti veramente da zero, dalla goccia di colore che Pollock lasciava cadere sulla tela. La sua tecnica del dripping (sgocciolature e spruzzi sulla tela distesa a terra) lasciava un certo margine al caso: perchè come dice G.C. Argan “senza caso non c’è esistenza”.
L’elemento generatore del progetto è un grande taglio a forma di vela allungata che attraversa il falso tetto e illumina una parete di azzurro. L’elemento diagonale divide come una bisettrice lo spazio rettangolare riservato al bar e ristorante. E allora il grande segno sul soffitto (uno squarcio di cielo) e tutti gli altri piú piccoli che lo seguono, come riflessi silenziosi, si convertono nella forma a boomerang del bancone del bar, nella sinuosità del carrello-luci e nei grandi segni azzuri e verdi del pavimento che ondeggiano come fluidi che cambiano di colore a seconda della luce.
Le forme piovono dall’alto e si concretizzano in oggetti.
Dato che non potevamo modificare la posizione delle finestre abbiamo utilizzato un antico trucco veneziano. Le finestre selezionano il panorama (attraverso schermature di vetro all’acido) e lasciano intravedere solo i frammenti di paesaggio a noi piú congeniali come alcuni profili di edifici industriali delle vicinanze e qualche fessura di cielo.
Il cielo ritorna in uno spazio senza finestre e viene evocato nel lungo flusso sensuale di macchie colorate della zona di passaggio, dove le geometrie si fanno più complesse, come quelle sfuggenti delle nuvole.
Il falso tetto del corridoio (che introduce al ristorante e a un piccolo auditorium) è uno spartito regolare che è stato poi superato dall’improvvisazione, come in una jazz session. Il jazz è musica senza progetto che si compone suonando, e rompe tutti gli schemi melodici e sinfonici tradizionali. Nel groviglio di suoni del jazz ogni strumento sviluppa un proprio disegno ritmico: ciò che li intreccia è l’eccitazione collettiva dei suonatori, l’ondata che sale dal fondo dell’inconscio e porta al colmo del parossismo, così, per noi, ogni colore doveva sviluppare il proprio ritmo, portare alla massima intensità la singolarità del proprio timbro. Creare degli assoli un controcanto; un miscuglio barbarico vitale che facesse interagire i tagli spigolosi delle luci con le geometrie piú sinuose delle curve e dei colori del pavimento.
Il cliente (in questo caso l’architettocapo funzionario del Ministero delle Finanze spagnolo) era preoccupatissimo che la situazione gli scappasse dalle mani. Ci è stato piú volte richiesto il perché di tanti colori e di tutte quelle luci, e qualunque obiezione dei molti curiosi che passavano di lí creava problemi. Per contrastare l’ondata di creatività in uno spazio che si era sempre vantato della sua sobrietà, il funzionario di Agencia Tributaria, terrorizzato, suggeriva modifiche su modifiche: ”bisogna ingrandire di qualche metro il magazzino e renderlo accessibile alla zona esterna... il corridoio forse puó essere allargato di mezzo metro... siamo ancora in tempo... Le finestre non vanno bene… c’è troppa luce... quel colore non mi piace... il bancone del bar é troppo complicato...”
Non è stato facile trasformare quel cumulo di perplessità, dubbi, tentennamenti, marce indietro, in un progetto finale che non tradisse gli elementi iniziali, quelle poche, piccole o grandi intenzioni sui cui si regge un progetto di architettura. Possiamo considerarla un’opera in divenire perché le tavole progettuali dell’inizio non assomigliano per niente a quelle che costituiscono il progetto vero e proprio, nemmeno per quanto riguarda le tavole esecutive del pavimento, che avrebbero dovuto essere piú semplici, e invece sono state cambiate mille volte e riempite di appunti.
I colori e le luci che preoccupavano tanto i funzionari spagnoli alla fine sono piaciuti.
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    In questo caso dovevamo intervenire in uno spazio già costruito e definito, sede istituzionale dell’Amministrazione Pubblica. La sede principale di Agencia Tributaria è un edificio monumentale (e un po’ triste) situato nella zona nord di Madrid. Sul tetto, in un angolo si protende un’enorme statua alata di bronzo, ma nessuno sa dirci cosa rappresenta (la Giustizia? …un Angelo?… la Fenice?). In una porzione rettangolare di questo grande edificio di mattoni ci richiedono di realizzare una zona di...

    Project details
    • Year 2002
    • Work started in 2001
    • Work finished in 2002
    • Client AGENCIA TRIBUTARIA
    • Status Completed works
    • Type Government and institutional buildings
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