BsLb - Riqualificazione ex-cave Modena

Progetto vincitore, categoria 'Studenti' Modena / Italy / 2010

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L’area di Polo è ubicata nell’Appennino modenese in sinistra idrografica del T. Lerna, poco più a nord del toponimo Selva di Sopra, ad una quota compresa tra i 500 e 600 m circa s.l.m.

La cava è, attualmente, ancora in uso ed è costituita da:
• un piazzale di accesso pianeggiante con gli uffici e la pesa sottostante alla parete verticale, non interessato da attività estrattiva;
• una parete di cava inscritta entro il perimetro della Riserva;
• una scarpata a gradoni, interessata da attività estrattiva.

Si prevede che la dismissione della cava avvenga tra circa tre anni, tempo utile per l’esaurimento
dei 200.000 mc da estrarre secondo il PIAE. Il materiale estratto è costituito da detriti eterometrici della Formazione di Pantano (ABI4) depositatisi ai piedi di una parete rocciosa sub-verticale. Il deposito presenta in prevalenza detrito grossolano (massi e ciottoli) con matrice di fondo a componente sabbiosa-limosa. Le formazioni calcareo-arenacee sono fratturate e dotate di un alto grado di permeabilità.

Gli obiettivi riguardanti l’area sono i seguenti:
• soddisfacimento di una quota del fabbisogno provinciale di materiali lapidei sostitutivi degli
inerti pregiati di conoide;
• realizzazione del recupero delle aree oggetto dell’attività estrattiva pregressa;
• realizzazione di un’area per servizi della Riserva Naturale di Sassoguidano.

I vincoli esistenti all’interno del polo sono determinati:
• dal PTCP vigente e successive modifiche e integrazioni;
• dal PAI e successive modifiche ed integrazioni;
• dalla disciplina vigente relativa ai siti di Rete Natura 2000 poiché il Polo è limitrofo al SIC-ZPS
IT 4040004 Sassoguidano-Gaiato.

Le indicazioni per il recupero paesaggistico dell’area comprendevano, all’inizio dell’attività estrattiva nel 1995, un progetto di forte impatto antropico, caratterizzato dall’ingresso alla Riserva con un centro visite, un parcheggio per pullman, un giardino botanico ed un anfiteatro.
Attualmente si è optato per un recupero di minore impatto ambientale coerente con la vocazione del luogo (anche su indicazione del PIAE): nell’ottica di un ipotetico reinserimento dell’area di cava entro i confini della Riserva Naturale Orientata di Sassoguidano, sono due le soluzioni progettuali da intraprendere:
• il recupero naturalistico dell’area, caratterizzato da un elevato grado di naturalità per favorire
l’insediamento della fauna;
• il recupero educativo, rivolto in particolare a scolaresche, con un’area per servizi (inserita nel
paesaggio circostante) della Riserva, un centro visite e relativo accesso al parco.
La presenza importante della Riserva Naturale Orientata di Sassoguidano, la vicinanza del Torrente Lerna e la presenza nell’area di specie rapaci nidificanti ci hanno guidato verso la scelta di un recupero ambientale di tipo naturalistico, suddiviso in tre aree funzionali, definite dal tipo di
recupero scelto e del grado di naturalità preservato:
• i piazzali di servizio alla cava
• la scarpata di cava
• la parete verticale

I piazzali di cava saranno le aree maggiormente interessate dalla presenza di attività antropica: il piazzale inferiore sarà caratterizzato dal parcheggio per i visitatori della Riserva, mentre il piazzale superiore sarà interessato in parte dai percorsi che accedono alla Riserva ed in parte da un’area più naturalistica tesa a proteggere la parete rocciosa su cui nidificano i rapaci.

Le principali problematiche che riguardano i piazzali di cava sono:
• indebolimento del suolo a causa dell’attività estrattiva;
• difficoltosa riattivazione del ciclo della fertilità del suolo, necessaria però a creare condizioni
favorevoli all’impianto per lo sviluppo iniziale della vegetazione e favorire l’evoluzione
dell’ecosistema ricostruito nel breve e medio periodo.

Le soluzioni progettuali da noi proposte sono:
• interventi finalizzati a migliorare i parametri fisici del substrato: sono principalmente indirizzati
alla modifica, parziale o totale, della porosità del suolo. Questa infatti condiziona in vario
modo i caratteri fondamentali del substrato (areazione, permeabilità, ecc.);
• inerbimento: per ridurre l’impatto visivo post cava e ricostituzione di un paesaggio naturale
adiacente alla Riserva;
• pascolo: può esercitare un’azione selettiva con modifica della composizione floristica, ma anche stimolare le piante pascolate (il pascolo sembra favorire le graminacee e tra le leguminose il trifoglio bianco);
• vegetazione come azione per la stabilità dei versanti: in molte situazioni la copertura vegetale
rappresenta un elemento strutturale di stabilità dell’area. Scarpate, piani inclinati, fossi, richiedono una copertura uniforme e stabile per evitare l’innesco di fenomeni erosivi.

La scarpata di cava, composta da tre gradoni (inclinazione 50°), è la zona di maggiore impatto
visivo percepita dalle aree circostanti.

Le problematiche presenti sono:
• indebolimento del suolo a causa dell’attività estrattiva
• emergenze di acque sotterranee
• pendenze eccessive, a causa dell’attività estrattiva e del possibile innesco di fenomeni di distacco della copertura e di fenomeni di erosione, prima diffusa e poi incanalata, tali da mettere a repentaglio sia la stabilità della pendice sia l’evoluzione biologica del sito

Le soluzioni progettuali proposte sono:
• riduzione dell’inclinazione della scarpata per ridurre gli sforzi di taglio (50°);
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    L’area di Polo è ubicata nell’Appennino modenese in sinistra idrografica del T. Lerna, poco più a nord del toponimo Selva di Sopra, ad una quota compresa tra i 500 e 600 m circa s.l.m. La cava è, attualmente, ancora in uso ed è costituita da:• un piazzale di accesso pianeggiante con gli uffici e la pesa sottostante alla parete verticale, non interessato da attività estrattiva;• una parete di cava inscritta entro il perimetro della Riserva;• una scarpata a gradoni, interessata da attività...

    Project details
    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Adaptive reuse of industrial sites
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