Casa di Gio Ponti a Milano | Fabio Carria

CONTEST_ PROGETTO PRIMO CLASSIFICATO Milan / Italy / 2020

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Casa in Via Domenichino a Milano


1928-1931 / Gio Ponti, Emilio Lancia


Questo edificio per abitazioni posizionato all’incrocio tra la Via Domenichino e la Via Monte Rosa a Milano, è caratterizzato dalla torre d’angolo conclusa in sommità con un altana particolarmente caratteristica ed evidente. E’ la prima casa di Ponti con una facciata colorata ad intonaco rosso , con fasce orizzontali bianche e zoccolo in travertino. Il tema del colore, introdotto qui per la prima volta, diventerà poi un elemento importante nelle successive case del famoso architetto che aderendo al gruppo del “Novecento milanese” traccerà con le sue opere una linea alternativa al razionalismo più deciso di altri giovani suoi contemporanei come Terragni. Le sue realizzazioni sono ormai delle icone dell’architettura milanese ed italiana capaci di mantenere un fascino ed una riconoscibilità nostalgica. Lo stile di Gio Ponti dialoga con la classicità intrecciandone i modelli con la semplicità del contemporaneo.


“L’alloggio uniambientale” di Gio Ponti


Le sue case, concepite a cavallo fra il rispetto della tradizione italiana e le tesi più avanzate del razionalismo europeo sull’abitare a cui progressivamente si è avvicinato, provvedono a riformulare gli spazi in senso moderno ma rispettando l’italianità : mentre vengono aboliti i corridoi e si riducono i servizi, si forniscono spazi nuovi “a muro” per gli armadi e le librerie a parete dando un  forte risalto agli ambienti comuni. Le famose “finestre -vetrine”, in cui la composizione delle librerie ingloba la vista sull’ambiente circostante, e la scala a muro prediletta da Ponti.


La sua abitazione  diventa quindi un manifesto della sua ricerca di uno spazio fluido e continuo, in cui la rigida divisione borghese delle stanze viene sostituita dall’utilizzo di pannelli scorrevoli e porte a soffietto. “L’alloggio uniambientale”, leggibile in pianta e percepito in profondità, ingloba ambienti diversi e l’interno assume connotazioni spaziali inedite fino ad allora. Il tema dominante è quello dello spazio interno, concepito come unitario dove le divisioni sono ridotte al minimo indispensabile per permettere la massima e libera fruizione della totalità dell’ambiente.


Tutto ciò premesso, l’approccio progettuale di questa ipotesi di riqualificazione interna non può che svilupparsi su un doppio binario: quello del massimo rispetto dell’opera del grande maestro e quello di apportare quei minimi interventi per rendere ancora contemporanea e moderna questa sua casa come già fece negli anni in cui fu progettata.  Come disse l’architetto stesso in una sua intervista nel 1976 “la casa ideale è quella che non è una costrizione”, si è pensato all’idea di spazio a giorno come uno spazio aperto e flessibile nell’accurato rapporto visivo ricercato fra i vari ambienti,  per conseguire quell’unità spaziale complessiva capace di generare, nella percezione di chi vi abita, una liberazione da quel senso di limitazione e di restrizione che può essere trasmesso da un insieme di stanze chiuse e separate. In questo senso la comunione diretta tra soggiorno, pranzo, cucina è voluta in omaggio alle sue teorie, oggi più che mai moderne ed attuali, intervenendo solo dove necessario. La nuova scala di accesso alla torre esterna è sicuramente uno degli elementi architettonici che, una volta trasportata in casa, attraverso le sue nuove pareti di cristallo, entra in diretto contatto con gli ambienti interni, qualificandone ulteriormente lo spazio esistente contribuendo ad allargarlo psicologicamente attraverso il colore della sua struttura e l’ingresso zenitale della  luce illuminando il verde delle piante rampicanti e del green wall scelto come sfondo naturale.  Due archi in muratura enfatizzano l’ingresso da cui si accede alla zona giorno ma anche al bagno ospiti, alla zona di servizio nascosta e defilata nella zona mansardata e poco vivibile. Accanto alla cucina è collocato l’accesso alla zona notte, senza un corridoio fisico come nell’idea della casa di Ponti, in cui vi sono quattro camere doppie tutte con bagno privato e quella più vicina alla zona giorno potrebbe anche essere adattabile anche come studio a diretto contatto con la zona giorno.

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    Casa in Via Domenichino a Milano 1928-1931 / Gio Ponti, Emilio Lancia Questo edificio per abitazioni posizionato all’incrocio tra la Via Domenichino e la Via Monte Rosa a Milano, è caratterizzato dalla torre d’angolo conclusa in sommità con un altana particolarmente caratteristica ed evidente. E’ la prima casa di Ponti con una facciata colorata ad intonaco rosso , con fasce orizzontali bianche e zoccolo in travertino. Il tema del colore, introdotto qui per la...

    Project details
    • Year 2020
    • Status Competition works
    • Type Apartments / Single-family residence / Interior Design / Custom Furniture / Photography / Lofts/Penthouses / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Building Recovery and Renewal
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