Concorso di Idee Parco Japigia

Bari / Italy / 2013

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Il richiamo verso la bellezza della natura è il tema portante della proposta progettuale. L’elaborazione dei tratti stilistici dell’intero impianto e l’organizzazione planimetrica degli spazi, sono tutti tesi a rievocare una natura primordiale ed incontaminata, quasi sognante, con l’obbiettivo di invitare il fruitore, accoglierlo ed avvolgerlo una volta varcati gli ingressi. Il fruitore è morbidamente immerso nella natura armoniosa e ristoratrice, attraverso la visione dei suoi colori, profumi e  suoni come quelli delle fontane, plasmando così un’ armonica varietà di elementi.


Il disegno del parco è connesso al carattere fluido della natura piuttosto che ad una semplice  riproposizione delle sue forme. Il flusso dei percorsi ha suggerito richiami a snodi vegetali e altre suggestioni che sarebbero troppo semplicistiche. il rapporto che c’è fra l’impronta progettuale e quella delle forme naturali non è solo quello superficiale di una replica formale, bensì è ricerca di comunicazione e proposizione di una visione archetipa della natura, in un contatto più intimo e profondo con i suoi elementi principali. Così è semplice comprendere il senso di una spina centrale, ossatura e struttura attorno alla quale si avvolgono e si svolgono i due percorsi principali, aprendosi e dilatandosi nei luoghi più raccolti e intimi del parco, le due bolle d’acqua, due inclusioni con declinazioni differenti una propone la scena della sorgente attraverso lo sgorgare dell’acqua, l’altra è invece un bacino che ci raccoglie. Si è tentato di infondere attraverso le forme e gli elementi il senso della vita, di ciò che è vivo, della diversità e complementarità fra l’essere maschile e femminile. La natura non manca mai nel proporci tutto e il contrario di tutto e noi siamo legati ad archetipi e a tradizioni, quanto la palma ci può evocare miraggi di oasi e freschezza con l’eleganza delle sue forme accentuate dalla curvatura dei percorsi a sipario che ci introducono nel parco tanto la tesa dei cipressi ci rimanda ad uno scenario grave, che radica verso terra.


In natura c’è sempre equilibrio, la composizione cerca di ritrovare un possibile equilibrio la lettura può essere semplice e formale o di significati e pesi ponderati.


L’ispirazione è tratta dal tema del mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto, l’Albero della Vita, dove tutti gli elementi naturali raffigurati si mescolano in un perfetto connubio di armonia ed equilibrio, in una gradevole architettura verde che accoglie l’uomo in totale simbiosi. Proprio come il parco è destinato a fare con i suoi ospiti. Proprio come noi dovremmo fare ogni giorno su questa terra.


La trama su cui è intessuto il disegno, è una sorta di maglia, di sottostruttura che tiene il tutto in ordine, accentuata da variazioni cromatiche e sfumature così come ritroviamo in natura. L’impianto è asimmetrico ma i pesi delle specie, la loro forma e passo riconducono all’equilibrio pur nella forte dinamicità dell’impianto. In un luogo come quello dove insiste l’intervento, spoglio e privo di grazia urbana e lontano anni luce dalla bellezza si è tentato di innestare un seme di vita, un piccolo germoglio che si integra e dialoga con ogni parte circostante, che ne trova connessioni che ti invita, riceve e trattiene.


Il percorso pedonale con le sue anse ci invita a sostarvi oppure a percorrerlo. L’andamento dei percorsi è volutamente intrecciato e bordato da palme disposte a lati alterni ricordando le “doppie eliche” di tutto cio’ che connota la vita e che si traduce in movimento. La suddivisione del prato in ampie fasce parallele, che si alternano in una diversità cromatica, ottenuta tramite la distribuzione di specie prative dalla distinta cromia rende lo spazio misurabile e comprensibile.  La presenza di una fontana a raso - pavimento, a cerchi eccentrici e concentrici, completa, con la presenza dell’acqua l’evocazione di un oasi . Il cerchio principale, dalla circonferenza maggiore, accoglie al centro un ugello dal quale zampilla costantemente l’acqua, mentre attorno, gli altri ugelli, sono azionati dal calpestio.


Dallo studio delle condizioni ambientali locali è stato possibile elaborare la proposta botanica progettuale attraverso l’integrazione del disegno architettonico al contesto socio-culturale. Numerose sono le specie botaniche scelte. La visione moderna del rapporto fra uomo e ambiente è infatti quella che riconosce la diversità biologica come elemento chiave del funzionamento dell’ecosistema Terra.


La sistemazione del verde ha tenuto conto delle caratteristiche edafiche del luogo caratterizzato dalla presenza nelle aree naturali o naturalizzate della macchia mediterranea. Sono state progettate infatti ampie fasce di mitigazione ambientale tra il parco e le strutture esterne che riproducono alcuni tratti di questo tipo di associazione vegetale. Tali fasce sono infatti caratterizzate dalla presenza di formazioni arboreo-arbustive miste di sclerofille eliofile come il Lentisco, la Phillirea, la Ginestra il Carrubo, Il leccio, il rosmarino, il mirto a caducifolie come il biancospino o il Magaleppo (Prunus mahaleb). Nota è la funzione ecologica svolta dalle siepi miste come rifugio per la fauna naturale e conservazione della biodiversità con relativo aumento della resistenza alle avversità biotiche da parte del ecosistema parco ed attrazione di insetti utili come farfalle, api e coccinelle. Le piante pollinifere avranno un ruolo fondamentale per l’attrazione di insetti impollinatori come farfalle o api, mentre le specie a frutto come il biancospino ed il Magaleppo saranno utili all’attrazione di uccelli. Non trascurabile è, inoltre, il ridotto fabbisogno manutentivo che queste macchie hanno, in quanto se correttamente progettate dopo la prima fase di attecchimento e cura nella crescita non hanno bisogno di interventi manutentivi. Anzi lo scopo della progettazione di siepi miste è proprio quello di farle evolvere verso un ecosistema maturo in grado di auto sostenersi senza la necessità dell’intervento dell’uomo. Chiaramente stiamo parlando di un parco e non di un area naturale per cui un minimo di manutenzione va garantita.


Alla funzione ecologica della sistemazione a macchie va riconosciuta anche la funzione sensoriale olfattiva e visiva per la presenza di piante aromatiche e la distribuzione nel corso dell’anno dall’alternarsi delle fioriture, della produzione di frutti e alla colorazione delle foglie.


Non ultimo, il ruolo delle macchie è anche quello di raccordare la monotonia della vegetazione propria del luogo, (le siepi monospecifiche e le piantate di pini) con la creativa artificiosità del disegno architettonico.


Il sistema delle fasce fiorite che costeggia in alcuni tratti il percorso pedonale sinuoso, richiama e riprende la rigorosità delle fasce cromatiche del prato, aggiungendo colore, profumi e sorpresa al percorso. La funzione sensoriale viene così in maniera molteplice stimolata al visitatore.


Oltre al rigore dettato dalla presenza dei filari di palme e di cipressi, in maniera non del tutto marginale sono state distribuite lungo un lato del percorso pedonale un sistema di alberature a doppio impalco costituito dall’albero di giuda (Cercis siliquastrum) e dalla Canfora necessari a creare le condizioni ideali per il ristoro dalla calura estiva. L’alternanza di una specie sempre verde a portamento eretto espanso ad una caducifoglia permetterà di ottenere ombra d’estate e sole di inverno così da rendere piacevole la fruizione di tale spazio non solo nei mesi primaverili estivi ma anche nel periodo autunno-vernino.


In riferimento alle specie da prato è stata prevista una alternanza di fasce inerbite tra Zoysia japonica e Festuca arundinacea. In particolare la Zoysia essendo specie macroterma, durante i mesi invernali va in dormienza non necessitando di alcun intervento di manutenzione. Viene spesso consigliato dai produttori di tali prati, la trasemina nei mesi invernali con Lolium perenne per consentire la colorazione del prato nei mesi invernali. In alternativa si procede alla verniciatura del prato. Il progetto in maniera audace ed innovativa ha invece considerato la possibilità di alternare le specie per avere un effetto cromatico sia estivo che invernale. Il tale maniera viene combinata alla funzione di risparmio manutentivo quella estetica di variazione del cromatismo.


In fine il progetto propone la scelta del filare di Waschingtonia robusta lungo il percorso pedonale per rafforzare l’ideale che ha ispirato il disegno architettonico. In realtà si propone come alternativa la scelta di un filare di Celtis australis per non rinunciare alla funzione bioclimatizzante delle alberature lungo il percorso.

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    Project details
    • Year 2013
    • Client PIRP JAPIGIA SCARL
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Urban Furniture / Sports Facilities / Bars/Cafés
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