«5 piazze per Catania» (1a fase): 3 Piazza S.Leone | Ilario Tassone

Luogo inconsueto di sottili equilibri Catania / Italy / 2005

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La forma del melologo

Le nuvole si mettono lì tra noi e il cielo senza fine. Le nuvole presiedono l’arpeggio della brezza tra i rami. Le voci sulla piazza avvicinano nuvole e cielo aperto.
Tra uno sguardo posto in alto ed uno verso il basso, sono visibili le trame di un disegno che segna il
modellare delle intensità e delle intenzioni di un progetto.
E’ uno spazio, questo, che guarda nel un contesto del "naturale", tra chiome d’alberi e banchi di nuvole, in modo propositivo, i “decori del cielo” lo sguardo, in continuità di movimento, corre dai fondali adorni di angeli e scene sognate e descritte nei Templi degli Artisti.

Rimane uno spazio trascritto che può riferirsi ad angeli nascosti, quelli che, appaiono anche nei disegni di Giotto, la nota tra gli alberi che appare nella Cappella degli Scrovegni. Cielo, nuvole, manifestano nel luogo le loro analogie con un affresco.

Nella piazza di San Leone, oggi, con uno sguardo attento, verso l’alto, guardando tra le “verdi nuvole”, si scorgono dei “percorsi volanti”, passerelle lignee tra ramo e ramo. Percorsi staccati da terra creano sentieri sospesi, in cui i bambini amano annidarsi tra gli alberi.

Ed un progetto, quindi, che lega gli alberi all’osservazione fatta.
Con continuità fatta di complicità, vengono fissati per il futuro, con accortezza, alberi e piccoli, fermati nell'immobilità di una materia altra, che si scorgerà sopra le ombre e sotto le foglie.

Un’opera inconsueta da cui si traggono luminose creature sospese che vivono vaganti trascrizioni. Trasparenze nascoste tra le nuvole verdi.
Lo spazio sottostante, sottoposto agli sguardi discreti, trae alterazioni modeste di piani e pendi. Le ombre minute si segnano allungate a terra, al sorgere del sole ed al volgere della sera e non tradiscono il mutare nelle ore alte.
Un parterre segnato da alberi, in attesa di un cavaliere, come tra gli alberi di Magritte, sono similari ai tagli di una “katana”, le sedute tra alberi interi.
Lo “piazza botanica”, dall’alto verso il basso, prevede:

A. sopra gli alberi
B. tra gli alberi
C. sotto gli alberi

A.
degli spazi aperti con valenza cangiante alle modifiche indotte dalla meteorologia, come variazione di un “dipinto continuo”.
Spazi vibrati che in condizioni di luce diversificata permettono di filtrare, tra i rami e le foglie, fasci di luce e finti pois.

B.
Tra gli alberi, figure nascoste in sculture d’artista, a volte luminose, che manifestano un luogo inconsueto fatto di sottili equilibri, fondate leggerezze e paure sospese. Come un gioco di bambini che alzano le mani per afferrare l’aria, posti tra gli alberi per uno sbirciare nascosto. Un luogo lontano dal mondo comune.

C.
Il parterre, segnato dagli alberi, tra il verde e le lastre. Segni lineari verso la città, sono le sequenze alterne, a parti uniformi, dei listoni. Segnano una direzione verso la città e l’orizzonte.
Il margine, tra le scale e la via, prevede un passo di transito, in occasione di eventi particolari.
Il centro, libero da ostruzioni, e si apre come un occhio nel cielo.
Il pendio di un prato, riferito al margine delle abitazioni, chiude in gran parte le introspezioni restituendo ai residenti un’elementare privacy.
Un punto di prospezione visiva si apre nel punto alto, a ridosso delle rampe, traguardando ampie distanze.


Il progetto é la definizione del melologo di un’orchestra, che vuol tradurre e trattenere lo stridio di un canto silente ed il cinguettio tra le fronde.
E’ tra le note sovrastanti sotto il cielo, sotto un banco di nuvole bianche, a volte grigie e quasi stabilmente verdi a cui, forse, si adegua un costante equilibrio. Nella misura magica dell’infanzia, tra foglie e bambini sospesi, ci si ritrova, forse, in un pedagogico "format".
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    Project details
    • Year 2005
    • Client Comune di Catania - IN/ARCH Sicilia
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares
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