Cappella del cimitero comunale di Mazzarrone, CATANIA (ITALY) | TURI ANGILELLA

ICTHYS Palermo / Italy / 2010

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Il tema del concorso, “ idea progettuale per la cappella del cimitero comunale” del comune di Mazzarrone in provincia di Catania, invita in via preliminare, a comprendere le relazioni, le forme di dialogo, tra la città e il cimitero al fine di tratteggiare uno scenario futuro in grado di rappresentare e valorizzare l’identità e la creatività del luogo. Luogo carico di storia, di relazioni, di significati. pervasi di una certa aura che potremmo definire anche come “ memoria collettiva”.
1) L’iter progettuale
L’iter progettuale prende spunto e si individua attraverso la lettura dei temi a cui fanno riferimento le tavole grafiche a corredo della presente relazione descrittiva:
• l’origine greca del nome Mazzarrone, maz, spiga, e aron o arun, frumento, e cioè terra ricca di frumento (vds. TAV. n°6),
• così come la vocazione produttiva incentrata sulla viticoltura e sulla coltivazione intensiva di uva da tavola IGP che pone il comune catanese al centro di un’economia ricca e prospera (Vds. TAV. n° 5),
• insieme a tutta una serie di indicazioni tratte dalla simbologia liturgica della religione cristiana e non (l’albero, il pesce, la croce, la direzione sacra, la trinità, l’acqua, (vds. TAV. n°2, n°4, n°7 e n°8).
Attraverso tali temi quest’opera architettonica esprime la sua poetica uomo/natura, vita/morte, progetto/contesto, vecchio/nuovo, architettura/fruitore. E l’elemento che lega tutti questi rapporti è il concetto del tempo.
Infatti, il paesaggio appena limitrofo al cimitero è caratterizzato da coltivazioni a vigneto presenti fino al portale storicizzato di ingresso attraverso il quale si disegna un’atmosfera incerta, quasi a voler esprimere, nel passaggio esterno-interno, la sofferenza nel passaggio dalla vita alla morte. Superato l’ingresso, in prossimità del quale verranno realizzate alcune aree a verde attrezzato con diversificate sedute e due specchi d’acqua silente, si accede ad un viale pavimentato con stabilizzante ecologico per pavimentazioni in terra, fortemente allusivo alla Madre Terra ed ad alta valenza paesaggistica, il cui spazio è reso denso dalla presenza di cipressi che sembrano proteggere le tombe e le cappelle funerarie dagli sguardi indiscreti degli “estranei”. (vds. TAV. n°2).
In fondo al viale alberato, come parte terminale di un percorso processionale, si giunge in un area circolare, il centro della croce cristiana disegnata dal tessuto viario/pedonale, dove un terrapieno inclinato verso l’ingresso del cimitero racchiude la Cappella comunale. Tale inclinazione consolida la tradizione di orientare i tempio, o più in generale i luoghi di culto, verso la direzione cardinale est (asse borrominiano Versus Solem Orientem) in quanto per i cristiani , e non solo, la salvezza era collegata alla generica direzione cardinale orientale (vds. TAV. N°8).
Infatti Gesù cristo aveva come simbolo il Sole (Sol Justitiae, Sol Invictus, Sol salutis) e la direzione est era simbolizzata dalla croce, simbolo della vittoria (vds. TAV. N°7).
Certamente l’aspetto simbolico della liturgia è alquanto significativo e i gesti e le posizioni assunte non hanno mai un valore neutrale.
L’ingresso della Cappella, a cui si accede tramite una rampa compatibile ai portatori di handicap, è posizionato sul lato sud/ovest, in modo che i fedeli, entrati nell’edificio, camminino verso oriente simboleggiando l’ascesa di Cristo.
Relativamente alla venustas della Cappella, essa trae ispirazione a livello planimetrico e di interni dalla forma del pesce che fu il primo simbolo dei Cristiani. Ma anche, specialmente come volume esterno, dal chicco d’uva. Così pure il titolo del progetto in corcorso – ICTHYS – che è un acrostico di Iesous Cristos Theou Hyios Soter, ovvero Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore che in greco antico significa pesce. (vds. TAV. n°4).
Esso è un edificio puro, bianco, cinto da una superificie assimetrica destinato a terrapieno, il cui volume generato è in parte utilizzato a sacrestia.
Relativamente alla firmitas , la copertura a guscio è caratterizzata dalle eccezionali caratteristiche strutturali delle lastre in cemento armato sottili quanto un guscio d’uovo, che possono essere curvate come un cartone. La doppia curvatura della lastra genera la straordinaria resistenza di questo elemento che diventa capace di portare non solo secondo la direzione della sua curvatura, come l’arco di pietra, ma anche secondo la sua generatrice. Si passa dal concetto di lastra portante a quello di superficie portante, come nelle cisterne di Monier per usi agricoli, ottenendo così un elemento portante tridimensionale capace di coprire vaste aree con uno spessore minimo di circa 5 – 8 cm per 40 -50 m di portata, lo stesso rapporto tra spessore e larghezza del guscio dell’uovo (vds. TAV n°3).
Infine relativamente all’utilitas, si è progettato un organismo edilizio unitario e funzionale alle esigenze religiose, che ha dato vita ad articolati spazi all’aperto: un giardino, posto all’ingresso del cimitero e coltivato con essenze autoctone, ed un altro posto in prossimità dell’ingresso alla cappella. Entrambi determinano, con la loro scala a misura d’uomo, un naturale luogo dell’accoglienza e dello stare assieme. Internamente la cappella presenta un’organizzazione spaziale che fa si che l’altare diventi il centro focale dell’intera area liturgica ed immagine iconologica forte dell’assemblea e ciò assieme all’ambone, alla sede presidenziale, alla presenza dei tre tagli sulla muratura alle spalle dell’altare a rappresentare la Trinità. Una porta scorrevole, alla destra dell’altare, conduce alla piccola ma funzionale sacrestia con annesso servizio igienico, ricavata dal volume generati dal terrapieno (vds. TAV n° 4 e n° 8).
2) Il Vino
Il vino è ed è stato un elemento simbolicamente molto forte per la religione cristiana e poi quella cattolica.
Protagonista di svariate dispute teologiche nei secoli passati, ancora oggi è elemento di discussione nell’inevitabile processo di storicizzazione che tende a far evolvere gli elementi eucaristici. Ma anche la Chiesa è stata importante per il vino e la viticoltura, poiché nei secoli dell’Alto Medioevo furono i monaci ad occuparsene e a tramandare la coltivazione della vite.
Il ruolo simbolico del vino nella religione cattolica trova il suo apice come fondamentale elemento della celebrazione eucaristica in cui sangue e vino, secondo una simbologia cara al Cristianesimo, si intrecciano in modo inestricabile. Ma vite e vino si ritrovano in molteplici occasioni citati nella Bibbia divenendo simbolo e metafora di vita.
Gesù stesso non disdegna di berlo e il primo miracolo che compie è la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana (Giovanni 2,3-10).
Anche da queste riflessioni traggono spunto le seguenti considerazioni progettuali inerenti la metamorfosi della vite in elemento dell’architettura.

3) il tempo dell’uomo (o della vita) e il tempo del luogo.
Un cimitero è un luogo che in realtà non termina di essere costruito: questo ha permesso di concepire il progetto come processo di trasformazione della materia, che viene qui convertita in architettura per produrre delle sensazioni. La condizione temporale del progetto della Cappella cimiteriale assume così due diverse connotazioni strettamente correlate fra di loro: Il tempo dell’uomo (o della vita) e il tempo del luogo.
Il tempo dell’uomo è scandito dai già indicati elementi che alludono alla nascita, alla vita e alla morte, la cui relazione dà una sensazione di trasformazione, di ciclo vitale. Gli elementi della vite e del grano inseriti nel progetto, attraverso una sapiente metamorfosi scultorea in materiale metallico degli stessi elementi naturali e simbolici, rispettivamente in pergolato a protezione della rampa di accesso alla cappella e del luogo di sosta in prossimità alla spiga di grano come frangisole a protezione della parete vetrata esposta ad ovest, ripetono il paesaggio circostante, introducendo la condizione temporale del luogo (vds. TAV. n° e n°5 e n°6).
In questo modo si intende ricondurre, attraverso l’uso di forme e materiali d’uso comune, le architetture sacre ad elementi della quotidianità. Per questo motivo verranno utilizzati tali elementi di mediazione quali pergolato e frangisole, progettati in modo da accogliere in una dimensione relazionata all’uomo, e materiali dalle spiccate qualità tattili, quali malte, legno, pietra, terra, chiaramente desunti dall’architettura urbana e rurale. Inoltre, seguendo la metafora del ciclo agrario come interpretazione dell’umana esistenza, si propone di seminare a grano le due aree libere lungo il lato opposto all’ingresso, ad ovest del cimitero, e di spargere qui i resti delle cremazioni.
Tali temi divengono, pertanto, mezzo di trasmissione di messaggi sociali carichi di valenze simboliche, dove l’architettura non ha lo scopo tanto di trasformare, quanto di esplorare e scoprire, spesso sotto nuovi punti di vista o inedite prospettive, gli aspetti del sito. L’architettura come mezzo attraverso il quale si cerca di ristabilire l’equilibrio tra uomo e natura.
Il progetto è qui il mezzo attraverso cui si attua una riflessione esistenziale.
L’idea è quella di affermare il carattere fortemente identitario proprio del cimitero di Mazzarrone, la riconoscibilità contrapposta alla indistinta spersonalizzazione della morte; costruire un luogo dove l’oblio conviva con la memoria, in un graduale passaggio dal personale al collettivo e viceversa.
Un luogo del commiato dove defunto e familiari compiono il loro rito di separazione e quindi di aggregazione ad un mondo nuovo dove l’architettura si proporne di rispettare non solo il sito in se, così come si presenta all’atto della costruzione, bensì la sua memoria: la storia dell’edificio, quindi, da storia della sua costruzione, diventa storia del suo sito.
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    Project details
    • Year 2010
    • Client Amministrazione Comunale di Mazzarrone (CT)
    • Status Competition works
    • Type Cemeteries and cemetery chapels / Urban Furniture / Churches / Graphic Design / Monuments
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