NUOVO COMPLESSO PARROCCHIALE SAN GUGLIELMO IN LOCALITÀ INFERNETTO | Pino Pasquali

roma / Italy / 2005

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Il complesso parrocchiale dedicato a s. Guglielmo località Infernetto (sembra una contraddizione in termini) parte dall'assunto che l'intervento debba rispondere alla necessità, vista la centralità di un progetto di tale significato, di far sentire la sua presenza architettonica in tutta l'estensione dell'area in oggetto.


L'area appare ad una prima lettura come risultato di una logica di crescita urbana dovuta principalmente all'edificazione di lotti residenziali creati da una "speculazione" fondiaria, più che ad un disegno di "nuovo insediamento" cittadino.


Tuttavia gli interventi previsti sulla variante di P.R.G. rendono quest'area il terminale di un sistema compreso tra via E. Wolf-Ferrari, via Carl Orff e via Francesco Cilea, in cui si innestano una serie di servizi destinati prevalentemente a funzioni pubbliche.


Tuttavia gli interventi previsti sulla variante di P.R.G. rendono quest'area il terminale di un sistema compreso tra via E. Wolf-Ferrari, via Carl Orff e via Francesco Cilea, in cui si innestano una serie di servizi destinati prevalentemente a funzioni pubbliche.


Questa scelta geometrica cerca di rispondere alla considerazione che "il peso che si attribuisce ai complessi parrocchiali nella conformazione e nella fruizione degli spazi urbani e di conseguenza alle molteplici funzioni che vengono a determinarsi entro e fuori il plesso parrocchiale… La matrice primordiale, quindi, è non solo Aula significativa e ben connotata,ma anche luogo di aggregazione e di accumulazione di altre attività come parte integrata del plesso religioso e della globale morfologia urbana".


Queste relazioni tra il progetto e l'intorno hanno determinato la scelta di un sistema a croce in cui il luogo centrale e più protetto è il presbiteriO.


Lo sviluppo planimetrico permette inoltre di evidenziare la presenza del complesso lungo tutto lo sviluppo dell'area assegnata, pur nella compattezza tipologica, in cui la chiesa vera e propria ingloba la casa canonica, sull'asse principale e sull'altro i locali per il ministero pastorale, la cappella feriale e gli uffici della parrocchia.


Questi ultimi hanno accesso, come già detto, su via E. Wolf-Ferrari, come la canonica che è fornita di un suo parcheggio privato; lungo questo stesso asse "storico" si eleva fino a venticinque metri il campanile.


In questo progetto si è cercato di rispondere in particolare "alla necessità di ritrovare una coesione tra le tipologie e le configurazioni degli organismi parrocchiali con le tematiche del pensiero e delle forme della progettazione contemporanea, ricostituendo un'innovata riconoscibilità dell'architettura sacra", che sembra la vera sfida per i progettisti nel terzo millennio. Questo, a nostro avviso, è stato possibile attraverso la riproposizione di un edificio ecclesiale che tenta di reinterpretare l'immagine archetipa della Casa del Signore, così come è nell'immaginario collettivo e cioè con il tetto a falde.


Ora naturalmente la riproduzione di un'immagine così connotativi, non vuole essere un ripetersi di forme e tecniche costruttive storiche, ma l'elaborazione e l'attualizzazione di tali forme geometriche risolte con materiali di altissima prestazione che oggi il mercato ci mette a disposizione.


In questo caso è stato scelto un materiale, il LAMINAM, che contiene delle caratteristiche tecnologiche e formali che permettono di avere il tetto e le facciate rivestite senza soluzione di continuità.


Per quello che riguarda gli aspetti dell'articolazione dell'aula liturgica e i luoghi sussidiari ci si è attenuti alle indicazioni della nota pastorale della C.E.I. " la progettazione di nuove chiese". All'aula liturgica si accede da un portico molto compatto scandito da colonne-setti (cm 30 x 50) che segnano ogni metri 2,50 tutta la facciata principale esaltandone le verticalità. Il complesso dell'atrio e della porta d'ingresso è caratterizzato da una parete vetrata semitrasparente che permette all'aula di avere una luce diffusa e compatta proveniente da ovest. L'aula viene inoltre illuminata da una serie di fenditure esposte a nord, che generano una luce molto soffusa, che caratterizzano la parte centrale dell'assemblea dei fedeli; mentre il presbiterio come nella tradizione classica, viene illuminato dall'alto attraverso dei grandi tagli sulla copertura, e attraverso la grande vetrata colorata, opera dell’artista Dario Passi, retroilluminata da quella che abbiamo chiamato “camera della luce”.


Le dimensioni degli ambienti rispettano fedelmente le indicazioni del bando senza nessuna licenza; l’unico elemento di difformità consiste nell’altezza dell’aula liturgica a cui si è voluta dare una maggiore proiezione verso l’alto per enfatizzare il senso monumentale e mistico di questo spazio, che attraverso il rapporto tra larghezza e altezza dell’aula restituisce quel senso di sacralità che gli è proprio.


Il progetto sviluppa complessivamente una volumetria di 10.000 metri cubi circa.


Artista: Dario Passi

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    Project details
    • Year 2005
    • Status Competition works
    • Type Churches
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