RESTAURO DELLA CHIESA DI SAN MATTEO AL CARMINE DI LUCERA | antonio cordella

Edificata tra il 1754 e il 1755 ad opera dei Carmelitani scalzi sotto la guida del Maestro ingegnere Ludovico di Tullio, la Chiesa del Carmine di Lucera è uno dei pochi edifici religiosi del sec. XVIII progettati ex novo, e insieme alla Chiesa madre di Rocchetta S. Antonio, l’unica a tre navate realizzata in Capitanata.
Con i locali annessi fu sede del monastero dell’Ordine fino al 1794, quando a seguito Decreto di Ferdinando IV, vi fu la soppressione dei Carmelitani e l’insediamento nel monastero di un Istituto per l’accoglienza e il mantenimento delle orfane povere.
La Chiesa fu tenuta aperta da alcuni sacerdoti secolari, e nel 1890 passò alla Reale Arciconfraternita di S. Maria della Misericordia, che ne ottenne l’uso gratuito “in perpetuo” dalla Congregazione di Carità, la quale era subentrata nella proprietà dell’immobile.
Con decreto di mons. Di Girolamo del 1935 nella chiesa venne trasferita la trecentesca parrocchia di S. Matteo, oggi scuola elementare, e con l’incorporazione, avvenuta nel 1937, la parrocchia prese il nome di San Matteo al Carmine.
Nel 1960 la chiesa fu restaurata a spese dei parrocchiani, e nel 1984, venne sottoposta a vincolo dal Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali in quanto di notevole interesse storico-artistico.
Dal 1993, in applicazione della legge di revisione dei Patti Lateranensi, la proprietà della Chiesa passava alla Parrocchia San Matteo Apostolo ed Evangelista al Carmine.
Gravemente danneggiata dal terremoto del 2002, dal 2003 al 2008 è stata interessata da importanti lavori di restauro e consolidamento strutturale che hanno riguardato prima la Chiesa (2003–2005) e successivamente il Campanile ed i paramenti murari delle facciate (2006-2008)