Integrare reale e virtuale, arte e scienza. | Gabriele Pitacco

L'allestimento della mostra BOTH WAYS Trieste / Italy / 2020

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Cinque paesi europei compongono BOTH WAYS, una innovativa mostra di arte contemporanea pensata da Trieste Contemporanea e progettata da Gabriele Pitacco architetto assieme a Fluido.it che contribuisce, all’interno di Science in the City Festival, all’Euroscience Open Forum di Trieste.
BOTH WAYS – entrambe le strade, entrambi i modi – è pensata nelle sue diverse parti con una prospettiva duplice. L’obiettivo è mettere in relazione due campi della conoscenza molto più simili di quanto non sembri, arte e scienza, e due ambiti spaziali, reale e virtuale, la cui relazioni sono recentemente diventate molto più strette.
È una mostra policentrica di spazi interconnessi, realizzata in 5 sedi europee, di cui Trieste è la sede centrale, integrata ed estesa con la sua versione digitale online, visitabile accompagnati dagli avatar dei curatori e/o artisti.
Il progetto d'allestimento, curato da gpa (Gabriele Pitacco architetto) assieme a Fluido.it (Antonio Giacomin creative technologist), si concentra in pochi elementi indispensabili e capaci di valorizzare la fruizione delle opere, senza entrare in competizione con esse. Le nuove superfici espositive si integrano perfettamente con l'edificio e gli allestimenti in cui la mostra si inserisce, riproponendo il medesimo linguaggio architettonico, materiali, spessori, altezze, finiture ed il “bianco traffico” delle pareti. Il muro cavo che caratterizza l'allestimento preesistente, realizzato in pareti alte 400 cm dipinte di colore bianco, viene riproposto sia lavorando sullo scarto della griglia modulare che caratterizza lo spazio sia ruotato e dilatato fino a diventare muro abitabile nel suo spessore, il cui interno, completamente nero per contrasto, diventa lo spazio espositivo dell'interactive sound and video environment dell'artista Roberto Paci Dalò.
La mostra ed il suo allestimento si estendono online, integrando reale e virtuale con l’uso combinato del live streaming e della virtual reality ed espandendo i limiti del reale nell'allestimento virtuale. L'allestimento e la mostra permettono di fruire in realtà virtuale delle visite guidate, accompagnati dagli avatar dei curatori/artisti, che interagiscono in tempo reale con i visitatori. Il concept del progetto BOTH WAYS è infatti quello di una mostra come un organismo che evolve andando a proporre opere e spazi presenti in luoghi diversi e distanti non solo fisicamente, ma anche distanti, come lo sono il mondo degli atomi dal mondo dei bit, in modo quasi identico ed integrato alle modalità di fruizione.
Caratteristica di BOTH WAYS è anche quella di avere delle coppie di curatori per paese, provenienti sia dal mondo dell’arte contemporanea che da quello della scienza. Hanno selezionato insieme artisti e opere per Trieste: Miruna Amza (RO), Anna Bálványos (H), Miruna Batin (RO), Georgiana Buț (RO), Giuliana Carbi Jesurun (I), Maja Ćirić (SR), Dobrivoje Lale Eric (SR), Julia Fabényi (H), Ingeborg Fülepp (HR), Vedrana Mikulić Crnković (HR). Alla presenza a Trieste dell’arte dall’Europa orientale Trieste Contemporanea ha abituato i concittadini dal 1995, ma particolarmente interessante è questa collaborazione con l’edizione triestina 2020 di ESOF che proprio si rivolge anch’essa agli scienziati di questa area europea.
Un’altra caratteristica è che in alcuni casi le opere stesse sono state realizzate da un team congiunto, come per la proposta croata, a finalità didattica per gli studenti dell’Accademia e del dipartimento di Matematica dell’Università di Fiume, o sono nate dalla collaborazione tra artisti e scienziati, come è il caso del progetto italiano di Paci Dalò dei ricercatori del JRC Joint Research Centre – European Commission.


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Grazie alle differenti scelte curatoriali, la mostra presenta la attuale relazione arte-scienza da cinque diverse partenze.
La prima è quella da un laboratorio di intelligenza artificiale, AI Lab, curato da Maja Ćirić, e per la parte scientifica da Dobrivoje Lale Eric, commissionato dal Center for the Promotion of Science (CPN) di Belgrado agli artisti Vladan Joler & Matteo Pasquinelli, Filip Kostić, Kristina Tica e Victoria Vesna. In partnership con EU AI Lab il CPN presenta – ci dice la curatrice – un approccio creativo alla IA che è pratica critica, in cui il pubblico è testimone dell’abbandono della cultura orientata agli oggetti a favore di una cultura orientata ai sistemi, dove il cambiamento non deriva dall’oggetto, ma dal modo in cui gli oggetti sono costituiti (Jack Burnham, Systems Esthetics, 1968). Ad esempio il duo Joler-Pasquinelli deriva da un loro saggio di ricerca (vedi http://nooscope.ai/) l’opera The Nooscope Manifested: Artificial Intelligence as Instrument of Knowledge Extractivism, 2020, una infografica che esamina i limiti dell’intelligenza artificiale (del machine learning) e che intende essere una provocazione sia verso la computer science che verso le scienze umane (Nooscope, dal greco skopein “esaminare, guardare” e noos “conoscenza”). Oppure Victoria Vesna, con il suo noiseaquarium 2020, ci immerge in una esperienza 3D audio visuale mostrandoci a dimensione gigantesca i meravigliosi microorganismi che compongono il plancton e domandandosi se potrebbero soffrire oltre che per la presenza assassina delle microplastiche anche per il nostro inquinamento acustico del mare.
Scientifica, per la direzione scientifica di Miruna Amza e artistica di Miruna Batin, presenta Departures from the Sphere, una selezione di 8 artisti romeni di diversa generazione e modalità espressiva. La curatrice della mostra Georgiana Buț ci chiarisce che le “partenze dalla sfera” di Floriama Cândea, George Crângașu, Horia Damian, Sorin Neamțu, Mihai Plătică, Laurențiu Ruță, Catrinel Săbăciag e Ioana Vreme Moser “creano una percezione gioiosa del nostro legame con il cosmo, attraverso una comprensione filosofica e poetica dello spazio. Questo mondo sconfinato viene esplorato attraverso lo studio della forma perfetta della sfera (della sua trasformazione, movimento e significati concettuali) che è forma iconica dell’Universo. Proiettando strutture mentali e geometrie soggettive della sfera celeste, i lavori della mostra risvegliano visioni e utopie”. È il caso ad esempio delle fotografie di Laurențiu Ruță, come Projection of a Transparent Material, 1977, o della scultura sonora di quarant’anni dopo, Zurkubuk. Nux Stridens, 2017, che Ioana Vreme Moser vede come una creatura notturna che vive nel guscio di una noce e le cui vibrazioni piezoelettriche aleatorie sembrano dei canti ritmici.
Tutta orientata alla collaborazione della matematica con l’arte è la sezione BOTH WAYS croata. Curata da Ingeborg Fülepp e Vedrana Mikulić Crnković, rispettivamente docenti all’Accademia di Belle Arti e al Dipartimento di Matematica dell’Università di Fiume (che sono anche tra gli autori del progetto), e realizzata da un team di docenti e studenti appartenenti ad entrambi gli istituti formativi, la proposta espositiva per Trieste è composta da due progetti che si compenetrano: A Walk in Memories e Math behind the Walk. Risultato della collaborazione di artisti e matematici è una passeggiata virtuale attraverso la città di Rijeka. Nel primo progetto attraverso un QR code si potranno estrarre dalle fotografie esposte i rispettivi video a 360 gradi di differenti luoghi della città; nel secondo i visitatori virtuali influiranno sull’algoritmo che li guida attraverso la città, modificando la visita che sarà offerta al prossimo visitatore.
La sezione ungherese di BOTH WAYS, diretta da Julia Fabényi, sarà presente a Trieste con una selezione di videoarte (opere di: Imre Lepsényi, László L. Révész, KristoFlab – Kristóf Szabó, Kálmán Tarr e Ottó Szabó, Zoltán Vadászi, Gyula Várnai, Tamás Waliczky) curata da Anna Bálványos per offrire una breve panoramica della storia e dei vari aspetti della relazione e dell’interazione tra le scienze e l’arte contemporanea ungherese. All’inizio di questa storia nascevano opere di fantascienza ed ecco che due artisti di oggi ne tengono conto: László L. Révész in Transfer inventa un improbabile utilizzo del movimento della Terra per trasportare il vino di Szekszárd a Lione, città che si trovano alla stessa latitudine; Gyula Várnai in LEM riprende un’intervista con il famoso scrittore polacco degli anni Settanta Stanisław Lem (autore del romanzo Solaris, dal quale Andrej Tarkovskij trasse poi il suo omonimo film nel 1972), che coniugò la fantascienza ad una profonda riflessione esistenziale e filosofica e si dedicò attivamente alle scienze biologiche e cibernetiche. Oppure l’uso “improprio” di strumenti di misurazione scientifica quali i dispositivi medico-diagnostici porta Zoltán Vadászi a rendere visibile l’aria. Od ancora, la collaborazione tra scienziati e artisti fa sviluppare a Kálmán Tarr e Róbert Szabó un macchinario controllato con il movimento della testa per muovere marionette che aiuta lo sviluppo dei bambini disabili.
Infine, la parte italiana curata da Giuliana Carbi Jesurun per Trieste Contemporanea e in partnership con Giardini Pensili, JRC Joint Research Centre – European Commission, FabLab Romagna, Usmaradio e RAI Radio Techetè come media partner, presenta HA arendtrieste di Roberto Paci Dalò: un’opera su più formati (interactive sound-video installation / VR environment / radio) a partire da Hannah Arendt e Trieste. Le voci sono al centro del progetto: un ambiente immersivo e interattivo che crea una vera a propria foresta di suoni a partire dalla voce di Arendt e intrecciandola con le voci della città. I visitatori stessi diventano protagonisti attivando e suoni e immagini. Tutto è in onda quotidianamente su Usmaradio e Radio Lada. Nel finissage l’artista ha proposto una intensa performance sonora interattiva, in collegamento con alcuni degli artisti della mostra che è stata trasmessa live su Usmaradio. Il progetto è stato avviato nel 2018 al JRC Joint Research Centre – European Commission insieme alla filosofa e ingegnere Nicole Dewandre e a vari laboratori e scienziati del JRC.


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BOTH WAYS nasce da un progetto di coproduzione europea che Trieste Contemporanea ha iniziato nel marzo 2019 in partnership con l’Iniziativa Centro Europea (CEI) e con la Fondazione Internazionale Trieste (FIT) e ha proposto a un gruppo di istituzioni dell’arte e della scienza di Croazia, Italia, Romania, Serbia e Ungheria, con l’obiettivo di mettere in dialogo le posizioni e gli specifici modi di produzione di conoscenza dell’arte e della scienza.
La mostra BOTH WAYS di Trieste è dunque una co-produzione di University of Rijeka – Center for Innovative Media (CIM) at the Academy of Applied Arts (APURI) and Department of Mathematics (Croatia); Trieste Contemporanea (Italia); Scientifica, Cluj-Napoca (Romania); Center for the Promotion of Science (CPN), Belgrade (Serbia); Ludwig Museum-Museum of Contemporary Art e Hungarian Museum of Science, Technology and Transport, Budapest (Ungheria).
BOTH WAYS ha il supporto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, dell’Iniziativa Centro Europea (CEI) e della Fondazione Internazionale Trieste (FIT). Inoltre il progetto è co-finanziato da: KKT: Campus Creative Team, Rijeka 2020, European Capital of Culture, 27 Neighborhoods; UNIRI Projects (Rijeka): Interdisciplinary Research and Application of New Media Technologies in Virtual Reality Art; Department of Mathematics-University of Rijeka e The Elsevier Mathematical Sciences Sponsorship Fund (Croazia) | The Administration of the National Cultural Fund (Romania) | European ARTificial Intelligence – AI Lab project (EU Creative Europe programme) e Ministero della Cultura e dell’Informazione della Repubblica di Serbia (Serbia).
Sono partner di macroarea per il progetto: Institute for Contemporary Art, Zagreb; Studio Tommaseo, Trieste; L’Officina, Trieste; Artspace, Venezia; Archivio Carlo Montanaro, Venezia; CREAA, Udine; RAVE East Village Art Residency, Trivignano (Ud); Vivacomix, Pordenone; Juliet, Muggia. Si aggiungono le collaborazioni di Show Solutions per l’allestimento e dello Studio Tassinari/Vetta per il design grafico del logotipo della mostra.
Gli artisti presentati a Trieste sono:
Floriama Cândea (RO), George Crîngașu (RO), Bojan Crnković (HR), Horia Damian (RO), Ingeborg Fülepp (HR), Vladan Joler (SR), Filip Kostić (SR/USA), Imre Lepsényi (H), Vedrana Mikulić Crnković (HR), Marko Mrvoš (HR), Sorin Neamțu (RO), Roberto Paci Dalò (I), Matteo Pasquinelli (I), Mihai Plătică (RO), Dijana Protić (HR), László L. Révész (H), Laurențiu Ruță (RO), Catrinel Săbăciag (RO), KristoFlab – Kristóf Szabó (H), Ottó Szabó (H), Kálmán Tarr (H), Kristina Tica (SR), Zoltán Vadászi (H), Gyula Várnai (H), Victoria Vesna (SR/USA), Ioana Vreme Moser (RO), Tamás Waliczky (H).


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Crediti:
Progetto artistico, organizzazione e curatela: Trieste Contemporanea, Giuliana Carbi Jesurun
Progetto d'allestimento: gpa, Gabriele Pitacco architetto [www.gp-a.it]
Progetto digitale e Digital Twin: Fluido.it, Antonio Giacomin
Progetto grafico e logotipo: Tassinari/Vetta, Paolo Tassinari
Realizzazione allestimento: Show Solutions, Luca Pozzetto
Fotografie: Alessandro Bettoso

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    Project details
    • Year 2020
    • Work started in 2020
    • Work finished in 2020
    • Client Triestecontemporanea
    • Status Completed works
    • Type Pavilions / Exhibition Design / Exhibitions /Installations
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