Wuhan International Airport | Roberto Maci

Il progetto è inteso come un sistema di connessioni verso l’esterno e verso l’interno che garantisca in modo fluido e efficace gli spostamenti dei passeggeri e dei loro bagagli.

Ciò è stato possibile impostando il progetto su uno schema modulare che mira a risolvere contemporaneamente gli aspetti funzionali e formali.

Il terminal T3A è facilmente raggiungibile sia con l’automobile che con il treno e la metropolitana e tutti gli spostamenti sono logici e brevi.

Le connessioni tra il T3A, il CTC Center, il T1, il T2 e il futuro T3B rispettano un criterio immediato e veloce.

Il programma architettonico prende ispirazione da alcune strutture presenti in natura come ad esempio le connessioni molecolari, le strutture degli alberi, il movimento dell’acqua, la formazione delle nuvole, ecc. L’individuazione di questo linguaggio ispirato alle strutture presenti in natura vuole mettere in relazione la forma esterna con i contenuti sostenibili degli interni.

In natura forma e contenuto coincidono perfettamente tanto da essere indissolubili, una sola cosa. E' questa la direzione concettuale del progetto per l’aeroporto di Wuhan.

I nuovi terminal T3A e T3B sono stati pensati come una sorta di “bosco tecnologico”, in virtù della sua capacità di utilizzare e trasformare la luce in energia solare. Le sue chiome, realizzate in ETFE (Etilene TetrafluoroEtilene) un materiale plastico progettato per avere un'alta resistenza alla corrosione in un ampio spettro di temperature, formano la copertura e nella parte centrale di ogni chioma sono collocati i pannelli fotovoltaici e in alcune di esse saranno realizzati grandi lucernai perimetrali che garantiranno un’illuminazione naturale diretta. L’obbiettivo è quello di risparmiare il 40% di energia spesa ogni anno.