Sentieri di natura

Progettisti: Iodicearchitetti, Francesco Iodice, Giuseppe Iodice; Collaboratori: Barbara Bonanno, Angelo Lista, Rita Mattiello, Antonio Vobbio Frasso Telesino / Italy / 2019

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L’intervento ubicato nel territorio rurale della provincia di Benevento ai piedi del Monte Taburno, è definito dalla forza generatrice del paesaggio, naturale e antropizzato. L’area interessata dall’intervento è una porzione di paesaggio di circa trentamila metri quadri su cui insistevano tracce di muri a secco in pietra che definivano terrazzamenti per la coltivazione. L’idea di progetto incardina la sua forza generatrice su una sorta di percorso che a partire dal recupero dei muri a secco esistenti, snoda lungo la sua giacitura le varie attività richieste. Un percorso ‘’del paesaggio’’ contemporaneamente morbido ma anche rigoroso, come le geometrie telluriche di questi luoghi, capace di integrarsi armonicamente con la natura degli stessi. Un percorso nel paesaggio e del paesaggio, lungo il quale sono organizzati una progressione di accadimenti materiali e immateriali luoghi dello stupore e della meraviglia. Un percorso, che in parte si avvolge su sé stesso rinviando ad un itinerario narrativo inteso come un ipertesto nel quale oggetti, immagini, suoni, odori collaborano alla caratterizzazione dell’esperienza della percezione del paesaggio. Dunque il percorso di connessione non è stato concepito distinto dallo spazio riservato alle varie attività, ma inteso come parte fondante dell’esperienza. Una sorta di filo di Arianna che ancorché chiaro nel suo impianto, si adegua e valorizza l’orografia del suolo, permette al fruitore di vivere attivamente l’esperienza del paesaggio; si sviluppa con una sorta di camminamento a sezione variabile che apre continuamente a condizioni e scenari differenti. Il progetto sintetizza in pochi gesti calibrati la sua forza, cerca un rapporto possibile con il luogo, guarda e si lascia sedurre dalla geometria dei monti, dalla forza tellurica della materia rocciosa. Le parti in elevazione, rigorosamente in legno, risultano fondate su basamenti in pietra, massi che affiorano irrevocabilmente dal sottosuolo, quasi fosse qui all’opera un’energia tellurica, un rimando palese al concetto di archeologia insediativa. I piccoli volumi che accolgono le varie attività, ristoro, riparo, riposo, zone d’ombra, deposito attrezzi, non sono mai chiusi in sé, ma aperti sull’esterno per offrire costantemente un rapporto con la natura ed una percezione totale dell’esperienza. Non si è trattato dunque di concepire un manufatto ma una parte di un sistema fatto di relazioni tra le parti che sconfinano dall’area di intervento fisico per appropriarsi dell’intera valle. Come afferma Georges Candilis: “la costruzione isolata è un mostro, mentre se essa è parte di un sistema non rappresenta mai un ingombro nello spazio, ma apre verso nuove possibilità”. La volontà progettuale è stata proprio quella di voler concepire un qualcosa che si ponesse in naturale continuità con ciò che era già presente sul luogo, adagiarsi ai luoghi ma senza rinunciare alla chiarezza di un segno dichiaratamente ed autenticamente moderno. L’intero programma è stato inoltre pensato in termini di sostenibilità ambientale, la maggior parte del sistema costruttivo è stato pensato a secco, i materiali scelti sono stati solo quelli che hanno la proprietà di rigenerarsi in natura. Anche la scelta dei materiali di finitura è stata fatta con un approccio fondato sul connubio tradizione -tecnologia – eco sostenibilità, al fine di proporre un manufatto non di solo pregio architettonico ma che mostri elevate prestazioni per tutte le sue componenti: rispetto dei materiali da costruzione della tradizione locale, produzione sostenibile, riciclabilità ed impulso alla economia autoctona locale. Per abbattere il consumo di energia elettrica e le relative emissioni di CO2 sono stati previsti una serie di accorgimenti, dai pannelli fotovoltaici al solare termico, fino alla presenza di un impianto geotermico a sonde verticali per il raffrescamento e il riscaldamento del corpo di fabbrica.


The project located in the rural area of ​​the city of Benevento at the foot of Monte Taburno, is defined by the generating force of the natural and man-made landscape. The area affected by the intervention is a portion of the landscape of about thirty thousand square meters on which there were traces of dry stone walls that defined terraces for cultivation. The idea of ​​the project hinges on its generating force on a sort of path that, starting from the recovery of the existing dry stone walls, winds the various required activities along its position. A '' landscape '' path that is simultaneously soft but also rigorous, like the telluric geometries of these places, capable of harmoniously integrating with their nature. A path in the landscape and the landscape, along which a progression of material and immaterial events are organized, places of wonder and wonder. A path, which partly wraps around itself, referring to a narrative itinerary intended as a hypertext in which objects, images, sounds, smells collaborate in the characterization of the experience of perceiving the landscape. Therefore the connection path was not conceived distinct from the space reserved for the various activities, but intended as a fundamental part of the experience. A sort of Ariadne's thread that, although clear in its system, adapts and enhances the orography of the soil, allows the user to actively live the experience of the landscape; it develops with a sort of walkway with a variable section that continually opens up to different conditions and scenarios. The project summarizes its strength in a few calibrated gestures, seeks a possible relationship with the place, looks and lets itself be seduced by the geometry of the mountains, by the telluric force of the rocky material. The elevated parts, rigorously in wood, are based on stone bases, boulders that emerge irrevocably from the subsoil, as if a telluric energy were at work here, a clear reference to the concept of settlement archeology. The small volumes that welcome the various activities, refreshment, shelter, rest, shaded areas, tool storage, are never closed in themselves, but open to the outside to constantly offer a relationship with nature and a total perception of experience . It was therefore not a matter of conceiving an artifact but a part of a system made up of relationships between the parts that cross over from the physical intervention area to appropriate the entire valley. As Georges Candilis states: "isolated construction is a monster, while if it is part of a system it never represents a footprint in space, but opens up new possibilities". The design desire was precisely that of wanting to conceive something that would place itself in natural continuity with what was already present on the site, settle down to the places but without renouncing the clarity of a sign openly and authentically modern. The entire program was also designed in terms of environmental sustainability, most of the construction system was designed dry, the materials chosen were only those that have the property of regenerating in nature. The choice of finishing materials was also made with an approach based on the combination of tradition - technology - eco-sustainability, in order to offer a product not only of architectural value but which shows high performance for all its components: respect for construction materials of local tradition, sustainable production, recyclability and boost to the local autochthonous economy. To reduce the consumption of electricity and the related CO2 emissions, a series of measures have been envisaged, from photovoltaic panels to solar thermal, up to the presence of a geothermal system with vertical probes for cooling and heating the building.

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    Project details
    • Year 2019
    • Work started in 2017
    • Work finished in 2019
    • Main structure Wood
    • Client Clemente Pascarella
    • Contractor Campania gas s.r.l.
    • Cost 1.453.729,13
    • Status Completed works
    • Type Private clubs/recreation centres
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