Parco della cultura nel sistema storico-monumentale del duomo di Monreale

I classificato ex aequo Monreale / Italy / 2009

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Premessa
Il Documento di Indirizzo Progettuale (DIP) della seconda fase concorsuale sottolinea l’opportunità di proseguirne l’esperienza secondo tre “idee-guida” che sommariamente riguardano: - il riconoscimento dell’area di intervento nella sua relativa unicità contestuale, quale presupposto di un progetto volto a interpretarne i caratteri identitari; - la consequenzialità degli stessi elementi progettuali nella relazione tra gli spazi pubblici aperti e chiusi, esistenti e da recuperare o da prevedersi; - il proporsi di questi spazi, in ultimo, secondo un ordine sistemico che ne definisca e renda riconoscibili ruoli e connessioni. L’articolata complessità delle idee-guida e il fatto che esse suggeriscano una definizione delle scelte progettuali come esplicita risposta alla diversità dei luoghi e dei temi affrontati, in un’area di intervento rilevante anche per le influenze urbane e territoriali, hanno orientato la rappresentazione specifica del progetto quale momento descrittivo del passaggio tra il riconoscimento della stessa area e le trasformazioni che la riguardano. A confronto con la prima e più schematica fase metodologica, si sono ulteriormente privilegiati gli aspetti procedurali del progetto rispetto a quelli solo definitori delle sue pure necessarie espressioni formali. Ne consegue che la proposta presentata, benché maggiormente unitaria nell’insieme, offra modalità differenziate per ogni caso affrontato, spiegandone le ragioni a supporto delle distinte soluzioni progettuali: tali modalità non comportano soltanto rapporti di corrispondenza e dipendenza tra casi e soluzioni in ordine, per esempio, ai passaggi di scala o alle relazioni tra alzati e piante, ma forniscono la possibilità di verifiche che non smentiscono, anzi rafforzano, l’unitarietà dell’insieme e ne garantiscono l’adattamento puntuale anche nel tempo discontinuo di eventuali realizzazioni.
Descrizione generale dell’intervento
Il riconoscimento dell’area di intervento, per riprendere la prima delle idee-guida del DIP, ne richiede una suddivisione per ambiti morfologicamente identificabili, anche se con molte diversità al proprio interno. Tale suddivisione interessa le fasce longitudinali che assecondano le pendici della Rocca: - la più bassa riguarda la Strada Ferrata e, con essa, i sistemi di accessibilità alla Rocca, quale margine della viabilità territoriale e di intersecazione con quella locale; la fascia intermedia comprende la sub-area del Parco della Cultura, con l’eccezione dell’attuale parcheggio, e le pendici a est del complesso monumentale del Duomo, al di sotto del quartiere della Ciambra; - la fascia più alta coinvolge la parte a monte di via Ignazio Florio, l’attuale parcheggio come suo punto di arrivo, il quartiere del Carmine e soprattutto l’Orto Mangano. Il tramite fondamentale tra la prima e la seconda fascia è di fatto costituito dal tracciato di via Santa Liberata, mentre tra la seconda e la terza fascia non esistono al momento legami. La proposta progettuale mantiene la scansione longitudinale e ne identifica i caratteri: il ruolo della Strada Ferrata viene inserito in un più esteso quadro per la mobilità e all’interno di una configurazione generale attenta alle esigenze della componente pedonale, specie della città storica; in questo senso, la strada è di accesso al Parco della Cultura con una stazione di transito dei bus turistici prossima anche a un parcheggio interrato per auto raggiungibile dal primo tratto di via Santa Liberata; la fascia intermedia è attraversata da un unico e diversificato camminamento che innerva a est il giardino sotto la Ciambra, ricongiungendosi con via D’Acquisto (ingresso storico da Palermo), e attraversa all’opposto una manica costruita, l’edificio-sistema delle funzioni richieste e sorta di ultima parete terrazzata del complesso del Duomo; il percorso distribuisce trasversalmente i collegamenti al centro abitato anche con sistemi meccanizzati che prolungano quelli disposti lungo via Santa Liberata, a partire dalla stazione di transito dei bus; il recupero delle percorrenze storiche tra via Ignazio Florio e il Carmine e l’integrazione dei loro elementi residuali, coinvolge nella terza fascia la presenza dell’Orto Mangano in un attraversamento connettivo dell’edilizia del quartiere con i giardini pubblici del complesso del Duomo. Tutte le percorrenze hanno tenuto conto dei vincoli relativi alle quote esistenti, specie per quanto riguarda via Santa Liberata; il percorso sotto la Ciambra segue la linea di separazione geomorfologica tra le rocce e gli strati inferiori di sabbie e argille, segnata dalla presenza di falde acquifere sotterranee e dalla differenza tra la vegetazione che alligna sulle pareti della Rocca e il sottostante agrumeto terrazzato. Il progetto accetta inoltre l’interferenza delle proprietà edificate, presenti nell’area di intervento, come un ulteriore vincolo: in futuro, l’eventuale assunzione di tali proprietà al demanio non modificherebbe l’impianto architettonico e urbano proposto, cosa che avverrebbe al contrario. La continuità dei percorsi principali, così definita, diviene il supporto per tutte le trame secondarie, urbane o storiche della campagna, e ne mette in relazione gli ambiti; la concentrazione delle funzioni interne in un unico complesso edilizio interamente attraversabile, coinvolge il loro uso nella sequenza paratattica del fuori-dentro-fuori con la totalità degli spazi aperti. Da tale supporto, planimetricamente individuabile in una stilizzazione antropode, dipende la gerarchia e quindi la riconoscibilità degli elementi del progetto: la linearità dell’impianto di risalita che affianca via Santa Liberata, gli arrivi veicolari per turisti e non, appesi a tale impianto, l’edificio-sistema che definisce lo spazio antistante, della scuola (ex Opera Pia) e per le manifestazioni all’aperto, la passeggiata nel parco rinnovato sotto la Ciambra, le risalite alla città che confermano le attuali modalità di avvicinamento al Duomo, il ruolo ritrovato dell’Orto Mangano e delle sue connessioni, definiscono una successione facilmente intelligibile per chi si avvia alla passeggiata introduttiva dello scenario urbano e territoriale sussunto nella figura straordinaria del massimo monumento monrealese.
Gruppo di progettazione
progettazione architettonica
Francesco Taormina, Capogruppo
Alessandro Ciaccio

sistemazioni a verde
Giuseppe Barbera
Maria Ala
Donato Salvatore La Mela Veca

sistemi d'acqua tradizionali
Pietro Todaro

geometria strade
Vittorio Nicolosi

strutture
Luigi Palizzolo

impianti
Ivan Torretta

costi e tempi di attuazione
Giuseppe Butera
Consulenze
geologia
Gian Vito Graziano
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    Project details
    • Year 2009
    • Client Comune di Monreale
    • Status Competition works
    • Type Neighbourhoods/settlements/residential parcelling
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