Mercato Annonario di Sanremo | calvi ceschia vigano architetti associati

Riqualificazione architettonica e funzionale dell'aula di vendita Sanremo / Italy / 2019

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L’edificio del Mercato Annonario di Sanremo è opera degli Ingegneri Fera e Grossi Bianchi di Genova, che lo progettarono a metà degli anni ’50 del secolo scorso. Rappresenta uno degli elementi architettonici che più fortemente caratterizzano questa parte di città sia per le dimensioni che per la centralità della sua collocazione. Costituisce una sorta di spartiacque fra l’edificato di impianto medievale, costituito dai nuclei della Pigna, Piano e l’espansione urbana del dopoguerra. E’ un unico corpo di fabbrica con intelaiatura in calcestruzzo armato della superficie di circa tremila metri quadrati, caratterizzato da una copertura a volta parabolica con altezza che raggiunge pressoché i quindici metri.


L’edificio, oltre al mercato della frutta e verdura, le gastronomie e le macellerie, ospita il mercato del pesce, gli ambulatori veterinari dell’ASL, alcuni uffici comunali, gli uffici dell’INPS e di un sindacato nazionale.


La mancanza di coordinamento degli interventi di manutenzione e l’assenza di una visione strategica d’insieme hanno fatto in modo che, dall’essere centro di riferimento per la spesa quotidiana o per gli acquisti di ogni genere, sia divenuto sempre meno frequentato. Infatti, l’inadeguatezza strumentale dell’edificio, che non permette agli esercenti di rinnovare l’offerta commerciale, i problemi relativi alla difficoltà di parcheggio e il suo aspetto architettonico decadente, hanno fatto sì che, nelle dinamiche della vita cittadina, il Mercato Annonario stia subendo da anni un fenomeno di marginalizzazione.


Siamo stati chiamati a risolvere questi grossi problemi con un cantiere che dovesse durare meno di quattro mesi (ne è durato tre) ed ogni scelta progettuale relativa a questa prima fase di intervento si è dovuta adeguare al rispetto di questi presupposti.


L’edificio è nato polivalente ed in una certa misura questa sua caratteristica lo ha salvato e ha reso più chiara l’ideazione del progetto di recupero. Non si può dire però che tutte le scelte progettuali siano state semplici a causa della mancanza di una comunità di persone in grado di sedersi al tavolo progettuale come un interlocutore autorevole. Al più abbiamo trovato “comitati” a difesa di interessi assolutamente privati. E’ probabile infatti che un luogo come questo abbia perso il suo valore simbolico perché si è perso, tra le persone, un ethos comune; quella "religio civilis che ha fatto grandi le civitas italiane, senza la quale è impossibile che si sostengano i luoghi di valenza simbolica". (Cacciari, La città, Pazzini)


Abbiamo perciò dovuto progettare “in sordina”, rinunciando alle grandi pretese e cercando invece quelle funzioni capaci di generare le relazioni che oggi sono venute a mancare e che hanno creato questa difficile situazione.


Il progetto di recupero è stato pertanto organizzato in tre fasi:


- la prima (realizzata con il cantiere), ha riguardato la messa in atto degli interventi urgenti e indifferibili di tipo manutentivo, funzionale e impiantistico;


- la seconda, riguarderà la riorganizzazione della viabilità, ulteriori interventi manutentivi della struttura, lo spostamento al secondo piano degli uffici destinati ai sindacati attualmente situati al primo piano per ricavare spazi da utilizzare per la commercializzazione e promozione dei prodotti della filiera agricola;


- l’ultima, sarà il restauro dell’edificio in quanto monumento, la definitiva riorganizzazione funzionale degli spazi di commercio con la trasformazione dell'edificio in un vero e proprio centro culturale dedicato al cibo e la riqualificazione degli spazi pubblici esterni.


I nuovi interventi si inquadreranno nel più amplio ciclo di interventi che riguarderanno la sistemazione della Piazza Eroi Sanremesi garantendo la lettura unitaria dei due spazi urbani e consentiranno l’ampliamento delle zone pedonali e la razionalizzando dei parcheggi.


Fortunatamente, a partire dal 2011, l’edificio è stato protetto con vincolo puntuale e tale vincolo, lungi dal divenire motivo di congelamento dello stato attuale, potrà essere il volano di un rilancio commerciale se si riusciranno a valorizzarne le potenzialità con interventi mirati.


La lunga fase di concertazione del progetto nonché l’analisi dei modelli nazionali e internazionali di riferimento ci hanno portati a considerare che oggi i mercati cittadini debbano cercare di differenziare il più possibile l’offerta, poiché l’approccio delle persone che usano questi luoghi per fare la spesa non è solo quello di chi vuole risparmiare ma anche di chi cerca, nel prodotto, il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo.


La riorganizzazione dello spazio interno del mercato va in questa direzione. Il ridisegno e la ricollocazione planimetrica dei banchi riequilibrano i flussi di distribuzione dei clienti e permettono di creare una piazzetta coperta interna che ospita un piccolo caffè, panchine e tavolini.


La struttura tridimensionale in legno serve a definire una regola semplice d’uso dello spazio in concessione. Gli operatori del mercato sono di natura indisciplinati e solo stabilendo regole semplici si può sperare di mantenere l’ordine. Per questo motivo sono state introdotte le tende di chiusura dei banchi. La sera devono essere obbligatoriamente chiuse e servono a stabilire il limite entro il quale gli esercenti del mercato devono contenere scaffali, arredi e mercanzie. Nelle ore di apertura invece, la regola può essere trasgredita ed entro certi limiti si può sconfinare.


Per mantenere l’autenticità di carattere del luogo ciascuno è stato autorizzato a disegnare il proprio banco liberamente. La struttura in legno che definisce gli spazi di vendita ospita tutti i sistemi antincendio, cartellonistica, segnaletica, illuminazione e ogni banco è stato dotato di acqua corrente per permettere agli operatori di vendere anche dei prodotti lavorati (verdura tagliata e lavata e frutta a pezzi). La scelta di usare il legno per la realizzazione delle strutture dei banchi e per i portoni d’ingresso è stata compiuta per la sua economicità, durevolezza e flessibilità, ammette ogni sorta di personalizzazione e comunica l’idea di rinnovamento; è rassicurante, diffusamente associato al “biologico” e a tutto ciò che è naturale.


 

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