Riqualificazione di Palazzo Ancilotto

Santa Lucia di Piave / Italy / 2020

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Un edificio importante per la comunità, un luogo chiamato ad assumere una diversa funzionalità di tipo collettivo, un bene prezioso da recuperare e restituire alla piena efficienza. La nuova vita di Palazzo Ancilotto a Santa Lucia di Piave in provincia di Treviso, passa attraverso un consistente intervento di riqualificazione che ha visto AERtetto assoluta protagonista nel rifacimento della copertura, elemento indispensabile per garantire un involucro efficiente e performante.


Il palazzo e la sua storia
Un luogo che porta i segni di un passato importante, un sito che rivela il prestigio di una famiglia radicata nel territorio, un complesso composto da palazzo padronale, barchessa, serra, giardino e brolo. L’edificazione di Palazzo Ancilotto realizzato a Santa Lucia di Piave in provincia di Treviso nella seconda metà dell’Ottocento, è opera di Agostino Ancilotto (1826-1866) ed era in origine pensato come residenza privata. Come tale rimase per più di cento anni e la Famiglia Ancilotto ne mantenne il controllo effettivo sino alla metà degli anni ’70. Dagli anni ’90 il complesso era pressoché dismesso, tanto che la famiglia stessa ne decise la vendita in tempi recenti al Comune di Santa Lucia di Piave. Vendita che si concretizzò ufficialmente nel 2017, anno dal quale l’Amministrazione Comunale lo mise al centro dei suoi programmi per lo sviluppo del paese.


L’edificio, ubicato nella centrale via Crispi, presenta un volume imponente caratterizzato da uno stile eclettico vicino al gusto dell’architettura umbertina, riscontrabile anche negli interni ed in particolare nelle decorazioni pittoriche ed a stucco, delle quali si ha testimonianza soprattutto dalla documentazione storica. Il progetto di restauro di Palazzo Ancilotto fa parte di un programma di riqualificazione più ampio, che prevede la funzionalizzazione dell’intero complesso con il recupero degli altri edifici/manufatti storici, del giardino e dell’ampio brolo. Un recupero attento, che non dimentica l’alto valore storico conservato in questi manufatti anche tenendo conto dell’importante relazione che la Famiglia Ancilotto ha avuto con un territorio che l’ha vista protagonista in maniera significativa della vita economica, sociale e politica di Santa Lucia di Piave. L’importante influenza sul territorio si deve alle estese proprietà terriere, allo sviluppo dell’attività imprenditoriale nei settori agricoli e tessile e, in qualche caso, all’assunzione da parte dei componenti della famiglia stessa di ruoli pubblici di rilievo.


Un legame che sembrava indissolubile e che, in ogni caso, si è protratto per quasi due secoli. “Con il progetto di recupero dell’immobile storico” – racconta il RUP, l’Arch. Anna Rita Speranza del Comune di Santa Lucia di Piave - “l’Amministrazione Comunale si è posta l’obbiettivo di ridare al palazzo una nuova funzionalità di tipo collettivo, a servizio delle molteplici associazioni culturali presenti nel territorio, affiancandole il ruolo di spazio espositivo. Vista l’impossibilità di realizzare il progetto originario previsto, cioè il Museo-gispoteca del Beato Fra’ Claudio Granzotto, celebre scultore santalucese, il palazzo ospiterà eventi culturali ed incontri ufficiali, le sedi per le attività e le iniziative nell’interesse del paese, la nuova sala consiliare, alcuni uffici amministrativi e il Museo della Piave”.


Il progetto di recupero
Un progetto complesso, quello affidato allo Studio Carniel & Maset di San Vendemiano, un intervento che aveva il duplice obiettivo di riqualificare il palazzo dal punto di vista statico e strutturale e, nello stesso tempo, di modificarne alcuni aspetti distributivi e di accessibilità per rispondere al meglio alle nuove destinazioni d’uso. Un percorso accidentato e difficile considerando le condizioni in cui si presentava l’edificio ed il grande problema rappresentato dalla copertura che versava in pessimo stato. Palazzo Ancilotto si sviluppa su una pianta rettangolare dalle dimensioni massime di metri 32,34 x 12,51. che origina un volume compatto costituito da tre piani fuori terra con tetto a padiglione, per un’altezza massima al sottogronda m 13,92. La simmetria regola la composizione, sia dal punto di vista planimetrico, sia per quanto riguarda lo sviluppo degli alzati. Le facciate sono caratterizzate da una suddivisione orizzontale costituita da marcapiani e dalla messa in rilievo di quattro torrette d’angolo e dello scomparto centrale che termina in sommità con un frontone voltato con rosone, un tempo decorato ai lati con statue, sia sul fronte est che sul fronte ovest, ora non più presenti. L’attacco a terra del fabbricato è reso ancor più possente dalla finitura bugnata dell’intonaco delle torrette d’angolo e della zona centrale della facciata principale e di quella che si affaccia sul giardino.


Palazzo Ancilotto fu oggetto negli anni ’40 del 1900 di un intervento di modernizzazione impiantistica e di modifica parziale della distribuzione interna. È infatti abbastanza evidente come il salone del piano primo sia stato suddiviso in più ambienti, mediante la costruzione di pareti divisorie, come allo stesso tempo alcuni imprudenti interventi di riordino del controsoffitto e tinteggiatura delle pareti, ci abbiano purtroppo privato di importanti decorazioni pittoriche. Proprio per questo, parallelamente ai lavori di consolidamento strutturale e rifacimento degli elementi architettonici più importanti dell’edificio come la copertura, si è provveduto ad avviare le operazioni di restauro di diversi affreschi decorativi, fatti con una tecnica simile all’arabesco damascato, recuperandoli cercando di farli riemergere dagli strati di pitture, in alcuni casi anche molto aggressive. “Più in generale essendo l’edificio vincolato dalla Soprintendenza, massima attenzione è stata dedicata all’impiego di tecniche particolari ed innovative, che tenessero conto contemporaneamente delle nuove esigenze del palazzo, ma anche del grande valore storico-culturale del complesso. Proprio per questo sull’apparato decorativo, come sul resto del progetto, abbiamo lavorato a stretto contatto con la Soprintendenza per poter mantenere tutti i caratteri salienti del palazzo”. L’Arch. Susanna Maset, progettista e Direttrice dei Lavori, ci introduce così al racconto delle fasi principali dell’intervento.


“I primi lavori sono stati di tipo strutturale” – gli fa eco l’Ing. Fiorenzo Carniel co-titolare dello studio di progettazione – “e si sono concentrati sulla copertura, sul consolidamento delle fondazioni e dei solai interni. In seguito abbiamo lavorato sull’involucro sostituendo i serramenti esistenti di fine ‘800 con sistemi a vetrocamera più performanti, vista l’impossibilità per i vincoli ai quali è sottoposto il bene, di realizzare qualsiasi tipo di cappotto termico, sia all’esterno, sia all’interno dell’edificio. Poi siamo passati alla ridefinizione degli ambienti interni e oggi rimangono solo da completare i piani alti. Tranne qualche piccolo adeguamento per ricavare o mettere a norma i servizi igienici e l’eliminazione delle tramezze che suddividevano il grande salone al primo piano, non ci sono stati stravolgimenti dell’impianto planimetrico del palazzo. Nel complesso tutti gli interventi hanno contribuito al miglioramento delle caratteristiche antisismiche dell’edificio, senza per questo mettere in secondo piano l’eccellenza degli apparati decorativi che sono stati restaurati migliorandone considerevolmente lo stato di conservazione”.


L’intervento sulla copertura
Fin da subito massima attenzione è stata data alla copertura come sottolinea l’Arch. Maset: “Il tetto è stato completamente scoperchiato e sottoposto alla verifica delle travi che costituiscono l’orditura portante. Si tratta di una capriata lignea sulla quale si è intervenuti puntualmente, sostituendo o rinforzando gli elementi che si presentavano in cattivo stato. Le travi che presentavano marcescenza diffusa sono state sostituite, così come quelle dalla sezione troppo ridotta. Infine abbiamo modificato una capriata la cui catena risultava a una quota troppo bassa, sostituendola con due puntoni per rendere accessibile anche quella parte di sottotetto”. Una volta consolidata la struttura portante si è proceduto con la definizione e la posa del nuovo pacchetto di copertura come ci illustra il Geom. Matteo Benincà, Titolare dell’impresa Terna Costruzioni che ha realizzato tutti i lavori: “Dopo aver trattato in modo corretto le travi lignee, abbiamo riposizionato le tavelle in cotto originali opportunamente pulite e risistemate utilizzando dei listelli a “T” in legno. Al di sopra delle tavelle è stato posato un multistrato marino di 3 cm ed un successivo strato isolante di 8+8 cm in fibra di legno. Sopra è stata stesa la membrana impermeabilizzante. L’intero pacchetto di copertura differiva per spessore e peso da quello originale e, per ancorare ancor meglio il tetto alla struttura e distribuire i carichi correttamente, abbiamo realizzato un cordolo in acciaio lungo la muratura perimetrale”.


Occorreva a questo punto riposizionare il manto di copertura. “Il sistema AERcoppo® è stata una scelta nostra” – racconta l’Arch. Maset – “non l’avevamo mai utilizzato prima di Palazzo Ancilotto, ma le sue caratteristiche ci sembravano ideali per questo contesto. Dovendo ricavare degli ambienti utilizzabili nel sottotetto, la possibilità di generare una ventilazione della copertura grazie all’impiego del sistema, ci sembrava un plus importante. Così come la sua leggerezza intrinseca e la certezza di non dover bucare la guaina impermeabilizzante, mantenendo in questo modo la perfetta continuità della superficie e la perfetta tenuta all’acqua”. Caratteristiche e performance confermate anche dall’impresa. “Anche per noi era la prima volta, non avevamo mai utilizzato il sistema AERcoppo®” - prosegue il Geom. Benincà – “Dopo aver approfondito dal punto di vista tecnico il sistema anche grazie alla consulenza dei tecnici di AERtetto, abbiamo iniziato la posa riscontrando fin da subito ottime sensazioni. Il sistema è leggero e facile da posare e anche laddove siano necessari allineamenti particolari come nel caso di lucernari, è possibile adattarlo per ottenere allineamenti ottimali. Nel complesso siamo soddisfatti del sistema e di quanto fatto; è sembrata, anche dal nostro punto di vista, una soluzione corretta per questo specifico progetto”.


Sopra il sistema AERcoppo® è stato poi posato il manto di copertura, recuperando in parte i coppi esistenti (coppi di coperta) ed integrandoli con elementi nuovi (coppi canale), così da ottenere una perfetta resistenza ed una gradevolezza estetica che non si discosta dal manufatto originale. Senza dimenticare poi l’installazione di una linea vita per accrescere la sicurezza degli operatori. “Abbiamo completato la copertura a Marzo” – specifica l’Ing. Fiorenzo Carniel – “e non abbiamo avuto alcun tipo di problema. Siamo soddisfatti del lavoro svolto e del risultato ottenuto, sia in termini funzionali, sia estetici”. Lo conferma anche l’Arch. Speranza: “Oggi i lavori sono decisamente a buon punto. Presto Palazzo Ancilotto tornerà al suo antico splendore. Una bellezza che potrà ora essere contemplata da tutti e non esclusiva di pochi, com’è stato invece per lunga parte della sua storia. Da sempre considerato un punto di riferimento per i cittadini di Santa Lucia, il palazzo permetterà di tramandare la memoria e di proiettare nel futuro le eccellenze del nostro territorio”.

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    Project details
    • Year 2020
    • Work finished in 2020
    • Status Completed works
    • Type Recovery/Restoration of Historic Buildings / Structural Consolidation / Building Recovery and Renewal
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