Concorso di idee per il nuovo Centro civico integrato Sala polifunzionale – Biblioteca - Archivio – Municipio Travacò Siccomario (PV) | Francesco Gulinello

Travacò Siccomario (Pavia) / Italy

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I caratteri del luogo


Porzione orientale della piccola unità amministrativa del dominio pavese denominata Siccomario, il comune di Travacò Siccomario si trova alla confluenza tra il Po ed il Ticino ed è delimitato ad ovest dal canale Rotta. I suoi limiti territoriali, interamente compresi all’interno del Parco Lombardo della Valle del Ticino, sono disegnati dagli elementi naturali dei corsi d’acqua.


Il paesaggio, da questo punto di vista fortemente connotato, presenta elementi di rilevante interesse, testimonianza delle trasformazioni fisiche ed antropiche dei luoghi. Come afferma Xenio Toscani, già dal '500 la campagna pavese “era dotata di un complesso sistema irriguo, e di un capillare e articolatissimo impianto di possessioni e cascine, distribuite in fitta rete su tutto il territorio, attorno a paesi normalmente piccoli o molto piccoli”. Il territorio accoglieva al suo interno esclusivamente attività strettamente legate alla vita della cascina, funzionali alla sua esistenza. Per questo, utilizzando un termine dello stesso Toscani, la cascina si può definire come vero e proprio elemento di “modellamento” di un paesaggio solcato dal fitto reticolo delle acque.


 


L’area di progetto


L’accesso al territorio comunale avviene attraverso due strade, nelle frazioni di Rotta e di Chiavica. L’area di intervento si trova in corrispondenza del margine nord del capoluogo edificato, lungo la linea di demarcazione che definisce la zona di protezione speciale (ZPS) individuata e tutelata dal Parco Lombardo della Valle del Ticino.


Il contesto è caratterizzato, lungo i confini est ed ovest, da un insieme di edifici d’abitazione organizzati secondo una disposizione geometrica. I manufatti sono percepibili come elementi fortemente individuali allineati lungo le strade. Lo spazio non presenta caratteri riconoscibili né relazioni fortemente significative.


A sud uno spazio aperto destinato a parco giochi si interpone al tessuto del nucleo storico, con la chiesa parrocchiale; in direzione opposta l’area si apre al paesaggio del Parco Lombardo della Valle del Ticino.


 


Il tema


Il programma funzionale espresso dal bando prevede la definizione di tre elementi omogenei, indipendenti ma collegati, realizzabili distintamente nel tempo:


1. sala polifunzionale / teatrino / sala consiliare


2. biblioteca, ambulatorio e archivio comunale


3. edificio municipale.


Il progetto accoglie la richiesta espressa dal bando interpretandola come occasione per l’organizzazione di un dispositivo progettuale basato sulla composizione di elementi singoli collocati all’interno di un “recinto” ai quali attribuire specifiche funzioni.


Il recinto costituisce un evidente riferimento alla struttura a corte tipica delle cascine, ma si qualifica anche come strumento che consente di individuare una modalità di definizione degli spazi che sostituisca all’idea di “separare” la volontà di “collegare”, di costruire relazioni, sia di carattere spaziale che formale. Aprendosi verso i lati sud e nord dell’area, esso ricerca una relazione diretta, da un lato con il parco giochi ed il nucleo consolidato del piccolo centro, collegandosi al sistema dei percorsi pavimentati esistenti per i quali si propone una integrazione e regolarizzazione, dall’altro con l’ampio paesaggio del Parco.


Il limite viene così circoscritto da un vero e proprio involucro, ispessito lungo il lato sud dal piano della pensilina che definisce il “vestibolo” d’ingresso sul cortile alberato. All’interno tre oggetti distinti, tre volumi architettonici caratterizzati ciascuno da una differente struttura geometrica, sono collegati da un percorso coperto che trova la sua origine nella pensilina d’ingresso.


Il sistema riprende l’impianto delle dimore rurali a elementi giustapposti in cui i due corpi principali dell’abitazione e del rustico (stalla, fienile e porticati) sono individuabili come elementi autonomi ma collegati tra di loro e rivolti verso uno spazio aperto utilizzato come aia.


Il progetto intende indagare le relazioni fra sistemi di elementi attraverso un dispositivo fondato sull’individuazione di assialità. Il recinto e i volumi al suo interno, organizzati secondo tale dispositivo, ricercano come nelle piazze italiane una forte riconoscibilità e cercano di costruire una mediazione tra il tessuto urbano esistente ed il territorio, immaginando un luogo costruito per la civile convivenza di una comunità.


 


Gli elementi del progetto


Gli elementi costitutivi del progetto – il recinto, i piani delle pensiline, le superfici pavimentate, le superfici verdi, i volumi degli edifici – sono regolati da un ordine gerarchico delle parti che ricerca, allo stesso tempo, la più ampia flessibilità di adattamento alle diverse circostanze.


La centralità dello spazio unitario raccolto all’interno del recinto si stempera in un sistema di unità che intende proporre il riconoscimento della natura specifica degli oggetti così come degli spazi e del loro reciproco rapporto. Ogni elemento gode così di caratteristiche proprie pur contribuendo al disegno dell’insieme.


Il muro esterno si definisce come diaframma cui affidare il rapporto con l’intorno, guidando i percorsi di avvicinamento e di ingresso allo spazio interno.


I percorsi coperti e la pensilina d’ingresso, fungendo da elementi di raccordo fra lo spazio del recinto ed i volumi principali, contribuiscono a chiarire le relazioni fra le parti e gli spazi su cui si affacciano.


Le superfici pavimentate e quelle trattate a verde partecipano, al di là degli aspetti di carattere eminentemente funzionale, alla costruzione di ambiti spaziali che perseguono un’idea di fluidità e varietà di configurazione dello spazio esterno, ritmato dalla successione di piani, masse, superfici, luci ed ombre.


I tre volumi principali collocati all’interno del recinto sono definiti secondo una logica che riconosce alle relazioni geometriche e spaziali la possibilità di costruire un sistema in grado di offrire una risposta concreta ed efficace rispetto al tema degli usi e delle funzioni.


Gli edifici all’interno del recinto hanno geometrie distinte: la forma geometrica viene utilizzata come fattore di identità.


La griglia dei prospetti accentua, in contrasto con l’orizzontalità del recinto, la verticalità delle facciate, in calcestruzzo fibrorinforzato Grc colorato in tre diverse tonalità. Anche il trattamento cromatico, differenziando i tre elementi, sottolinea l’identità formale degli oggetti. La regolarità del trattamento delle facciate, invece, fa da contrappunto al tema delle differenze, restituendo unità all’intero sistema.


Il ricorso a pochi ed essenziali materiali rimanda la complessità del progetto alla trama delle superfici ed all’articolazione degli spazi interni all’involucro.


 


La sala polifunzionale


L’ovale irregolare ed asimmetrico che accoglie la sala polifunzionale esprime volontà di definire uno spazio in movimento, inatteso. La forma in questo caso non è quella che appare perché non è mai possibile coglierla nella sua interezza. Si tratta dell’idea di un’architettura che comporti “la possibilità di un’asimmetria accettata e assimilata nel progetto, di una concezione contemporanea del mondo fatto di imprevisti e sorprese”.


Al piano terra dell’edificio trovano posto gli spazi collettivi destinati agli anziani ed ai giovani, un bar ed il foyer della sala collocata al piano superiore con i servizi. I vuoti collocati fra il nucleo centrale della struttura ed il suo involucro permettono di individuare una serie di spazi di mediazione fra l’interno e l’esterno, aperti ma coperti, che cercano un rapporto diretto con le aree verdi all’interno del recinto.


 


La biblioteca


La biblioteca è ospitata all’interno di un volume a pianta quadrata con un nocciolo centrale opaco destinato ai collegamenti verticali e collegato al sistema dei servizi. L’edificio accoglie, oltre alle sale di lettura, l’archivio, una sala per riunioni e, al piano terra, l’ambulatorio medico dotato di ingresso indipendente. La collocazione dell’edificio, lungo il margine sud dell’area, in continuità con il piccolo parco giochi, offre l’occasione per la costruzione di una relazione preferenziale con il parco stesso, aprendosi sullo spazio verde attraverso un loggiato coperto. Un sistema di cancelli a scomparsa permette di ottenere una totale continuità fra lo spazio del parco e quello del loggiato che, durante la stagione estiva potrebbe ospitare strutture temporanee, come un piccolo chiosco, o semplicemente contribuire a trasformare il parco in una zona di lettura all’aperto della biblioteca.


L’assialità dei percorsi esistenti che inquadrano il nucleo storico del paese e l’elemento centrale della fontana viene accolta dal progetto proponendo un’integrazione dei percorsi stessi fino al volume cubico della biblioteca che ne accoglie la direzionalità stemperandola lungo il limite del muro e ponendosi come diaframma fra il nucleo storico, il parco ed il nuovo intervento.


 


L’edificio municipale


L’edificio municipale, a pianta rettangolare, è caratterizzato da un sistema di ingressi indipendenti che consente il controllo dell’accessibilità differenziandola in funzione degli utenti.


Il piano terra è riservato alle funzioni che comportano un più elevato flusso di pubblico.


I collegamenti verticali ed i servizi sono collocati all’interno di una fascia compatta rivolta a nord ed interrotta, ai livelli superiori, da un sistema di logge che consentono l’affaccio verso il paesaggio del parco. I tre nuclei degli uffici si affacciano sulla corte interna. Gli spazi interni garantiscono un’alta flessibilità. Le pareti sono utilizzate, oltre che come elemento di divisione degli ambienti, come strumento per regolare le diverse condizioni di luce e ombra che danno forma visibile allo spazio interno.

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