Il Parco della Memoria di San Giuliano di Puglia | Nicola Sacco

Le Stanze della Memoria San Giuliano di Puglia / Italy / 2007

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Vi sono eventi ai quali è difficile dare una spiegazione. Occorrono così, all’improvviso, e tutta la fragilità della natura umana si rende manifesta. Eventi che colpiscono da vicino pochi, ma che appartengono a tutti. E la memoria di quelli che sono morti sopravvive nel ricordo dei vivi. 


Un parco per ricordare, un parco per tenere vivo. Un parco dove provare a guardare avanti, con speranza. 


Il ricordo delle trenta vittime è così affidato a trenta alberi di pioppo bianco: nell’antica Grecia era l’albero della rinascita, della vita. Trenta pioppi ordinati per filari. Trenta alberi che crescono e vivono e muovono le loro foglie come il mormorio di un vento leggero. È questo il nostro monumento, un monumento che parla la natura e la natura di San Giuliano. 


All’ingresso una fonte che porta la sua acqua fino ad un piccolo specchio  subito ai piedi della scuola. Sullo specchio una roccia squadrata, un altare,con una data, con la data di quel giorno strano e difficile. Sullo specchio d’acqua dei sottili steli luminosi affidati al vento.


Dagli alberi e sopra lo specchio d’acqua parte un percorso, con una rampa dura, possente. Tocca delicatamente il suolo della scuola e ordina le macerie nel segno di una piccola stanza con un ingresso angusto, un breve segno a terra. E inizia ad inoltrarsi nella terra. 


La quota delle macerie della scuola diviene una costante, s’inizia a scavare, ad andare indietro, verso quattro stanze dove sostare. Lo scavo diviene quasi archeologico, stratigrafico. È memoria in linguaggio architettonico, in segni di uomini. Si scava per trovare un ricordo. Ma le stanze non sono stanze di morti. Sono stanze di vivi e la vita ne riveste le pareti. Quattro stanze per quattro stagioni in cui il ciclo della vita può svolgersi, in armonia con la natura e il suo tempo lento e leggero. Le stanze, semplici scavi, aperti alla luce del sole, alla pioggia, stanze per fermarsi a pensare e a pregare. 


Sulle pareti le piante descrivono con la loro vita e i loro colori la stagione di cui portano il nome: così gialla sarà l’estate, rosso l’autunno, bianco l’inverno e viola la primavera. E questi saranno i colori dei fiori e delle piante che ne invaderanno le pareti e fioriranno al tempo opportuno. E sotto la parete fiorita i nomi delle persone, dei bambini, scritti sull’acqua. I nati in quella data stagione troveranno posto nella stanza, a legarsi non tanto al fatto che sono partiti, quanto all’importanza che sono vissuti, che sono vivi. Il monumento naturale cresce e invade tutto il parco. 


Il percorso termina in una torre belvedere in cui potersi voltare indietro e legare con lo sguardo il parco, al paese, alla natura circostante, nel gioco dei rimandi della memoria. 


Tutte le piante, gli alberi, gli arbusti, i cespugli, fanno parte della flora tipica del posto o sono comunque piante comuni. Sono piante resistenti e che richiedono una manutenzione minima. Sono state scelte in base alla predilezione per i luoghi soleggiati o ombrosi e per la loro fioritura dilazionata nell’anno e varia nei colori. Nel parco troveranno posto pure altri arbusti quali cespugli di more e rosmarino, alberi di frassino da manna, fraxinus ornus. Queste piante vogliono avere una relazione col visitatore che coinvolga tutti i sensi, e sia per questo una esperienza didattica di vicinanza alla natura e alle sue leggi. Gli arbusti spinosi dispiegheranno il loro compito di tenere lontani i visitatori dai luoghi pericolosi, ad evitare cadute, in modo altrettanto naturale.

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    Project details
    • Year 2007
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Monuments
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