Centro Civico | Emanuele Fidone

Cavezzo / Italy / 2013

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Radicare/rifondare: idee per il Centro Civico di Cavezzo


Il progetto per Centro Civico di Cavezzo è stato affrontato come una sorta di sfida per riuscire a dare rapidamente un’idea di edificio “esemplare” di particolare importanza simbolica per gli abitanti di un paese così fortemente colpito dal sisma del 2012. 


Un terremoto è un evento potente e catastrofico che evidenza la fragilità del rapporto tra la natura tellurica della crosta terrestre, in continuo lento movimento, e l’insediamento umano delle città, pensate, oggi sempre più, in modo astratto e decontestualizzato. Luoghi privi di memoria, di identità tesi verso un anelato standard tecnologico e un benessere ideale lontano dai principi fondanti del fare architettura.  


I termini del radicare e rifondare evidenziano la necessità di un rapporto metaforico con le “radici”, un edificio che trova la sua forza nella profondità della terra, che costruisce le proprie fondamenta nella profondità del terreno per cercare l’humus per la sua sopravvivenza e la solidità necessaria per crescere, per elevarsi verso l’alto, la luce, il sole le foglie.  


Questa immagine è emersa piano piano, quasi in trasparenza, con le prime idee di progetto che hanno poi segnato  il processo della proposta progettuale che, nella loro estemporaneità, pur presentando carenze di definizione,  mantengono e rafforzano la forza dell’intuizione.


Parte integrante di questo processo progettuale è stata la collaborazione con l’artista Angelo Barone che ha dato lo “sfondo” concettuale e artistico capace di dilatare il significato di progetto verso un ambito più vasto e profondo di relazione con il tempo e la memoria.


L’idea progettuale si innesta nello stesso sito che è stato segnato dalla catastrofe e fiorisce dal sedime su cui insisteva il vecchio centro civico di Cavezzo. Si confronta con lo spazio e gli edifici nel nuovo ridisegno d’insieme, e chiude la parte alta della nuova struttura urbana.  


Cerca una relazione forte con gli edifici vicini, in particolare con la nuova grande piazza e i resti della Chiesa Madre, quasi completamente distrutta dal sisma, con cui si pone perfettamente in asse.


Una struttura portante centrale, immaginata come un compluvium, si configura idealmente come uno spazio vuoto di accumulo della memoria collettiva attorno a cui si dispongono i tre livelli del progetto.  


L’edificio affonda le fondazioni/radici in un grande basamento e si completa, in alto, con un monolite sospeso che diventa il fondale monumentale aperto nella nuova piazza.


Il  primo  livello  è  costituito  dal  basamento  che  sfruttando  il  lieve  dislivello  presente  nell’area  di  progetto  si configura come spazio seminterrato aperto nella via retrostante la piazza da cui si accede da una lieve rampa. Il basamento  ha  una  zona  libera  centrale  che  ruota  intorno  al  compluvium,  pensata  per  illuminare  e  collegare visivamente questa zona semi-­‐ipogea con la parte superiore del monolite sospeso. Ai due lati di questo suggestivo spazio chiuso viene previsto l’inserimento di una biblioteca, di un’emeroteca nel  lato destro, di una grande sala polivalente, nel lato opposto.  


Il livello intermedio, a cui si accede dalla lieve rampa di collegamento con la piazza antistante, è invece immaginato come un grande spazio pubblico, che ruota intorno alla struttura centrale, aperto visivamente su tutti i lati verso il paesaggio urbano. Uno spazio fortemente compresso in altezza (circa 2,30m.) dove prevale il senso dell’orizzontalità della visione.


 Nel livello superiore troviamo le funzioni pubbliche più rappresentative quali la sala del consiglio comunale, gli uffici, la sala giunta e la stanza del Sindaco.  


La parte centrale della copertura e i due fronti lunghi del monolite -­‐ che misura di base 42x25 ed è alto 7 metri -­‐ sono immaginati come spazi aperti racchiusi visivamente solo da un leggero sistema di pilastrini e travi di 30x43cm con un interasse di 30 cm. L’apertura si configura come una sorta di portico sospeso da cui si guarda la città con una prospettiva di osservazione che traguarda la piazza e il paese.


Mentre l’esterno è pensato con calcestruzzo a vista, la parte interna, più calda e luminosa, è pensata rivestita in cotto e legno.


 

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    Project details
    • Year 2013
    • Client Triennale di Milano
    • Status Unrealised proposals
    • Type Town Halls / multi-purpose civic centres
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