Comporre

Ritornare nel luogo da cui si è partiti non è tornare indietro. La collocazione della bottega Macelleria/Salumeria Pantò dal 1967 non è casuale ma segue la precisa volontà di innestarsi all'interno di un quartiere storico, nello stesso posto in cui il proprietario è nato e in cui è stato iniziato al mestiere dal padre, macellaio anche lui.

Prima di addentrarsi nella narrazione descrittiva della nuova struttura è fondamentale comprenderne la storia, che abbraccia il contesto umano e territoriale. Siamo in un quartiere storicamente popolare, un tempo periferia, oggi divenuto centrale in seguito all'espansione del centro cittadino. Nonostante l'inglobamento del quartiere verso la città avvenuto negli anni, l'area risente ancora dell'eredità passata, che l'ha vista luogo di frontiera. La bottega del macellaio faceva parte di un percorso umano e quotidiano che vedeva la vita susseguirsi in una serie di azioni che scandivano il tempo.

Rinasce lì, in quel quartiere, in quel luogo, la Macelleria del figlio. Il ritorno alla bottega di quartiere è vissuto come un reale ritrovarsi nell'esperienza della conoscenza e del contatto con il cibo e con i suoi tempi.

Lo spazio risulta cambiato, comunicando una presenza che da certezza e allo stesso tempo apre alle esigenze contemporanee. Il macellaio non è più solo un macellaio, ma diviene un garante, un sacerdote che guida all'interno di un mondo fatto di ritualità. Cambia la concezione di macelleria e cambiano gli spazi con cui interagire, ponendosi in una visione insolita: siamo noi che entrando veniamo fagocitati all'interno della mucca, animale simbolo che ci accoglie al suo interno come dei fili d'erba. La macelleria non è più luogo di puro consumo, ma di incontro e di riflessione attenta.