Riqualificazione Piazza S. Francesco. | Luca Coraggio

Cava de' Tirreni / Italy / 2013

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Una porta
protesa verso l’ antica e nobile Cava
quasi a ricercare pensieri perduti nel tempo scandito dai portici in ombra
accarezzata dalle dita del vento
che muovendo le fronde delle alberature crea brividi di infinito
ma no sono solo emozioni
forse una macchina da festa che ricorda l’ antico regno borbonico
da sempre tradito seppur mai vinto
e rinnova fasti ferdinandei mai sopiti
sono nostalgie
ma no è il ritorno.


Il tema del concorso è di forte valenza socio-culturale ancor prima che architettonica, infatti tende ad esulare dalla pura e semplice attività progettuale, imponendo una preliminare riflessione sulla condizione dell’ individuo nella società moderna.
Cava de’ Tirreni: una realtà oggi cristallizzata in se stessa, al pari dell’ io cosciente dell’ uomo che si sente perso nella folla; una città che prima era parte integrante di un ampio e definito territorio connotato da arti, tradizioni, mestieri, insomma storia e cultura, e che oggi si trova di fatto in una condizione di isolamento culturale, seppur strenuamente difeso da trombonieri e sbandieratori.
Il concorso pone una problematica attualissima che evidenzia uno storico parallelismo: se da un lato fa emergere la precisa volontà di riconnettere Piazza San Francesco all’ adiacente Centro storico, dall’ altro evidenzia una situazione di isolamento che trova riscontri ed analogie nella situazione dell’ individuo oggi.
In pratica l’ attività progettuale, basata su rigorosi percorsi scientifici di analisi, antitesi e sintesi di elementi fortemente connessi al tessuto urbano, nel suo trasformarsi da idea a progetto tende a fondersi nell’ analisi della condizione dell’individuo nella società attuale: la Città di Cava viene quasi a configurarsi come l’individuo che, nonostante il terzo millennio con la sua  multimedialità ed i sistemi a rete, soffre di una solitudine storica e vuole fortemente tornare a
dialogare con i suoi simili, non accettando più una condizione di isolamento che, se da un lato preserva dagli eccessi della globalizzazione, dall’ altro isola e cristallizza, svilendole, le realtà locali in situazioni anomale che non appartengono loro, proiettandole in una situazione obsoleta e senza futuro.
Quindi è assolutamente necessario pensare al futuro, tendere al riscatto sociale ed a riappropriarsi della propria cultura territoriale: ed in questo, come in tantissimi altri casi, bisogna ammettere che il futuro, di fatto, ha un cuore antico.
L’opportunità fornita dal concorso deve essere sfruttata in pieno, infatti è fondamentale ricostituire e far rivivere il precedente tessuto urbano, ricreare connessioni, ripristinare usi, tradizioni, creare nuove opportunità di crescita sociale: di una piazza celebrativa, luogo di ipotetiche adunanze oceaniche e magari scandita da viali alberati che le fanno da sentinelle, non ce n’è più bisogno.
Si è ritenuto opportuno, invece, partire dal concetto di integrazione spaziale di un invaso del tutto sottoutilizzato, individuando al massimo le sue potenzialità, e quindi ricollocandolo con la dignità che gli compete nell’ ambiente circostante, interpretando la progettazione architettonica quale momento di coinvolgimento emozionale sia dei progettisti che dell’ utenza, nell’ assoluto rispetto e nella concreta valorizzazione del sito di intervento: riappropriazione del proprio ego nel rispetto di tutti coloro che ci circondano, non solo infrastruttura quindi, ma elemento di coagulo della cultura e della sensibilità locale.


La forma nasce da una attenta analisi del sito: certamente non deve essere mimetica, ma deve inserirsi armonicamente nell’ ambiente, evidenziando le forti volontà interrelazionali dell’ utenza. Non un oggetto calato nel territorio, come troppo spesso accade, ma una parte organica dello stesso e dallo stesso generato: percorribile sia veicolarmente che pedonalmente,che tende a configurarsi più come elemento di riconnessione ambientale e di incontro che come mera piazza.
L’ elemento strutturale portante dell’ intervento viene a proiettarsi nel contorno urbano, diviene un ambiente naturale in cui trascorrere momenti di svago, tempo libero e relax, quasi una piattaforma da cui godere la vista delle architetture che lo circondano, ed al cui interno è possibile organizzare anche eventi culturali, location, concerti, spettacoli, attività teatrali,
etc..
Gli elementi architettonici compositivi, come quelli dei semplici lineari parapetti panoramici, delle forature, dell’attenta distribuzione della riforestazione urbana, pensati nell’ ottica dei principi di sostenibilità ambientale e di economia gestionale, caratterizzano fortemente le scelte progettuali.
Nell’ ottica di una futura gestione corale dell’ invaso, la piazza è stata pensata come la vera e propria porta di ingresso alla Città, quale punto di riferimento attrezzato, al fine di qualificare l’ intero ambito urbano di cui è parte integrante : essa, oltre ad inserirsi armonicamente nell’ ambiente circostante valorizzandone le quinte sceniche esistenti, va a creare un utilissimo rafforzamento del sistema integrato dei percorsi.
Gli aspetti ludico-sociali e culturali sono fondamentali ai fini della crescita sociale della popolazione, residente e non, quindi tale elemento diverrà certamente un volano per l’ attrattività dell’ intera area anche dal punto di vista di un turismo qualificato: la sua articolazione spaziale è stata pensata come quella di un elemento “multifunzione”, che stimoli il ricordo del passato, l’ interesse per il presente, la certezza per il futuro.
La piazza, la chiesa, il parco …. la festa

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    Project details
    • Year 2013
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Urban Renewal / Monuments / Furniture design
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