ITALIA, VENETO, VENEZIA, PONTE DI CALATRAVA | STEFANO MARIGA

VENEZIA / Italy / 2008

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PROGETTO A CURA DI SANTIAGO CALATRAVA ARCHITECTS AND ENGINEERS. FOTOGRAFIE DI STEFANO MARIGA.


DESCRIZIONE DEL PROGETTO (tratta dall' articolo pubblicato sulla rivista di architettura OFARCH, www.designdiffusion.com)


Il trasporto in una città come Venezia segue regole e ritmi completamente differenti dal resto del mondo. Costruita sulle acque della laguna, è composta da molte isolette divise da canali e collegate tra loro da un'infinità di ponti.La mobilità è garantita da due unici sistemi di viabilità, quello delle vie d'acqua e quello dei percorsi pedonali. Poi ci sono i ponti che consentono ai pedoni di oltrepassare i canali.


È nato per unire,ma per ora non fa altro che dividere.Parliamo del tanto discusso Ponte della Costituzione a Venezia, progettato dall’architetto e ingegnere catalano Santiago Calatrava. La sua elegante struttura, riflettendosi nelle acque di Canal Grande,collega la stazione ferroviaria di Santa Lucia,quindi la Venezia delle calli,con il piazzale Roma,cioè la zona accessibile agli automezzi che giungono da Mestre.Unisce due lembi differenti di città,ma divide da sempre l’opinione pubblica.Tante le critiche:costi lievitati alle stelle,tempi di costruzione infiniti,inquietanti anomalie statiche (risultate poi infondate), capitomboli dei pedoni, lamentele da parte dei portatori di handicap e da parte degli ipovedenti.Bisogna però ammettere che,una volta giunti di fronte al ponte,lo sguardo rimane a lungo incatenato a questa delicata struttura architettonica che attraversa con grazia le acque del canale.Un ponte che viene ammirato in silenzio,come si guarda un’opera d’arte.Armoniosa e spettacolare al tempo stesso;high-tech ma profondamente inserita nel paesaggio della romantica città. Il Quarto Ponte di Venezia è costituito da un arco fortemente ribassato di luce pari a 80,8 metri, con una struttura d’acciaio fatta di costole diverse le une dalle altre,dipinte con un caldo rosso veneziano.La scelta dei materiali è avvenuta nel pieno rispetto del territorio circostante: pietra d’Istria (la pietra più utilizzata a Venezia), vetro stratificato e acciaio.Le imponenti fondazioni sono rivestite da ben 156 tasselli di pietra candida alla vista e liscia al tatto,talmente levigata da essere trasformata dalla fantasia dei bambini in un insolito scivolo.I 300 gradini sono suddivisi in tre ‘corsie’:vetro opaco e ruvido ai lati e pietra nella parte centrale.Sono proprio i gradini il fulcro delle ultime polemiche su quest’opera architettonica. Pare che più pedoni siano capitombolati finendo addirittura al pronto soccorso dopo un passo falso sulle preziose pedate.Sarà la bellezza di Venezia che distrae chi cammina o sarà l’ingannevole ritmo dei gradini? Vero è che alcuni hanno una pedata doppia rispetto a quelli che precedono e seguono.In questo modo creano un’area di sosta per chi sale con dei carichi,ma obbligano anche il cambio di ritmo per chi cammina.Un’altra trappola per l’occhio umano è data da una linea di giuntura che taglia orizzontalmente le lastre di vetro simulando un gradino dove invece non c’è.È solo un attimo di smarrimento,ma può costare caro al pedone distratto.Si è già pensato di sostituire le 32 pedate incriminate con analoghe pedate di pietra.Fortunatamente nessun problema per il vetro del parapetto.La leggerezza della struttura è data anche dalla scelta di questo materiale usato per i parapetti sui quali si riflette la Serenissima. I 90 pannelli diventano pressoché invisibili in lontananza per poi illuminarsi dopo il tramonto grazie allo scenografico sistema di illuminazione dal basso e lungo il corrimano di bronzo.Il ponte si trasforma in una vera e propria ‘passerella di luce’ illuminando le tremolanti acque sottostanti. Dopo ben 9 anni di lavoro, con un costo preventivato di 6 milioni di euro (poi salito a 11 milioni) il ponte è stato ‘inaugurato’ (s ilenziosamente) lo scorso 11 settembre.“Sono lieto che il nostro ponte sia finalmente accessibile ai veneziani, e sono lieto per le straordinarie manifestazioni di apprezzamento dei cittadini. Credo, peraltro, che sia il più bello tra i molti che ho progettato. Desidero ringraziare quanti si sono impegnati nella realizzazione di questa opera d’arte,in particolare le maestranze e gli artigiani che si sono dimostrati ancora una volta tra i migliori del mondo”.Queste sono le parole di Calatrava,mentre è travolto dalle mille polemiche.


Accessibile ai veneziani,ma non a tutti.I portatori di handicap per ora non lo possono attraversare.Un cartello avvisa che,in attesa del completamento dell’ovovia,le persone con mobilità ridotta possono usufruire gratuitamente del trasporto pubblico. Nessuno dei ponti a Venezia è accessibile ai portatori di handicap, ma nel terzo millennio l'accessibilità è un requisito qualitativo e funzionale dell'architettura. Bocciato il servo-scala perché ritenuto dannoso dal punto di vista estetico, si discute sull’ovovia che impiegherà quasi 20 minuti per attraversare il canale. C’è chi dice che è un progetto che non verrà mai realizzato e che si farebbe prima a chiamare Caronte per traghettare le anime da una sponda all’altra.Si parlerà ancora tanto del ponte,della sua non-inaugurazione e dei suoi infiniti problemi.Venezia è una città ostile ai cambiamenti, che rimane saldamente ancorata al passato: ne sono una prova i grandi progettisti del '900 che si sono visti rifiutare importanti progetti. Pensiamo all'edificio di tre piani progettato da Frank Lloyd Wright rifiutato dall'ordine degli architetti perché considerato un 'grattacielo' su Canal Grande.Il secondo caso fu l'ospedale di Le Corbusier, anche quello rimasto solo su carta. E per ultimo l'opposizione a Louis Kahn per l'auditorium ai Giardini,da destinare alla Biennale.E anche nel caso del ponte siamo di fronte all'ennesima prova di quanto sia difficile e stimolante al tempo stesso progettare a Venezia,un luogo dove si è sempre in bilico tra la continuità del passato e quella del futuro.Una città dove l'architettura dovrebbe riuscire a coniugare sapientemente funzionalità ed estetica e dove la realtà urbana dovrebbe essere a misura d'uomo, a misura del pedone visto che l'automobile ne è completamente esclusa.


 

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    Project details
    • Year 2008
    • Work started in 1999
    • Work finished in 2008
    • Status Completed works
    • Type Bridges and Walkways
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