Museo del Ferro e della Ghisa | Marco Bianchini

Concorso di idee per un nuovo allestimento Follonica / Italy / 2007

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RELAZIONE MUSEOLOGICA
Il progetto si sviluppa su alcune parole chiave che riassumono l’identità del nuovo
museo, le sue origini e le sue prospettive.

LE FORZE Acqua/Fuoco/Ferro/Uomo. Questi quattro elementi sono le forze su cui si
è costruita la storia della siderurgia a Follonica e in Maremma e sui cui si fonderà il
percorso del Museo. Il progetto intende infatti evocare i quattro “artefici” che hanno
reso possibile la grande stagione siderurgica: il percorso valorizzerà le tracce ancora
rimaste nel complesso San Ferdinando dell’uso dell’acqua e del fuoco per l’estrazione
del ferro dalla terra e per la produzione del forno tondo, con installazioni multimediali
che solleciteranno emozioni sensoriali (sentire il rumore, vedere il colore, percepire
l’ambiente), con esperienze tattili (toccare il ferro), e con suggestioni in grado di far
emergere la presenza dell’uomo, di collocarla in contesti produttivi e sociali, di
qualificarla nelle sue differenti manifestazioni. Se infatti si parla prevalentemente di
fonditori, non si deve dimenticare il ruolo determinante degli intagliatori, a cui si
devono i modelli lignei che saranno esposti, e più in generale la comunità che intorno al
Forno e alle sue attività ha costruito la città.
Già dall’esterno, le quattro forze saranno fortemente dichiarate con elementi in grado di
esprimere l’identità del luogo e di coinvolgere l’attenzione dei visitatori.

IL PATRIMONIO MATERIALE E IMMATERIALE
Il Museo è il luogo in cui si conservano e si valorizzano le testimonianze materiali e
immateriali dell’uomo (ICOM 2004), ciò significa che il museo è l’istituzione a cui si
chiede di tutelare e di promuovere non solo i prodotti, gli oggetti, i patrimoni tangibili
ma anche la cultura che li sottende, il saper fare, le tradizioni. Questa capacità
espressiva del museo si evidenzierà nel progetto di Follonica attraverso differenti
strumenti propri della museologia e della museografia. Infatti non si tratterà di esporre
solamente oggetti, documenti, fotografie (la cui definizione e scelta è rimandata a
successive decisioni della commissione scientifica del Museo), bensì di raccontare
anche la qualità del lavoro che si svolgeva a Follonica, l’assimilazione da parte della
comunità di un ritmo mediato da questo lavoro, l’impatto del gusto internazionale
diffuso capillarmente dai prodotti in ghisa che ridisegnavano l’immagine delle città.

IL TERRITORIO Follonica, la Maremma e tutto il territorio in cui si è espressa la
millenaria tradizione siderurgica toscana che ha lasciato importanti testimonianze
diffuse a partire dagli etruschi e ha contribuito a formare la fisionomia sociale della
popolazione fino alla chiusura dell’ultimo stabilimento ILVA, rappresentano il punto
di partenza e il punto di arrivo del percorso museale. La materia prima, la sua
estrazione e lavorazione, la diffusione dei prodotti, i luoghi e le strutture che hanno
modificato l’ambiente, una differente immagine del paesaggio sono cause e effetti di un
ciclo produttivo che ha costruito l’identità del territorio: tutti questi elementi troveranno
nel Museo del Ferro e della Ghisa di Follonica gli strumenti e lo spazio per intrecciarsi
in un racconto complesso. Un racconto che procederà a cerchi concentrici, irradiandosi
dal complesso del Forno San Ferdinando, alla città, al territorio circostante fino a
toccare tutti i luoghi regionali coinvolti nella filiera siderurgica, ma che non si chiuderà
all’interno dello spazio del museo. Al contrario, “spingerà” il visitatore a uscire dalle
sale per andare a conoscere sul “campo” quelle testimonianze che il percorso espositivo
avrà introdotto e evocato; in questo senso il museo si può definire –mutuando
un’espressione dal web – un portale, cioè uno strumento per accedere alle informazioni
che riguardano il tema della ghisa e del ferro in tutte le sue declinazioni storiche, sociali,
culturali; ai luoghi in cui questa storia si è dipanata; alle istituzioni che operano per
conservare e valorizzare la memoria e le sedimentazioni che la storia ha lasciato. Un
museo dunque di scoperta (di una ricchezza naturale, della capacità umana di
trasformarla) e di orientamento (su un territorio che è ancora in grado di raccontare, con
molteplici strumenti e differenti approcci, gli insediamenti, le produzioni, le
trasformazioni che l’hanno coinvolto).
Il tema del territorio non si esaurisce geograficamente alla regione, bensì travalica i
confini locali e nazionali. Territorio diventa una dimensione internazionale quando
l’attenzione si sposta sulla diffusione dei prodotti realizzati in ghisa nel corso del XIX
secolo e sulla condivisione degli stessi codici decorativi da Follonica alle più importanti
metropoli nel mondo. Sarà questo un aspetto della produzione del Forno San
Ferdinando che consentirà di portare il racconto dalla dimensione locale a quella
internazionale. L’idea ottocentesca di “panorama” con cui venivano rappresentati
contesti urbani per il divertimento e l’educazione del pubblico, sarà rivisitata in chiave
contemporanea con postazioni video su cui scorreranno immagini di città, padiglioni,
edifici testimoni della fortuna del ferro e della ghisa nell’arredo urbano e
nell’architettura.

LE STRATEGIE DI PERCORSO
Il percorso si avvarrà di due strategie espositive, che vengono comunemente
sintetizzate in altrettante espressioni: per meraviglia e per risonanza. L’allestimento
strutturato sulla “meraviglia” si propone di evidenziare alcuni elementi particolarmente
forti e significativi del racconto, in modo che il visitatore sia sorpreso, bloccato,
“meravigliato” da quello che vede. Il percorso “per meraviglia” gioca sul forte impatto
emotivo dell’allestimento che si avvarrà di installazioni multimediali e interattive in
grado di evocare azioni, atmosfere, luoghi; procede sulla capacità di coinvolgere anche
sensorialmente il visitatore e di creare una sorta di aspettativa su che cosa “c’è dopo”;
valorizza il pezzo unico isolandolo dal resto del patrimonio.
L’allestimento “per risonanza” si rivolge al visitatore stimolandone le capacità logiche,
creando percorsi che mettono in relazione tra loro gli oggetti in un gioco di rimandi che
potenzia la narrazione e suggerisce approfondimenti, fornisce elementi utili per
ampliare la conoscenza del tema esposto, crea una rete di informazioni che conducono
il visitatore a acquisire una visione complessa della filiera produttiva della ghisa e della
collocazione dei suoi prodotti; lavora sulla serialità attribuendo anche alla ripetitività
degli oggetti apparentemente insignificanti un forte valore comunicativo (di una
produzione a larga diffusione, dell’attestazione di un gusto decorativo).
L’affiancamento delle due strategie espositive consentirà al Museo di Follonica di
affrontare temi legati al patrimonio materiale e immateriale e di sviluppare il racconto
tenendo conto delle aspettative di pubblici differenti e dunque di rispondervi in maniera
adeguata.
I modelli in legno – che rappresentano il nucleo forte del patrimonio allestito – saranno
esposti giocando su questi due registri: da un lato ne sarà evidenziata la qualità seriale,
portatrice di un racconto focalizzato sulla storia della produzione, sulla ricaduta
economica e sociale del lavoro del forno sulla comunità locale. Dall’altro, alcuni
elementi saranno isolati ricontestualizzandoli e esaltando la loro qualità artigianale e la
loro partecipazione a un gusto decorativo condiviso internazionalmente.

L’ALLESTIMENTO E LA MULTIMEDIALITA’
L’allestimento intende valorizzare la ricchezza dei patrimoni materiali e immateriali
conservati e coinvolti nel nuovo museo di Follonica: il luogo in cui è ospitato il Museo
e le sue caratteristiche estremamente espressive; la ricchezza del racconto di cui il
museo sarà medium; i materiali che saranno scelti per essere “metafore” di una
produzione e di un saper fare che potranno solo essere evocati. Un ruolo fortemente
significativo sarà affidato dalle installazioni e postazioni multimediali e interattive che
scandiranno il percorso sui tre piani; installazioni che saranno in certi casi espressive e
in altri strumentali. In altri termini, lungo il percorso – e in maniera particolarmente
evidente nel piano seminterrato - alle installazioni sarà chiesto di coinvolgere il
visitatore e di incuriosirlo, sfruttando i luoghi rimasti a livello di rudere per ricreare
atmosfere visive e sonore in grado di evocare materiali, macchinari, presenze umane;
sarà dunque chiesto alla multimedialità di essere attore con le proprie specifiche
capacità espressive, di essere voce narrante nel racconto del museo. In questo contesto
lo spettatore sarà chiamato a un ruolo attivo, partecipante, co-protagonista di un sistema
che amplifica e sfrutta le sue potenzialità cognitive e sensoriali.
In altri casi –soprattutto al primo e secondo piano – la multimedialità sarà supporto
funzionale all’allestimento degli oggetti e alla didattica: per spiegare tecniche di
lavorazione, per fornire approfondimenti, per valorizzare l’identità dei pezzi esposti,
per parlare del territorio, per inquadrare la produzione di Follonica in un contesto
internazionale.
Nella maggior parte delle installazioni presenti lungo il percorso, saranno predisposti
spazi all’interno dei quali i dispositivi tecnologici non siano esibiti, ma facciano sentire
i loro effetti, e che questi siano agibili attraverso delle interfacce che possiamo definire
“naturali”. Significa che non si attivano attraverso indicazioni gestite da mouse, tastiere,
joystick, bensì con modalità comunicative tradizionali, usando il tatto, la voce, un gesto,
così da creare una maggior disponibilità, non frustrata da procedure non a tutti familiari.
Si favorisce così una dimensione emotiva, senso-motoria, poiché il corpo diviene una
parte attiva di quest’esperienza.
Questo uso delle tecnologie avanzate offre anche un’altra chance che si sviluppa
attraverso i linguaggi dei media, linguaggi che sono trasversali culturalmente e
generazionalmente. In altri termini, il Museo di Follonica non declina solo la tematica a
cui si riferisce ma propone anche un “modo” per usare quei linguaggi. In questo senso
il Museo di Follonica non sarà dunque solo il museo dedicato al ferro e alla ghisa, ma
diventerà anche lo spazio per esperire i linguaggi della nostra epoca, del nostro futuro.
Ci troviamo così di fronte a un museo che potremmo definire “raddoppiato” per
intensità di apprendimento.

L’EDUCAZIONE E DIFFERENTI STILI DI APPRENDIMENTO
Il progetto per il Museo di Follonica intende affrontare come tema urgente e importante
l’offerta a pubblici differenti di altrettanti strumenti per seguire nella maniera più
proficua e soddisfacente la visita.
Sappiamo come ciascuno di noi interroghi la realtà circostante sulla base della propria
esperienza, formazione, attitudine, età. Ugualmente il museo deve tenere conto di
queste variabili e cercare di offrire opportunità e mezzi affinché le specifiche esigenze
vengano soddisfatte o comunque trovino un’adeguata attenzione: la visita esperienziale,
emozionale, classicamente didattica risponde a altrettanti stili di apprendimento.
L’attenzione rivolta internazionalmente, e specificamente dalla Unione Europea,
all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (LifeLong Learning) ci conduce a
analizzare anche l’importanza del museo come strumento educativo e di aggregazione
sociale non esclusivamente rivolto all’età scolare; infatti il pubblico adulto in generale e
quello giovane post scolare richiedono al museo di cambiare prospettive, di considerare
le utenze nella loro complessità e varietà, di instaurare un rapporto con i nuovi
visitatori.
Il Museo di Follonica prevede spazi dedicati per offrire molteplici servizi e opportunità
educative per pubblici differenti, in grado di arricchire e differenziare il racconto svolto
lungo il percorso espositivo.

TAVOLE
2) Acqua/Fuoco/Ferro/Uomo sono le forze che disegnano l’identità del Museo di
Follonica.
Queste forze diventano segno in un landmark che rappresenta l’intero complesso ex
ILVA.
Le quattro forze sono declinate in totem che ne valorizzano la forza espressiva e
segnano i luoghi con un forte impatto di richiamo per i visitatori.
3) Il percorso valorizzerà differenti strumenti narrativi:
seminterrato installazioni multimediali e interattive che evocano i materiali, il lavoro, le
presenze umane;
piano terra allestimento e installazioni che sottolineano la serialità e la quantità della
produzione del forno;
piano primo allestimento e installazioni interattive e multimediali che descrivono il
territorio legato alla produzione siderurgica e la fortuna e diffusione internazionale dei
prodotti in ghisa nelle città tra Otto e Novecento.
Una installazione legata alla produzione del forno coinvolgerà l’edificio, ricucendo il
doppio volume tra piano terra e piano seminterrato e comunicando ai visitatori un forte
elemento di continuità tra i differenti livelli del racconto.
4) La passerella sospesa richiama un percorso archeologico, che inizia con la
valorizzazione del forno etrusco e procede verso l’archeologia industriale con
l’evocazione visiva e sonora di macchine e lavorazioni, dalla ruota al forno di fusione.
Il visitatore è accompagnato dalla presentazione di dati e informazioni sintetiche
(numero della popolazione coinvolta a Follonica nel Forno San Ferdinando; quantità
dei prodotti realizzati; tipologia; ….) che corrono su una fascia a copertura dell’attuale
impianto a soffitto.
I differenti stili di apprendimento sono valorizzati anche nell’ambiente in cui il
visitatore potrà fare un’esperienza tattile con il materiale grezzo e con i prodotti lavorati.
5) I servizi di accoglienza e il book shop sono studiati per consentire una facile gestione
da parte del personale del museo e per garantire una soddisfacente risposta alle richieste
e aspettative dei visitatori.
La serialità della vasta produzione del forno di Follonica diventa il filo rosso di questo
piano.
Informazioni sulla composizione della ghisa, sulle sue caratteristiche morfologiche,
saranno comunicate utilizzando strumenti tradizionali (pannelli) e multimediali.
La tecnica della fusione in stampo sarà illustrata con strumenti multimediali.
6 + 7) I modelli in legno saranno “inseriti” in pannelli che evocano graficamente le strutture
originali (cancelli, chiese, …) per le quali gli elementi in ghisa erano stati realizzati.
Follonica, la Maremma e il territorio in cui si è sviluppata la siderurgia toscana sarà
visualizzato in una installazione interattiva che consentirà sintetici approfondimenti.
Il visitatore sarà “spinto” a visitare il territorio che ancora conserva le testimonianze di
questa storia.
Il contesto internazionale in cui viene condiviso il gusto decorativo espresso dagli
arredi urbani in ferro e ghisa prodotti anche dal Forno San Ferdinando è proposto in un
“panorama” realizzato con schermi su cui scorrono immagini ottocentesche e
contemporanee.
Gli ambienti che ospiteranno gli schermi dedicati al gusto internazionale potranno
essere utilizzati anche per esposizioni temporanee o per incontri/lezioni/seminari.
Spazio dedicato ai servizi educativi: postazioni multimediali per l’approfondimento dei
temi affrontati lungo il percorso espositivo; laboratori per bambini e ragazzi; biblioteca
specializzata; luogo di incontro e di formazione per gruppi di volontariato.

RELAZIONE MUSEOGRAFICA
Il Museo del Ferro e della Ghisa viene ospitato all’interno dell’edificio del Forno San Ferdinando, nel complesso produttivo siderurgico dell’Ex Ilva dove ancora rimangono in piedi gli edifici facenti parte della struttura, alcuni riutilizzati come la biblioteca o una delle fonderie granducali, altri in attesa di un intervento di recupero.
La necessità di portare l’attenzione sull’edificio museo, centro focale del complesso, in quanto
simbolo e rappresentazione conoscitiva di quest’ultimo, ha portato all’idea di creare un segno che rappresentasse il biglietto da visita del nuovo allestimento: una lamina in acciaio inossidabile sembra attraversare l’edificio. La lamina simboleggia il processo lavorativo della fonderia; sulla parte entrante vi sono incisi, in diverse lingue, i nomi delle quattro “forze motrici” della produzione della ghisa: ferro, uomo, fuoco e acqua; sulla parte in uscita è inserito un oggetto in ghisa, risultato finale della produzione. L’acciaio inossidabile è stato scelto per la sua resistenza ad un ambiente atmosferico ricco di salinità.
Lo stesso materiale, insieme al ferro, è stato scelto per la realizzazione di quattro totem.
I totem integrano la lamina nell’illustrare e spiegare i quattro elementi ferro, uomo, fuoco, acqua, attraverso riferimenti simbolici e materici. Essi sono collocati in punti strategici dello spazio antistante il museo per ancor meglio individuarlo. In più il totem dedicato all’acqua indica la presenza del “bottaccio”, il luogo della raccolta delle acque per il funzionamento della ruota.
Al museo si accede attraverso la rampa esterna,già esistente che porta al primo piano.
L’accoglienza al pubblico si articola nello spazio di fronte alla scala e all’ascensore, e nel piccolo locale ricavato alla destra dell’ingresso, con servizi diversificati quali biglietteria, informazione, guardaroba, bookshop. Sulla parete a destra entrando vi è rappresentata la distribuzione interna del museo.
Il percorso inizia scendendo al seminterrato dove vengono conservate come rudere le vestigia del Forno San Ferdinando. Per valorizzare la dimensione archeologica del sito il visitatore procede camminando su una passerella sospesa al di sopra di una pavimentazione realizzata in polvere di quarzo, a ricordare la vecchia pavimentazione di sabbia (la scelta del quarzo è dettata dalle sue caratteristiche fisiche, in quanto la maggiore granulometria,contrariamente alla sabbia, evita la formazione di polveri volatili all’interno dell’ambiente). La struttura metallica della passerella sostiene dei pannelli che corrono in alto per coprire i tubi dell’impiantistica già esistenti. Su questi pannelli sono scritti dati e informazioni sintetiche di forte impatto (numero degli abitanti di Follonica coinvolti nella lavorazione del Forno San Ferdinando;quantità dei prodotti realizzati,ecc.).
Il punto di partenza del percorso è la presentazione dell’antico forno etrusco, origine del sistema produttivo siderurgico, presentato in maniera decontestualizzata, posto su un basamento con forti giochi di luce, che ne enfatizzano ancora di più l’importanza.
Lungo il percorso sono collocate installazioni multimediali e interattive che evocano l’attività
fusoria del forno tondo e il meccanismo della ruota, mossa dall’acqua.
Dopo aver esplorato emotivamente il processo di produzione, il percorso si conclude in una stanza che consente l’esperienza tattile sui materiali grezzi e sui lavorati finiti. Sulle pareti corrono scritte che danno informazioni tecniche riguardanti la ghisa, realizzate con lettere dello stesso materiale.
Da questo punto il percorso riporta indietro fino al doppio volume, e da qui, un percorso parallelo al precedente, riporta al punto di partenza.
Il visitatore torna al primo piano. Qui il percorso si snoda attraverso gli spazi destinati all’illustrazione del concetto di ripetitività dei modelli e dei modi seriali della produzione industriale.
L’idea di serialità e ripetitività è ottenuta con l’ausilio di setti specchianti che riflettono all’infinito la moltitudine dei modelli lignei presentati,valorizzando cosi il pregio dei manufatti conservati.
A questo piano è prevista una postazione che illustra la tecnica della fusione a stampo.
Nello spazio del triplo volume, il collegamento tra i piani seminterrato, primo e secondo, viene
rimarcato attraverso la proiezione di una lama di fuoco che lo percorre dal basso verso l’alto,
creando un collegamento concettuale e visivo con gli spazi emotivi del piano seminterrato. Sospesi nel vuoto, sopra il fuoco virtuale, alcuni modelli di legno della produzione della fonderia di Follonica.
A questo piano gli ambienti occupati dall’attuale “museino” vengono usati per gli uffici, che oltre dall’accesso esterno sono raggiungibili direttamente dal secondo piano dell’attuale museo.
Nel secondo piano del museo si presenta la contestualizzazione dei modelli lignei inserendoli su pannelli che graficamente evocano le strutture originali (facciate, cancelli, scale, ecc.) per le quali gli elementi in ghisa erano stati prodotti. I pannelli sono in tamburato ignifugo rivestiti di pellicola di melanina serigrafata e agganciati a tutta altezza alla struttura del soffitto.
Una stanza è destinata alla presentazione del territorio attraverso un tavolo interattivo tattile che proietta su una parete sintetici approfondimenti ed immagini dei siti individuati nella mappa riprodotta sul piano del tavolo. Pannelli descrittivi a parete completano il percorso dedicato al territorio.
I due ambienti che concludono il percorso ospitano il racconto del tema del contesto internazionale in cui viene condiviso il gusto decorativo della produzione del forno San Ferdinando. Recuperando l’idea del panorama ottocentesco, una serie di schermi rimandano immagini ottocentesche e contemporanee di architetture e luoghi internazionali. I due locali sono studiati in modo da poter essere usati indipendentemente dal resto del museo per essere destinati a ospitare mostre temporanee, seminari e conferenze, rispondendo così alle esigenze di flessibilità ed economia di gestione del museo.
L’ambiente dedicato a Follonica conduce agli spazi studiati per i servizi educativi (locali attualmente occupati dal secondo piano dell’attuale “museino”). Il collegamento si ottiene riaprendo un passaggio attualmente murato. Da quest’ambiente è possibile accedere agli uffici del primo piano attraverso una scala già esistente.
Gli spazi educativi, pensati per rispondere alle esigenze di un pubblico diversificato, contengono postazioni multimediali per l’approfondimento dei temi affrontati lungo il percorso espositivo: laboratori per bambini e ragazzi, la biblioteca specializzata e luoghi di incontro e di formazione per gruppi di volontariato.
Le scelte progettuali sono state determinate dalla volontà di non intervenire con nuove strutture murarie all’interno dell’organismo esistente, bensì attraverso un allestimento leggero, in modo da lasciare inalterato l’esistente, conservando anche l’aspetto di rudere del piano seminterrato. In questa parte dell’edificio è prevista solo un’operazione di fissaggio degli intonaci per impedirne lo spolvero e un ulteriore deterioramento. Queste soluzioni riducono i costi dell’intervento e conservano integri i lavori di restauro operati dalla Soprintendenza.
Il progetto è stato concepito per essere realizzato a stralci: in una prima fase potrebbe essere
allestito l’ingresso e il seminterrato, in una seconda fase il primo piano, in una terza fase il secondo piano, in una quarta gli uffici e poi la sezione educativa.

IMPIANTISTICA
Tutto il museo sarà cablato. Data la vocazione turistica estiva di Follonica bisogna prevedere un impianto di climatizzazione in armonia con i criteri di una corretta conservazione dei materiali esposti.
L’illuminazione è realizzata con l’impiego di corpi e elementi di serie che vengono inseriti in
strutture appositamente studiate a forma di ala, realizzate in cartongesso per mascherare i tubi metallici che corrono lungo i soffitti delle sale; al piano seminterrato i soliti corpi illuminanti
vengono alloggiati in scatole di cartongesso affogate nella polvere di quarzo.

SICUREZZA
La scelta dei percorsi rispetta tutte le vigenti normative in materia di sicurezza nei luoghi aperti al pubblico e di superamento delle barriere architettoniche, in riferimento ai percorsi di esodo (distanze massime di percorrenza per il raggiungimento di luoghi sicuri o uscite di piano) che resteranno peraltro sempre privi di ingombri e ostacoli di alcun tipo, al numero ed alle dimensioni degli accessi e uscite di sicurezza e delle porte interne, alle caratteristiche delle scale (larghezza, pianerottoli intermedi, alzate e pedate) e della passerella che sarà installata per la visitabilità del piano seminterrato (dislivelli, pendenze, larghezza e spazi di manovra, assenza di discontinuità, corrimano e cordolo laterale).
L’edificio dovrà comunque essere dotato di impianto e attrezzature di protezione antincendio che garantiscano l’accessibilità in condizioni di sicurezza a tutte le sale aperte al pubblico ed ai relativi percorsi (oltre che, ovviamente, ai locali destinati ad ufficio/amministrazione). Tutti i locali saranno dotati di segnaletica ed illuminazione di sicurezza, con l’indicazione delle vie di esodo e delle uscite di piano. Gli accessi ai locali a diversa destinazione da quella espositiva dovranno essere impediti al pubblico con segnalazione di divieto ed interposizione di porte con caratteristiche minime di resistenza al fuoco REI 120.
Le due scale centrali a rampa rettilinea avranno funzione di scale di servizio, e quindi non saranno destinate ad uso pubblico.
Le uscite di piano sono sempre in numero maggiore di uno, eccezion fatta per il piano sottotetto che comunque non è aperto al pubblico ed ha distanze di percorrenza inferiori ai limiti imposti dalla normativa.
L’affollamento massimo per ciascun piano, determinato sulla base della larghezza delle uscite di piano e delle scale, opportunamente ridotto per ottenere maggiori margini di sicurezza onde ovviare a possibili errori di stima e regolamentazione delle visite, oltre che sovraffollamenti imprevisti nelle fasi di scambio sui piani, è determinato come segue:
Piano seminterrato: 75 persone
Piano primo: 150 persone
Piano secondo: 75 persone
Piano sottotetto: 10 persone (solo personale interno)

IMMAGINE COORDINATA
Il logo attuale del museo è ottenuto con l’impiego di due caratteri tipografici diversi. Questi
medesimi caratteri saranno impiegati in tutti i materiali grafici necessari alla comunicazione del museo: sia all’interno del percorso espositivo (pannelli, didascalie, ecc.), sia nei materiali a stampa e più in generale nell’immagine coordinata del museo.

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    Project details
    • Year 2007
    • Status Competition works
    • Type Museums
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