Concorso di idee "Fontana Acquanova 1476" | Antonio Aprelino

...e san Francesco di Paola portò l'acqua a Corigliano Corigliano Calabro / Italy / 2014

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CONCORSO: 2 Classificato


La progettazione della fontana monumentale riteniamo che “non deve” e “non può” prescindere dal suo naturale valore storico a cui essa è direttamente collegata nel rapporto con l’uomo, tanto da richiamarne l’antico toponimo popolare Acquanova o Acqua Nuova di San Francesco.


Infatti, col termine “monumento”, sappiamo intendersi un’opera della mano dell’uomo, creata allo scopo determinato di conservare, sempre presenti e vivi, singoli atti o destini umani nella coscienza delle generazioni a venire.


Ed è con questo spirito che la nostra idea progettuale ha posto l’attenzione, al di là dell’evento miracoloso del santo patrono, sulla diretta relazione tra l’acqua e il luogo fisico, Piazza del Popolo. Un progetto che possiamo così definire tanto “concettuale” quanto “materiale”, poiché partendo dal suo valore storico si è giunti a definire e rappresentare “simbolicamente” il modo di come l’acqua è stata captata dalla sorgente e poi trasportata all’Acquanova e più tardi, attraverso l’Arco, al resto del paese.


A questa, pur breve e semplice riflessione, è seguita una attenta analisi dello spazio urbano contemporaneo di Piazza del Popolo, che sappiamo oggi non essere più, per socialità fisica e temporale, quella del periodo di San Francesco di Paola o del secolo scorso. Tant’è che la stessa piazza è interessata - ed i lavori sono prossimi a concludersi - da un significativo intervento di recupero che, in chiave moderna, ha reinterpretato la piazza in rapporto al costruito esistente e sue destinazioni d’uso: Palazzo Bianchi (Palazzo di Città), Palazzo dell’Orologio (Centro Formazione ed Informazione Stranieri), mentre altri edifici sono in corso di recupero.


Perciò la conoscenza storica diventa sorgente di estetica, insieme ai sentimenti del valore dell’antico. Certo questo godimento non è immediato poiché artistico, frutto di una attenta poetica e di una riflessione/interpretazione del valore spirituale/religioso e tecnico, direttamente legato alle dinamiche del tempo.


La piazza è dunque la fontana. È essa il fulcro e la vita. Ed è questo che la fontana vuole celebrare sin dal titolo: Acquanova 1476. Per questo la fontana è stata pensata per essere apprezzata sia con l’acqua che eventualmente in sua assenza quale scultura monumentale, testimone del suo passato.


Descrizione del progetto della Fontana


La fontana è stata ideata, nelle sue dimensioni, in rapporto alla parete di fondo, a prospetto triangolare, che conclude Palazzo dell’Orologio con la salita San Francesco di Assisi.


L’idea è stata quella di considerare Piazza del Popolo quale unicum visivo aperto a 360°, sui pieni e sui vuoti della stessa piazza, coinvolgendo così, direttamente e indirettamente, i luoghi storici: la montagna, il convento di san Francesco, il Coriglianeto e tra questi lo stesso Arco.


La parete, che misura complessivamente ml 16,50 ed ha uno sviluppo in pianta, rispetto al ridisegno della nuova piazza, di ml 7.50, con una profondità di circa 160 cm determinata dalla parete dello stesso palazzo, è stata la base su cui lavorare.


In ragione di ciò la fontana è stata progettata del tipo a vasca alfine di ricordare nelle semplicità delle forme (260x90x70 h.) il grande abbeveratoio che certamente era qui presente, come testimonia l’antica vasca di accumulo ritrovata a Palazzo dell’Orologio.


Una vasca che oltre a raccogliere l’acqua la mostra ai sensi: tatto, udito, olfatto, vista e gusto.


Il fine è stato quello di raccontare la verità storica coinvolgendo emotivamente lo spettatore a partecipare al processo di vita della stessa fontana. Essa non è un gioco da cui zampilla l’acqua ma la riproposizione di un racconto storico dove l’acqua, attraverso un percorso - vero - dalla lontana sorgente (Bosco dell’acqua), giunge sino alla piazza e da qui esce e sgorga dalla parete.


L’acqua, sorgente di vita, è il fatto miracoloso in sé che trova rappresentazione nella stessa fontana.


Essa sgorga “non vista” direttamente dal muro che sarà, per questo, impreziosita da un pannello di fondo, liscio, di larghezza pari alla vasca, in pietra di travertino romano.


Un cammino quello dell’acqua che è mentale e che si conclude nella sua rappresentazione materiale: una serie di piccoli archetti, citazione del vicino Ponte Canale, simboleggiano il percorso fatto dal vicino monte sino alla piazza. Infine la caduta dell’acqua che non è diretta ma frastagliata dalla presenza di quattro elementi, antropomorfi, a ricordarci la presenza dei santi che un tempo adornavano la vecchia fontana, che così la interrompono e riccamente l’aprono in una serie di rivoli che scendono verso la vasca che l’accoglie.


Dalla stessa vasca l’acqua fuoriesce nuovamente a cascata verso una seconda vasca, più piccola, posta alla base, che la percorre in terra, perimetralmente, e da dove poi si disperderà nelle sotterranee condutture a ricordo della canalizzazione adoperata dal santo.


A completare il progetto della fontana monumentale, sollevata da terra da un piccolo piano, in modo da staccarla dalla piazza, troviamo, ai lati, n. 2 cannelle da cui sgorga, questa volta visibile, l’Acqua Fabulina.


La gente potrà quindi ristorarsi, sostare e rinfrescarsi nonché riflettere sulla importanza storica di questo luogo tanto caro ai coriglianesi e da cui sarà possibile partire per riscoprire i luoghi dell’arte, della storia e della tradizione di questa città.


La storia


Le prime notizie storiche sulla fontana Acquanova in Piazza del Popolo risalgono alla “Istoria Apologetica dell’Antica Ausonia, oggi detta Corigliano”, scritta nel 1707 da Padre Pier Tommaso Pugliesi[1].


Il religioso ci informa che “Sono di più in Corigliano, per comodo del pubblico, quattro Piazze con fontane, la cui acqua si raccoglie nei Vivai per uso de’ cavalli e delle mule […]. La prima Piazza è detta della Giudeca, la seconda Fondaco, la terza Muro rotto e l’ultima l’Acqua nova. In ciascuna delle quattro fontane sono raffigurati dei santi. “Nell’Acquanova sono le immagini di nostra Signora Immacolata Concetta, di S. Carlo Borromeo, di San Francesco di Paola, di San Cristoforo e la storia della Samaritana”[2].


I problemi dell’acqua potabile vennero affrontati e poi risolti solo nel 1476 quando giunse a Corigliano, dove si ferma due anni per fondare e guidare la costruzione del suo quarto convento, San Francesco di Paola. Le cronache del tempo ci riportano i tanti miracoli operati dal paolano ma il più significativo è per noi quello riconducibile all’acqua.


“Benché Corigliano avesse nella sua estesa campagna grande quantità di acqua potabile, benché ne avesse nei suoi dintorni grande copia, e fra queste l’acqua Fabulina, tanto decantata dallo storico Pugliese, per essere limpida, fresca e pura, acqua ora del tutto dispersa; benché ai piedi della città, placido e cristallino scorresse il Coriglianeto, pur tuttavia Corigliano nel suo interno ne difettava un poco, e dovea far uso di cisterne, ove si raccoglieva con cura l’acqua piovana, la quale nei mesi estivi rendevasi inservibile”[3].


San Francesco, raccogliendo così la preghiera dei tanti cittadini, si adoperò per rifornire di acqua potabile il Convento, onde facilitare la costruzione della fabbrica, ed il paese, che non ne aveva.


Il Santo, salito sulla vicina montagna, “seguito da molti nobili coriglianesi e da una immensa calca di popolo”[4] vide, nel luogo denominato “Bosco dell’acqua”, una sorgente copiosa che al popolo non era riuscita a portare giù e che andava in questo modo a disperdersi in gran quantità.


“Qual novello Mosè, tutto assorto in Dio, la benedisse con un segno di croce, e le comandò di seguire la traccia del suo bastoncello, il quale andava segnando la via che dovea seguire su pei monti, per le valli e pei burroni”[5]. Oltre trecento operai si adoperarono per realizzare la conduttura che portò l’acqua sino al convento che si stava edificando sulla collina boscosa posta di fronte al paese. Successivamente, seguendo le indicazioni del Santo, questi lavorarono per portare l’acqua in paese. “Scelsero adunque il punto più vicino sul fianco di essa collina, che guarda la parte Nord, ed il punto della città opposto, e buttarono su questi due punti di prospetto, le fondamenta di due gigantesche spalliere, e su queste poggiarono la fabbrica di cinque maestosi archi, facendone quello di mezzo più largo, più maestoso, come presaghi, che, un giorno, sotto di esso dovea passare la più bella e la principale strada della città loro. Su questi cinque archi ne sovrapposero altri sette più piccoli, frammischiati ad altri piccolissimi, come ornate, e poi su queste sette archi situarono un pianerottolo, largo pochi centimetri, ove adattarono l’acquedotto, che conduce un grosso volume di acqua. Questa acqua da quel tempo cominciò a chiamarsi Acqua Nuova S. Francesco”[6].


La presenza di S. Francesco a Corigliano contribuì, oltre alla costruzione del Cenobio dei Minimi, alla realizzazione del primo acquedotto. Questa importante opera idraulica, che concorse a migliorare le condizioni igienico-sanitarie del paese, venne nei secoli successivi trasformata, ampliata e ribattezzata dai coriglianesi col nome di Ponte Canale o Arco.




[1] P.T. Pugliese, Dottore di Sacra Teologia, Professore di canonica, Diffinitore perpetuo della provincia di Calabria, Consultore della Santa Inquisizione nell’Archidiocesi di Rossano e Commissario Generale dei Carmelitani di Corigliano.
[2] P.T. Pugliese, Istoria Apologetica dell’Antica Ausonia, oggi detta Corigliano, Ristampa sull’ed. della Tip. F. Dragosei del 1934, pag. 71-72.
[3] G. Amato, Crono-Istoria di Corigliano Calabro, Tip. Del popolano, 1884, pag. 83-84. Si veda anche: E. Cumino, Storia di Corigliano Calabro, MIT Copsenza 1992, pag. 45, 51, 53. 
[4] G. Amato, Crono-Istoria di Corigliano Calabro, Tip. Del popolano, 1884, pag. 84. 
[5] G. Amato, Crono-Istoria di Corigliano Calabro, Tip. Del popolano, 1884, pag. 84. 
[6] G. Amato, Crono-Istoria di Corigliano Calabro, Tip. Del popolano, 1884, pag. 84-85. 

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    Project details
    • Year 2014
    • Client Comune di Corigliano Calabro
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Restoration of old town centres / Urban Renewal / Monuments / Shrines and memorials / Restoration of Works of Art / Restoration of façades
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