RURALITÀ URBANA

Concorso di idee per la PROGETTAZIONE URBANISTICA DI UN QUARTIERE RESIDENZIALE SPERIMENTALE Lucera / Italy / 2017

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DESIGN
ARCH. STEFANIA PARADISO
ARCH. J. FLORA LA CAVA
ARCH. MARIANNA SCOPECE
ARCH. MADDALENA ROLLO


Un quartiere a pochi passi dalla città connotato da una natura ibrida, rurale e urbana
Ruralità Urbana” mira a generare un piccolo nucleo collegato e connesso alla città esistente, dotato di una propria identità e vita. L’idea è quella di sviluppare nel tempo un quartiere dove è possibile respirare e assaporare il territorio agreste. Qui, in una dimensione spazio temporale più tranquilla e genuina, come una “città giardino” o un “antico borgo” sorge il nuovo quartiere residenziale, posto in posizione periferica rispetto alla città di Lucera.
L’area di intervento, stretta fra la SP130 (Lucera-Biccari) e la Strada Vicinale Crusto nonchè via Francigena, di forma irregolare, con un andamento altimetrico costante, risulta tagliata trasversalmente in due parti da un unico tracciato che conduce dal portale in pietra posto sulla SP130 al viale alberato di pini e al fabbricato rurale collocato nel mezzo. Un uliveto definisce il bordo settentrionale del lotto, mentre la restante parte è destinata a seminativo. Il volume centrale esistente, memoria storica del luogo e della sua vocazione agricola, diventa il fulcro del progetto, l’asse trasversale di accesso. I due assi visivi che guardano rispettivamente alla Fortezza Svevo Angioina, sul colle Albano e alla Città con la sua porta d’ingresso al centro storico, costituiscono le basi per quella che sarà la viabilità dell’area.
I tracciati (non) ortogonali, ognuno con le proprie geometrie, generano un intreccio di relazioni fra natura, residenza e luoghi di vita sociale.


Il progetto - attraverso la sovrapposizione/combinazione di sistemi, giaciture e traguardi - si relaziona agli elementi del paesaggio circostante, generando lo sviluppo di insoliti assi visivi e prospettici e aprendo l’area verso l’esterno, creando un’immagine articolata e frammentata, eppure parte di un progetto unitario. I percorsi, gli assi di accesso che collegano via Biccari con la vi francigena, di cui due carrabili ed uno ciclo-pedonale tagliano trasversalmente il lotto. Il sistema di percorsi, piazze e spazi verdi che si genera, definisce la forma e la dimensione delle 15 isole e dei rispettivi 78 lotti.
Due fasce differenti per forme e dimensioni, poste sui bordi del lotto e adiacenti alle due strade, fungono da filtro per l’intero sistema.


A Nord-Ovest lungo il confine con la strada provinciale che collega il centro abitato di Lucera con quello di Biccari, il progetto dà nuova funzione agli ulivi esistenti integrandoli con un sistema di percorsi pedonali e ciclabili e collegandoli al nuovo sistema di orti condivisi - un frutteto collettivo e un giardino sociale - pensati come laboratori di socializzazione sull’asse trasversale principale.


Sul lato opposto, la via Francigena, l'antica Via che nel medioevo univa Canterbury a Roma e ai porti della Puglia, riscoperta dai moderni viandanti che si mettono in cammino lungo un percorso splendido e sorprendente, crea l’occasione per un “approdo” al progetto caratterizzato da un percorso lento, attrezzato per la sosta, il gioco, la ricettività e gli spettacoli. Su questo fronte è collocata, come un nastro, la pista ciclabile che dall’area di progetto si snoda fino al cavalcavia della strada statale 17. Una fascia verde, trasversale alla via Francigena, delimita parte del lato sud del lotto e definisce un’area attrezzata per lo sport.
Scorci e viste prospettiche differenti, sono gli elementi che caratterizzano questo luogo per chi decide di viverlo o semplicemente attraversarlo.
Il progetto si basa sull’idea di spazio aperto come elemento connettivo tra le parti, caratterizzato da spazi pubblici e comuni, motori di scambi e incontri e da servizi di vicinato (siti a vocazione istituzionale, centri culturali, piccole attività commerciali, parchi gioco e aree di svago).
Il volume centrale, la memoria del lotto, con una serie di linee concentriche e ripetitive diffonde la sua forma su tutta la superficie di progetto (l’immagine rievoca l’impronta del palatium di Federico II di Svevia) e diventa un’area polifunzionale per ospitare mostre, percorsi espositivi ed enogastronomici a supporto dell’area e a disposizione dei cittadini. Immaginato come un volume permeabile è capace di generare relazioni e rimandi con il sistema piazza in cui è inserito e ai limitrofi spazi aperti.
Il percorso ciclabile e pedonale attraversa e definisce l’intera area, generando ulteriori spazi aperti destinati alla piazza centrale, al mercato espositivo, all’area per eventi e a tanti altri piccoli inserti nelle dinamiche di vita di un quartiere.
Il progetto ha configurato i lotti con posizione, orientamento e dimensione strategici e variabili, in modo tale da poter offrire ai futuri acquirenti la possibilità di personalizzare il più possibile il fabbricato e adattarsi a plurime esigenze.


Ruralità Urbana” diventa il luogo per accogliere svariate sperimentazioni architettoniche
Un quartiere SPERIMENTALE sotto diversi aspetti.


Mix funzionale - Quartiere Aperto, sostenibile come bene comune


L’essenza stessa dell’architettura trova espressione nella sperimentazione e nell’innovazione
RURALITA Urbana nel suo sviluppo integra una serie di funzioni ed evoca il ricordo di un borgo, per attività, presenza storica, senso di protezione e sicurezza. I servizi collettivi, le attività commerciali e terziarie, il piccolo artigianato, gli eventi culturali, le attività turistiche e sociali di sostegno anche alla città di Lucera, profilano le condizioni per la formazione di un nuovo paesaggio connotato da tradizione agricola mixata alle esigenze di un piccolo centro abitato.
Spazi ludici, differenti aree pubbliche, percorsi ed edifici si mescolano per sviluppare nel tempo, e fino al suo totale completamento, un sistema innovativo per mix funzionale e sperimentale sia di tipologie costruttive che di pianificazione territoriale.
Un quartiere che propone un nuovo modo di abitare partecipato, eco semplice e condiviso: un quartiere dove si risparmia e si produce energia, dove si producono meno rifiuti, dove si privilegia il trasporto pubblico, dove è pubblico e privato allo stesso tempo, senza perdere mai il senso di tutela della proprietà privata.
Quartiere come bene comune di Legami comunitari, cura sociale e vivibilità ambientale.


Fare comunità imparando ad esserlo. Coerentemente con i punti di attenzione si individuano le seguenti priorità che si riferiscono a: I LEGAMI COMUNITARI, LA QUALITA’ SOCIALE DEL TEMPO E DEGLI SPAZI - la valorizzazione degli spazi per stimolare una fruizione allargata e per favorire l’incontro tra gruppi; - l’identificazione di funzioni degli spazi per aumentare le iniziative e ottimizzare le risorse; - la valorizzazione dei tempi quotidiani in cui è possibile condividere interessi, desiderio di socialità, apprendimento, cura di sé e degli altri, impegno sociale; - l’attenzione alle regole, al rispetto, alla legalità, alla sicurezza come criteri condivisi di cittadinanza e di equità. LA QUALITA’ DELL’AMBIENTE - la cura degli spazi e dei beni comuni anche come impegno personale e collettivo; - l’attenzione all’ambiente di vita e alle diverse modalità attraverso cui è possibile migliorare la salute delle persone, la salubrità dei luoghi, la conservazione degli spazi comuni; - l’attenzione ai comportamenti quotidiani che ledono l’ambiente e all’acquisizione di pratiche ecocompatibili come occasione di crescita collettiva e di auto-responsabilizzazione.


LA PARTECIPAZIONE E LA PROGETTUALITA’ CONDIVISA -l’identificazione delle competenze del quartiere e delle sue componenti più attive; - la collaborazione tra istituzioni e società civile, la circolazione delle esperienze, l’interazione tra iniziative e progetti per migliorare l’impatto degli interventi; - l’integrazione delle risorse e delle competenze tra servizi e tra reti sociali. Il concetto di cura è la chiave di lettura utile a identificare una prospettiva di coesione sociale nell’esperienza della quotidianità. Comporre la vita quotidiana è di fatto un lavorare insieme, sostenuto dall’aspirazione ad imparare per conoscere, capire, fare, condividere. Il “prendersi cura” significa farsi carico delle nostre relazioni e interdipendenze e provare a costruire significati nuovi e possibilità di stare al mondo; una sorta di “architettura che lega” l’agire individuale all’interno di una nuova cultura del vivere insieme. In tal modo si possono costruire “cornici di senso” che siano comuni, riconoscibili, amichevoli, necessarie a promuovere le capacità dei cittadini e delle cittadine e a dare ordine e senso a nuovi comportamenti.


Sistema del verde e degli orti – frutteti - condivisi
Il progetto prevede diverse zone destinate al verde, delle aree sempre mutevoli per forma ed uso. Sul bordo tangente alla strada provinciale si riattiva il sistema degli uliveti esistenti, che caratterizzano il nostro territorio. Un mix combinato di orti trova spazio sullo stesso fronte, all’interno della fascia da sempre desinata a seminativo. Negli orti condivisi si coltiva la bellezza dei luoghi e quella dei gesti. Buone pratiche, nuove idee, antichi saperi si fondono in nome della sostenibilità, della coesione sociale e di una migliore qualità della vita per tutti.Le restanti aree verdi, ridotte per dimensioni, appaiono ritagliate dal sistema dei lotti ed integrate nel sistema ciclabile e pedonale.
Tipologie edilizie
Con la lottizzazione dell’area si prevedono tipologie edilizie differenti sia per tipo che per tecnica costruttiva. Un insieme guidato da precisi e razionali obiettivi, capaci di mettere a sistema un progetto in grado di contenere 78 lotti di diverse dimensioni S_M_L_XL (da 600 a 1200 mq per una superficie totale di 65000 mq) e di offrire una dimensione abitativa autonoma. Il progetto prevede la realizzazione per due/tre stralci funzionalmente autonomi.
Tecniche costruttive
Il progetto considera la possibilità di autocostruzione con bioediliza e l’uso di materiali come paglia e legno. Sperimentazione intesa sia funzionalmente che costruttivamente, creando un dialogo tra tradizione e innovazione, prevedendo l’uso di materiali locali a discrezione del singolo privato acquirente del lotto.
Un quartiere SOSTENIBILE
Il clima prettamente residenziale e di vicinato è enfatizzato dalla presenza di differenti spazi pubblici per uso e dimensione. In un'epoca in cui il lavoro, i servizi e il commercio si possono svolgere comodamente da casa tramite la rete virtuale, in un'epoca in cui la zonizzazione e la velocità sono termini più digitali che infrastrutturali, in cui tutto ciò che era esterno è diventato interno - tramite internet - si vuol ridare all'esterno quella qualità di vita sostenibile che si era persa negli ultimi anni. Serve pertanto un’architettura di quartiere che leghi l’agire entro una nuova cultura del vivere insieme.
“RURALITA’ Urbana” si sviluppa su criteri di elevata qualità e sostenibilità ambientale, sia a livello compositivo che tecnologico. Benessere e convivialità. La creazione di un quartiere sostenibile mira a migliorare la qualità di vita dei suoi utenti. Il comfort occupa, dunque, una posizione importante nel processo di progettazione delle zone edificate e non edificate.
Un progetto di ecoquartiere è indirizzato alla dimensione ambientale dell’intervento, ovvero all’efficienza energetica e alla riduzione dell’impatto ambientale, sia nei criteri costruttivi che nell’utilizzo o nello smantellamento finale.
Sostenibilità sociale e sicurezza urbana territoriale
Il quartiere è progettato in modo da stimolare negli abitanti il senso di vicinato e di appartenenza al luogo (creando piazze, negozi, campi da gioco, simboli storici, eventi sociali). In questo modo i residenti si prenderanno cura dei luoghi ai quali si sentono di appartenere, sviluppando verso di essi un senso di rispetto e protezione.
L’obiettivo è quello di creare spazi pubblici di qualità e una viabilità a misura d’uomo, con percorsi ciclabili e pedonali.
Il quartiere mira ad essere un luogo tranquillo, protetto da rumori invasivi, grazie alla presenza di alberature verdi ai bordi che fungono da filtro acustico, sicuro, applicando criteri di sostenibilità e bioarchitettura. L’idea di costruire un quartiere compatto e denso con le caratteristiche di una città, con aree residenziali concepite nell’ottica della flessibilità, progettando tipologie differenti per favorire la diversità abitativa.
L’applicazione dei principi di bioedilizia e l’attenzione alla scelta delle tecnologie e dei materiali rendono l’intero quartiere a misura d’uomo e ristabiliscono un forte legame tra architettura, uomo e paesaggio. Il progetto si configura come un modello abitativo sostenibile attento al benessere dei suoi abitanti. Il percorso di sostenibilità ambientale prosegue anche all’esterno, con l’illuminazione a basso consumo ed un’ampia vasca interrata per la raccolta dell’acqua piovana da riutilizzare per l’irrigazione del verde pubblico che circonda il complesso.
I criteri individuati dal progetto per raggiungere un’elevata sostenibilità ambientale saranno:
origine controllata dei materiali e l’utilizzo di materiali a km 0, l’autocostruzione con tecniche sperimentali, la possibilità di modificare nel tempo il fabbricato, l’uso di pannelli ad energia solare, installazione di impianti energetici da fonti rinnovabili tipo sistema mini eolico o tetto verde, la dotazione di simple tech – uso di tecnologie basiche, una climatizzazione naturale degli edifici, la presenza di caldaia a biomassa e sistemi per recupero e riuso dell’acqua piovana.


 

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    Project details
    • Year 2017
    • Work started in 2017
    • Work finished in 2017
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Multi-purpose Cultural Centres / Sports Facilities / Lighting Design / Leisure Centres / Cycle Paths
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