MUSEUM OF POLISH HISTORY IN WARSAW | luca cerra

Concorso internazionale per la progettazione del museo di storia polacca a Varsavia Warsaw / Poland / 2009

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“We feel, guess, suspect what needs to be done. But we cannot know the shape and form it will eventually take. We can be pretty sure, though, that the shape will not be familiar. It will be different from everything we’ve got used to”(Zygmunt Bauman)

L’individuazione di una nuova regola che abbia la capacità di adattarsi senza alterare la sua natura. Il lavoro su un metodo che sia valido anche per possibili successivi cambiamenti. Il tentativo di disseminare il territorio di possibilità, di non decidere tutto. Questi sono i temi con cui il progetto deve confrontarsi. I punti fissi da cui partire per provare a rispondere alle nuove domande…Siamo in grado di immaginare la mutabilità dell’architettura? Nel 2008 la Polonia partecipa alla Biennale di Architettura di Venezia e propone il suo “Hotel Polonia”. Una attenta riflessione sulla vita degli edifici e sulla loro natura. Curatori, critici e artisti coinvolti nel progetto propongono una lettura spiazzante di sei edifici di recente realizzazione . Non potevamo che partire da qui. In fondo il Castello di Ujazdow non è molto diverso dal Castello di Poznan. La copertura della Trasa Lazienkowska è l’occasione per un ripensamento radicale di un area estremamente complessa nel centro di Varsavia. Sull’intera area, caratterizzata da un’estrema eterogeneità viene steso un tessuto uniforme composto da esagoni regolari, un sistema aperto formato da cellule autonome ma concatenate. Il tessuto non ha un centro, non ha direzione e può essere attraversato liberamente. E’ un meccanismo che privilegia o interagisce con l’elemento che gli è immediatamente vicino senza la necessità di conoscere quanto sta accadendo oltre. Può essere ritagliato in qualsiasi punto senza che per questo perda la sua condizione. Attraverso il tessuto otteniamo una nuova regola in grado di controllare le future scelte progettuali. Possiamo immaginarlo come un organismo nascosto in grado di attivarsi puntualmente rispondendo agli stimoli che di volta in volta possono essere inseriti. Se dall’alto è possibile risalire allo schema elementare, dal basso questa chiarezza si perde. I piani verticali si susseguono generando visioni sempre diverse. Come cellule di un organismo i tasselli possono reagire agli stimoli esterni o locali variando in sezione. Sprofondando nel terreno, un esagono diventa l’elemento di connessione verticale tra il piede e la sommità della collina. Sviluppandosi in altezza il tessuto si trasforma in museo. Piccole variazioni consentono la creazione di vasche verdi o di specchi d’acqua. All’estrema regolarità della pianta fa da contrappunto una estrema variabilità della sezione. Il meccanismo è quindi in grado di prefigurare scenari sempre variabili. L’Os Stanislawowska assume un ruolo centrale. l’asse barocco è lo strumento che permette al sistema di attivarsi. Gli elementi che si trovano lungo l’asse vengono utilizzati come inneschi. Attorno al castello si sviluppa il museo, mentre la grande vasca diventa il fulcro del parco ai piedi della Skarpa. Proseguendo lungo l’asse, nel punto in cui questo incontra la rinnovata Plac na Rozdrozu viene posizionata la ruota panoramica. Il progetto non può e probabilmente non deve risolvere tutto. Fondamentale è la possibilità di innescare un processo. Il museo funziona come un sistema aperto formato da cellule autonome ma concatenate. Ogni percorso offre almeno due possibilità. Si può continuare lungo la strada scelta o cambiare direzione. Gallerie, grandi sale e corti aperte si susseguono lasciando piena libertà al visitatore di organizzare i propri percorsi. L’ingresso è previsto dal castello di Ujazdow che diventa il vero fulcro di tutta la composizione. La copertura praticabile sarà in grado di fornire inediti scorci panoramici ai visitatori. È in fondo una citazione diretta del padiglione spagnolo dell’esposizione di Bruxelles del 1958. La Skarpa diventa l’elemento di connessione tra i due livelli in cui è organizzato il parco. Essa contiene al suo interno le risalite meccaniche e all’esterno i sentieri di collegamento. Il sistema di scale realizzato sotto il castello viene demolito e tutto il piano alla base della Skarpa viene riprogettato. Sotto il viadotto della Trasa vengono collocate strutture adatte agli sport urbani (skate, bmx …) mentre il resto del parco sarà dedicato allo svago utilizzando anche parte delle strutture esistenti. Sotto la Skarpa vengono localizzate le strutture ricettive a servizio del parco. La loro copertura permette la realizzazione di ampie terrazze da utilizzare come sosta durante la risalita della collina o più semplicemente come punti panoramici e aree relax. Se la parte superiore del parco è quella più direttamente legata alla cultura ed alla storia, quella inferiore è invece dedicata al tempo libero. L’elemento centrale della composizione della piana è la grande vasca d’acqua. Da questa si sviluppa un nuovo sistema di vasche che funziona da collegamento con il “fiore” che contiene gli accessi al museo. L’intero spazio del parco è pensato come un’appendice del museo stesso e gli elementi architettonici presenti vengono utilizzati come oggetti da esporre. Il loro ruolo appare dunque duplice. Sotto il viadotto della Trasa verrà realizzato un grande parcheggio interrato a servizio del museo e del parco. Questo spazio deve essere considerato come un’opportunità. Un viadotto, un parcheggio ed al centro un parco dedicato agli sport urbani. Da elemento di degrado a grande porta di ingresso al parco. La caratteristica più interessante del parco sarà data dalla commistione di attività nuove con altre che già oggi caratterizzano quest’area. Ancora una volta, il tentativo è quello di utilizzare al meglio le risorse già presenti in modo confuso sull’area e di introdurre aggiustamenti puntuali. La copertura della Trasa comporta un ripensamento generale del sistema di circolazione. Il collegamento con Ul. Ujazdowskie da est viene mantenuto mentre quello da ovest viene eliminato. Una nuova rotatoria ellittica ridefinisce lo spazio di Plac na Rozdrozu e consente di regolarizzare una situazione oggi piuttosto disordinata. L’ingresso al museo avviene attraverso un anello formato da Ul. Jazdow e Ul. Lennona. Questo anello utilizza il tracciato di strade esistente e permette di collegare tutte le attività presenti sull’area. Si prevede che anche le linee di trasporto pubblico potranno utilizzare questo anello garantendo cosi un collegamento ottimale con il museo. Il progetto prevede la realizzazione di due nuovi parcheggi interrati, uno sotto il viadotto della Trasa, con accesso da Ul.Mysliwiecka l’altro sotto la rotatoria di Plac na Rozdrozu, con accesso da Ul. Ujazdowskie. Un parcheggio di servizio sarà collocato vicino al museo con accesso da Ul. Agrykola. Altre aree di parcheggio a raso saranno collocate lungo Ul. Ujazdowskie e lungo l’anello di ingresso. Verranno mantenuti tutti i collegamenti pedonali e ciclabili e sarà possibile crearne di nuovi. Il superamento di Ul. Agrykola sarà garantito da due nuove passerelle pedonali che verranno posizionate in corrispondenza dei percorsi esistenti nell’area dell’orto botanico. Tutti i percorsi esistenti finiscono e rinascono nell’area centrale che nasce sulla copertura della Trasa. Qui, gli antichi tracciati si fondono con i nuovi, lo spazio è libero e le direzioni si confondono. Questa grande piazza rappresenta il cuore dell’intervento. È il nuovo spazio delle relazioni, un moltiplicatore sociale in grado di collegare i cittadini di Varsavia alla loro storia. Su questo grande piano il museo si offre alla città con generosità aprendosi e mescolandosi alla folla. la sua conformazione permette la realizzazione di spazi concavi in grado di accogliere attività ed incontri. Un campo di energie i cui confini si fanno labili permettendo una fusione progressiva tra architettura e natura. Alla ruota panoramica su Plac na Rozdrozu è affidato il ruolo di grande segnale urbano. La sua posizione lungo l’asse barocco la proietta da protagonista all’interno del tracciato storico. Metafora della circolarità del tempo, in grado di offrire nuove e impressionanti viste panoramiche, la sua posizione lungo l’asse barocco la pone come principale strumento ordinatore e di lettura del nuovo (il tessuto) e del vecchio sistema (l’asse barocco).
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    Project details
    • Year 2009
    • Client comune di Varsavia
    • Status Competition works
    • Type Museums
    Archilovers On Instagram