Domus OMA | Luca Bruno

Eboli / Italy / 2017

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Domus OMA insiste su un lotto di circa 300 mq in un contesto rappresentato per lo più da residenze mono e bi-familiari composte da un massimo di tre piani di scarsa, o spesso assente, qualità architettonica. Essa scaturisce da un progetto di ristrutturazione ed ampliamento di un fabbricato esistente. Da qui la necessità di mantenere in pianta la sagoma della vecchia costruzione pur demolendola completamente. Per la parte ampliata c’era la necessità di estendersi con il fabbricato sottraendo meno terreno possibile al lotto, date le dimensioni. Da quest’ultima considerazione nasce l’idea di ampliare al piano superiore costruendo “un ponte” sotto al quale poter vivere uno spazio aperto , ma nello stesso tempo coperto. Inoltre, grazie al “ponte” si è creata, quasi naturalmente, un’ampia “finestra” esterna a piano terra grazie alla quale si può osservare la campagna ad est e, di conseguenza, le origini agricole del territorio. Più volte in questo progetto è presente il legame con le origini, infatti anche le pietre che pavimentano il percorso nel giardino, sono recuperate in loco: si tratta in particolare di pietre “eburine”, calcaree, assimilabili al travertino bianco, che venivano realizzate ad Eboli quando dalle cave locali era ancora possibile estrarre materiale.


La costruzione ha l’obiettivo di prendere meno spazio possibile al giardino, anche idealmente, infatti, osservando il disegno della pavimentazione a piano terra, si può notare che tende ad integrarsi con il disegno del ballatoio esterno, creando così un continuum tra interno ed esterno. La casa, ad eccezione delle zona notte, non è mai trattata come un perimetro chiuso ben definito. Essa è costituita da quinte murarie che “scorrono” su di un asse immaginario andando ad interporre tra loro pannelli di vetro, grazie ai quali è possibile mantenere un rapporto costante con l’esterno.


Il piano superiore, traslato verso est per mantenere le distanze legali dal fabbricato situato ad ovest, è un volume interamente chiuso, contrariamente al resto: stiamo parlando del blocco “ponte”, in cui un solo “taglio”, ottenuto con una finestra a nastro molto lunga, comunica che all’interno la luce è dosata, filtrata, generatrice di un’atmosfera riposante. In quel blocco, infatti, sono situate le camere da letto, penso che in architettura sia indispensabile trasmettere all’osservatore il contenuto delle forme.


L’opera trasmette sempre delle sensazioni a chi osserva, come l’illusione del galleggiamento, della sospensione, della leggerezza, dello scivolamento senza radicamento, che dà guardando lo stacco della costruzione rispetto al terreno. In realtà tutto ciò è nato dalla volontà di arginare il problema della caratteristica del terreno sottostante, molto argilloso e poco pendente, che contribuisce in casi di piogge abbondanti ad allagamenti delle abitazioni circostanti, causati dalla difficoltà dell’acqua di defluire e drenare.


Domus OMA. “scivola” sull’acqua come fosse una barca e l’acqua piovana, grazie a questo sistema, ha tutto il tempo di defluire ed essere assorbita dal terreno.


Il fulcro della casa è costituito dal volume centrale a doppia altezza, originato da due “contrafforti” in cls armato legati in fondazione e all’estremità superiore. Questo, contrariamente al resto, vuole radicarsi a terra come la radice di un albero e, come il fulcro di un paio di forbici, regola la direzione dei piani ruotati. Il blocco delle camere da letto, infatti, è ottenuto da due rotazioni differenti: una che rappresenta la continuazione della strada a nord, l’altra la parallela del confine ad ovest.


Il fulcro della casa, poi, “idealmente” mantiene i solai staccati da terra, ed è bucato solo sulla sommità, dove trova posto un lucernario filtrato da lamelle in cls armato intonacate di bianco, non potendo aprire vedute ad est. Il lucernario, anche con l’aiuto del colore bianco sulle pareti il quale riflette luce in ogni direzione della casa, rende luminosi i diversi livelli, fino al piano terra, nelle ore in cui la cucina, lì posizionata, viene utilizzata. Interessanti sono anche i giochi di luce azzurrati e cangianti che si ottengono e si diffondono in casa a seconda del colore del cielo.

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    Domus OMA insiste su un lotto di circa 300 mq in un contesto rappresentato per lo più da residenze mono e bi-familiari composte da un massimo di tre piani di scarsa, o spesso assente, qualità architettonica. Essa scaturisce da un progetto di ristrutturazione ed ampliamento di un fabbricato esistente. Da qui la necessità di mantenere in pianta la sagoma della vecchia costruzione pur demolendola completamente. Per la parte ampliata c’era la necessità di...

    Project details
    • Year 2017
    • Work started in 2016
    • Work finished in 2017
    • Main structure Reinforced concrete
    • Status Completed works
    • Type Single-family residence / Refurbishment of apartments
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