Trama e ordito | Daniele Todde

Concorso di riqualificazione del centro storico del Comune di San Teodoro(OT) San Teodoro / Italy / 2006

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CONCORSO D’IDEE “RIQUALIFICAZIONE CENTRO STORICO DI SAN TEODORO”
Relazione tecnico-illustrativa

Il progetto si rivolge al contesto in cui sorge proponendo un modo nuovo di vivere il centro storico di un piccolo paese a forte vocazione turistica, che nei mesi estivi vede decuplicare la propria popolazione, diventando a tutti gli effetti una città.
Passata da una economia povera di tipo agropastorale ad un nuovo modello di sviluppo economico e sociale basato su un turismo di massa, nel quale, il mercato della seconda casa ha da sempre costituito una parte importante, San Teodoro, dovrà puntare sulla qualità urbana per poter vincere la scommessa di uno sviluppo basato sull’incremento della ricchezza pro capite, il livello di vita del singolo e lo sfruttamento sostenibile dei beni ambientali.
La proposta non è un tentativo di “Pastiche Urbanistico” ma, al contrario, un “trapianto urbano” che sostituisce il vecchio tracciato di strade attorno al centro storico con un “tessuto di flussi”.
Un telaio virtuale cuce un intreccio viario che accompagnerà i futuri visitatori lungo tutto il percorso pedonale con una operazione di
“trama e ordito” che riprende nelle sue caratteristiche essenziali il lavoro e la ricerca svolta da gruppi di Architetti e Artisti Italiani e stranieri; gli americani Morphosis, per i quali Arte e suolo si fanno insieme con un gesto sintetico che determina nuove relazioni figurative e funzionali o l’iraniana Zaha Hadid per la quale un’idea di “suolo mobile” si sposta “oltre la gravità “ per captare le vibrazioni di una società digitale.
Nel lavoro della Sarda Maria Lai a Sinnai, piccolo paesino del cagliaritano, viene trattata la Piazza principale ed il terreno come una singola unità a scapito della tradizionale opposizione figura –sfondo intessendo le trame tipiche della tradizione isolana degli arazzi nel terreno con una operazione estetica di “Ground Manipolation” (Manipolazione del terreno inteso come fondo dell’opera).
Rifacendoci ad una “estetica” ormai consolidata in ambito progettuale concepiamo l’area di concorso come un ”urban stream” ( flusso urbano) , un nastro intessuto nel terreno composto da un sistema binato di fascioni che, partendo dagli ingressi della zona pedonale (per motivi funzionali proponiamo che alcune strade abbiamo un regime misto pedonale-carrabile e siano chiuse con dissuasori di traffico a scomparsa), si avvicendano contrapponendosi l’uno all’altro nell’accompagnare i turisti segnalando con il loro avvicinamento o allontanamento punti importanti del percorso.
Come delle frange di un tessuto o di un arazzo, le due “strip” percorreranno tutto il percorso fino ad arrivare ad annodarsi tra l’attuale via Don Gavino Pes e largo Emilio Lussu (sulla piazza ormai liberata dalla presenza dell‘ anonima architettura del palazzo municipale) disegnando trame caratteristiche ricorrenti nella tradizione tessile e artigianale dell’isola.
Nella piazza, la metafora architettonica del ”Ground Manipolation”, sarà ancora più evidente con l’ergersi delle strip da terra fino ad assumere sembianze zoomorfe con due lingue di cemento armato trattato a striature ( la struttura è costituita da 3 travi IPE, controventate e a sezione variabile in altezza, ancorate al terreno da tirafondi in acciaio e
rese monolitiche da un unico getto in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata) che avranno l’unico compito di segnalare con un fascio luminoso eventuali esposizioni d’arte a terra oppure diventare delle panche dal design moderno.
Panche concepite per essere
gettate in opera direttamente in
sito tramite casseforme standardizzate rispetto alle misure delle pavimentazioni impiegate con un risparmio rispetto all’impiego di arredi urbani prefabbricati poco conformi alla natura dell’ intervento proposto.
Sono sedute molto larghe e lunghe che consentono di sedersi e sdraiarsi ma non di bivaccare, estremamente solide e concepite con criteri di antivandalismo in quanto costruite in cls armato con barre di acciaio da cementazione, pensate per fruitori giovani e comitive di ragazzi che popolano la vita notturna Teodorina, aggregandosi in piccoli gruppetti di 12-15 persone.
Le sedute, sollevandosi dal terreno come porzioni di tessuto “strappato” ,metteranno a nudo un sistema di illuminazione annegato in un bagno di ciottoli di fiume e malta cementizia.
Al centro della Piazza proponiamo di realizzare il fulcro della vita civile di S. Teodoro, il mercato estivo serale con le sue strutture smontabili e rimovibili pensate e disegnate in modo da poter essere il più possibile flessibili ed adattabili alle esigenze della collettivita’; strutture modulari in alluminio pressofuso che, in inverno, assolvono alla funzione di semplici luminarie ma che d’estate diventano delle vere e proprie tensostrutture aggregabili e componibili in serie ed in parallelo secondo angolature di 90 gradi.
Il concetto di flessibilita’ viene rafforzato dal fatto che queste tipo di armature, cablate all’interno, possono essere rimosse dalla piazza svitandole dai tirafondi ancorati al terreno e sostituite con delle plafoniere metalliche calpestabili a terra.
Il sistema di illuminazione che viene proposto nell’ intervento urbano è comunque solo complementare a quello attuale costituito da luminarie della società NERI , pali della serie 8000 con due lanterne della serie 800 e mensole a muro che potrebbero essere sostituiti dalla nuova serie in produzione dalla NERI ma non cambiati radicalmente.
Un ulteriore aspetto legato alla adattabilità e modularità dell’intera
struttura è dato dal fatto che può
assumere varie configurazioni a seconda delle manifestazioni legate alla stagione
san Teodorina; può diventare il mercato estivo serale con le sue tensostrutture, che ricordano le vele delle barche ormeggiati a largo, oppure possono diventare, aggregandole modularmene, con delle staffe di alluminio, dei piccoli stands per una fiera estiva o ancora in versione rimaneggiata un piccolo velario per un comizio o una trasmissione televisiva con riprese all’ esterno, piccoli concerti o altri eventi.
Per gli allestimenti degli ambulanti del mercatino proponiamo un sistema di piccole esposizioni costituito da
valigette in alluminio pressofuso serigrafato smontabili ad antine incernierate delle dimensioni di cm75 x cm75 che una volta smontate diventano tavolini delle dimensioni di cm 150 x cm 75 a loro volta componibili per formare esposizioni più grandi che girano attorno al singolo modulo; la parte esterna delle valigette ha dei motivi geometrici a fori svasati che ricordano i disegni incisi nella pavimentazione del resto della piazza.
L’intera struttura che ospiterà il mercato è concepita per resistere al vento e offrire una protezione ottimale in qualsiasi condizione meteorologica , facilmente smontabile ed interamente rimovibile, anche se non rimossa lungo l’arco delle giornata funge da velario e offre protezione e ombra agli eventuali turisti che potrebbero trovarvi, sotto, information point improvvisati o dei tavolini posti dagli esercenti e dai titolari dei punti di ristoro lungo tutto il perimetro della piazza al posto di impattanti gazebo o tendoni.
Durante la stagione invernale, ogni ambulante conserverà in magazzino la sua parte di struttura in uno spazio esiguo per poi essere rimontata la stagione successiva.
In questo modo l’intera piazza diventa un luogo democratico, un punto di aggregazione sociale, d’incontro e divertimento, caratterizzato dal piacevole vociare tipico dei mercatini e non un vuoto urbano poco vissuto dalla cittadinanza.
La pavimentazione della Piazza, una volta liberata dall’attuale sede del comune, sara’ composta per la maggior parte dal marmo denominato “biancone di Orosei” disposto in lastre di 50 cm x 50 cm per agevolarne il trasporto e la messa in opera.
I fascioni binati della pavimentazione, lungo tutto il percorso, sono costituiti da granito grigio della Gallura disposto in pezzi da cm 27 x cm 80 e separati dalla pavimentazione in marmo, da lastre di trachite scura dello spessore di 3 cm e alte 15 disposte a coltello.
Tutta la piazza avrà una pendenza
dall’interno verso l’esterno del 2% e convogliera’ l’ acqua piovana in chiusini in pozzetti di raccolta in cls armato dotati di chiusini in ghisa del tipo carrabile e pedonale e canaletta di scolo per il recupero ed il riutilizzo dell’acqua da rimettere nel ciclo di irrigazione delle aree verdi del centro oppure nel ciclo delle acque nere di scarico dell’abitato .
Il recupero delle acque, viene proposto per sensibilizzare l’intera popolazione, residente e non, alla politica di difesa e di sfruttamento sostenibile della risorsa acqua, problema endemico non solo nella zona di San Teodoro ma in tutta l’isola, date le caratteristiche idrogeologiche del suolo.
Un aspetto molto importante riguardante l’intervento, è l’omogeneizzazione dei prospetti dei vari edifici che si affacciano sulla piazza principale e su tutto il percorso pedonale, adoperando il bianco come colore di fondo neutro (ottenuto tramite rinzaffo
dello spessore di 3-6 cm a seconda della muratura perimetrale) e ricercando la semplicità e chiarezza compositiva tipica dell’ architettura vernacolare delle costruzioni
dei pastori e dei contadini della Gallura , ”gli stazzi” ,ma reinterpretata tenendo conto delle necessità di una cittadina che vede aumentare di anno in anno la sua ricettività.
Vengono mantenute le volumetrie originali cercando di rispettare la composizione delle costruzioni rurali ed il rispetto dei “dettagli” di questi semplici fabbricati:
1-2 piani di altezza, tetto a tegole invecchiate ad 1-2 falde, piccole aperture verso l’esterno nel piano di civile abitazione e porte finestre nel “Piano bottega”, uso di infissi e portoni rigorosamente in legno , uso di una diversa tonalità di intonaco come fascia
marcapiano , davanzali in granito, uso di piccoli balconi su modiglioni a lastre in marmo o granito poco aggettante ,ringhiere in ferro battuto finemente lavorato, come da tradizione nell’isola.

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    Project details
    • Year 2006
    • Client Comune di San Teodoro(Ot)
    • Status Completed works
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